Lo dicono gli ultimi studi: l’infarto nelle donne spesso ha conseguenze peggiori perché passa inosservato e non viene curato tempestivamente. La ragione principale? I sintomi vengono sottovalutati perché sono diversi e più sfumati rispetto all’uomo. Qui ti spieghiamo cosa hanno scoperto alcuni ricercatori americani e cerchiamo di aiutarti a capire come riconoscere un infarto nelle donne.
Lo studio: l’infarto in donne e uomini è diverso
Marte e Venere sono differenti, anche nei sintomi dell’infarto. Lo ha confermato uno studio, condotto da un team dello Smidt Heart Institute di Cedars-Sinai in California, pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet. Ad essere analizzate, in particolare, sono state le 24 ore precedenti la comparsa dell’arresto cardiaco, che rappresentano anche il momento più delicato e spesso decisivo nella risoluzione dell’evento. Si è trattato di una metanalisi, cioè condotta su due precedenti studi: il Prediction of sudden death in multi-ethnic communities (condotto a Ventura in California) e il Sudden unespected death study, portato avanti a Portland, in Oregon. In entrambi i casi i ricercatori hanno vagliato i sintomi che i singoli soggetti presentavano prima dell’infarto e quelli d’insieme, confrontandoli con un gruppo di controllo. Ciò che è emerso è che esistono segnali premonitori dell’arresto cardiaco che, come campanelli d’allarme, possono permette un intervento risolutivo, se valutati e riconosciuti per tempo. «Sfruttare i sintomi premonitori per eseguire un triage efficace per coloro che hanno bisogno di effettuare una chiamata ai servizi di emergenza sanitaria potrebbe portare a un intervento precoce e alla prevenzione di morte imminente», ha confermato Sumeet Chugh, direttore del Centro per la prevenzione dell’arresto cardiaco presso lo Smidt Heart Institute e autore senior dello studio. Ma quali sono i sintomi a cui prestare attenzione nelle donne?
Infarto: attenzione a questi 6 sintomi
Nelle donne in età fertile l’infarto è un evento raro perché c’è ancora la protezione degli estrogeni. Mentre dopo la menopausa, con il calo della produzione degli ormoni femminili, il rischio di avere un attacco di cuore è uguale a quello degli uomini. Con l’aggravante che è più difficile riconoscerlo per tempo, perché nella donna i disturbi sono lievi e diversi da quelli classici. Di solito, infatti, mancano il senso di oppressione e il dolore al torace che si estende al braccio. Con l’aiuto della dottoressa Serenella Castelvecchio, specialista in cardiologia e ricercatrice dell’Area cardiochirurgia del Policlinico San Donato di Milano, ecco qui di seguito quali sono i sintomi più frequenti di infarto nelle donne:
1) una stanchezza improvvisa e ingiustificata che non compare dopo una giornata faticosa o una malattia come un’influenza.
2) Mancanza di respiro e affanno senza aver fatto sforzi, come una corsa, aver salito le scale o portato dei pesi.
3) Un leggero dolore nella parte centrale della schiena che può irradiarsi verso il collo e le spalle. Non si tratta di fitte o contratture ma di un senso di indolenzimento.
4) Un dolore sordo alla mandibola.
5) Un senso di malessere allo stomaco accompagnato da nausea e a volte da vomito.
6) Capogiri, vertigini e sudori freddi.
Se uno o più di questi disturbi si manifestano all’improvviso e nel giro di 4, 5 ore non passano o, addirittura, si intensificano bisogna chiamare il 112 o andare al pronto soccorso. Prima si interviene e più alte sono le probabilità di limitare i danni al cuore.
Quando il rischio infarto è più alto
La probabilità che, in presenza di uno o tutti e 6 i sintomi sopracitati, si tratti di un infarto aumenta dopo i 40-45 anni e se ci sono altri fattori di rischio per il cuore come:
– il sovrappeso
– il vizio del fumo
– l’ipertensione
– la familiarità, cioè se qualcuno in famiglia ha avuto problemi di cuore.
Il pericolo che si tratti di un infarto è più alto anche in questi casi:
– se i sintomi si manifestano al mattino presto: si è visto, infatti, che in molti casi l’infarto colpisce al risveglio.
– Se i malesseri compaiono dopo un forte emozione, un’arrabbiatura o un dispiacere. Nelle persone predisposte, lo stress può essere un fattore scatenante.