Diverse Regioni si sono organizzate e hanno iniziato le somministrazioni del vaccino anti-influenzale anche in concomitanza con quello anti-Covid, per alcune categorie. A seconda delle zone sarà possibile rivolgersi anche al medico di famiglia o in farmacia, e le persone per le quali è raccomandata la doppia immunizzazione sono gli over 60 e i fragili, anche se quest’anno anche ai bambini è raccomandata maggiormente la vaccinazione anti-influenzale, mentre la protezione da Covid non è ancora disponibile sotto i 12 anni.

Ecco le risposte ai dubbi, da parte dell’esperto, il dottor Paolo D’Ancona, epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità.

Perché è consigliabile fare insieme i due vaccini

Perché potrebbe essere consigliabile ricevere una doppia immunizzazione insieme o a breve distanza l’una dall’altra? «Chi si occupa di vaccinazioni lo sa bene, il motivo principale è la facilità di accesso: in un’unica occasione, si provvede a due immunizzazioni. Questo non agevola tanto il Servizio sanitario nazionale, quanto soprattutto il cittadino, che risparmia tempo, recandosi una sola volta dal medico o in farmacia, invece che due» chiarisce D’Ancona.

Non ci sono controindicazioni

Tra coloro che possono ricevere la terza dose, perché sono trascorsi almeno sei mesi dalla seconda, potrebbe sorgere il dubbio di controindicazioni nel ricevere due vaccini contemporaneamente. C’è da temere? «Assolutamente no, non c’è alcun motivo per evitare una co-somministrazione, ma è bene chiarire: per controindicazioni si intende che c’è una ragione specifica per cui una persona non può fare uno dei vaccini, per esempio in caso di una allergia gravissima a uno dei componenti del vaccino stesso, quindi non il semplice prurito» precisa l’esperto. «Diversamente, quando si verificano alcuni disturbi dopo la somministrazione, si parla di eventi avversi. Le analisi condotte finora hanno mostrato che non c’è un eccesso di reazioni avverse con la co-somministrazione. Per questo la doppia vaccinazione è stata autorizzata, con una circolare del 2 ottobre scorso da Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco), dal ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, che hanno anche indicato l’intervallo temporale ottimale tra somministrazione del vaccino anti-Covid e gli altri vaccini, compreso l’anti-influenzale».

Dose unica o due in due settimane?

«Quattordici giorni rappresentano la finestra temporale indicata per la somministrazione del vaccino anti-Covid e i “vivi attenuati”, come quello per morbillo-parotite-rosolia (MPR), o per la varicella o ancora per quello contro l’herpes zoster di vecchia generazione. Per questi, quindi, è necessario aspettare due settimane per evitare che eventuali eventi avversi si sovrappongano e per non aumentare il rischio di lievi forme di malattia dai vaccini “vivi attenutati”» spiega D’Ancona. Questa indicazione potrebbe essere utile per le donne in età fertile non ancora vaccinate per morbillo che, passati i sei mesi dalla seconda dose, potrebbero ricevere la copertura contro l’influenza.

Dove ci si vaccina

L’organizzazione delle campagne anti-influenzali è, come sempre, regionale, quindi occorre informarsi presso il proprio territorio. Ad esempio, in Lombardia sono 365 le farmacie dove si possono ricevere entrambi i vaccini, anti-Covid e anti-influenzale, dopo che il personale ha seguito un corso di formazione apposito e la relativa abilitazione alla somministrazione. «Le organizzazioni sono regionali e noi non abbiamo una visione aggiornata e completa. L’Istituto Superiore di Sanità, però, ha messo a disposizione corso di formazione per i farmacisti per entrambe le vaccinazioni e l’obiettivo resta quello di rendere il più facile possibile la distribuzione dei vaccini, in modo capillare sul territorio» dice l’epidemiologo dell’ISS.

Quando bisogna vaccinarsi

«Dal momento che la vaccinazione anti-influenzale diventa efficace dopo 2/3 settimane dalla somministrazione e siccome il picco normalmente si ha intorno a gennaio, in genere si può arrivare a vaccinarsi anche a dicembre. Ma considerato che siamo a novembre, che le temperature sono scese e il freddo favorisce la trasmissione dei virus, questo resta il periodo giusto per immunizzarsi – conferma l’esperto – Tra l’altro proprio in queste ore è arrivato il primo monitoraggio dell’influenza da parte dell’Istituto Superiore di Sanità che indica una soglia più elevata rispetto agli scorsi anni nei bambini: significa che il virus sta circolando maggiormente».

Che effetto ha il Covid sull’influenza?

Gli effetti del Covid si sono già visti sulla diffusione di altri tipi di virus, come quello sinciziale che colpisce i bambini piccoli, ma non mancano le conseguenze anche sulla diffusione e “aggressività” del virus influenzale: «Il fatto che lo scorso anno non abbia circolato – a causa delle restrizioni e delle misure di protezione come mascherine e distanziamento – ha fatto sì che si stia assistendo a una sorta di effetto booster naturale: significa che si presuppone che le persone non vaccinate possano avere forme influenzali un po’ più impegnative, perché non sono venute a contatto con l’influenza. Questo è uno dei motivi per cui quest’anno la vaccinazione anti-influenzale è particolarmente raccomandata. I dati ci confermano che il livello di incidenza è sopra la soglia, vuol dire che siamo i vicini all’inizio della stagione influenzale» spiega D’Ancona.

Per chi è raccomandata la vaccinazione anti-influenzale

«Le categorie sono quelle degli scorsi anni, a partire dagli over 60 e fragili. Ma quest’anno, per i motivi appena indicati, molte Regioni hanno seguito una indicazione del ministero della Salute e hanno deciso di offrire la vaccinazione anti-influenzale gratis anche ai bambini: il virus potrebbe girare un più dello scorso anno e ad essere colpiti potrebbero essere anche i più giovani, in particolare sotto i 6 anni» conclude l’esperto.