Dura vita per le insegnanti donne. Secondo due studi americani della Eastern Washington University di Cheney (Stato di Washington) gli allievi trattano i docenti in maniera diversa a seconda del sesso. A dover stare in guardia sono proprio le maestre e le professoresse verso le quali i ragazzi si rivolgono in maniera più arrogante, chiedono voti più alti, non si fanno problemi a consegnare il compito in ritardo.
La fotografia tracciata arriva dalla ricerca compiuta su 300 università americane, dove intervistando 88 professori si è scoperto che i trattamenti di favore vengono chiesti più alle insegnanti donne che ai maschi. D’altro canto, a detta dei ricercatori, quest’ultime sarebbero capaci di avere rapporti più stretti con gli studenti che spesso scelgono le insegnanti anche per confidare i loro problemi.
Un comportamento che si riscontra già in età scolare: da un’inchiesta di “Moneyish”, sito di finanza personale al femminile del Dow Jones Media Group, emerge che se al posto del maestro c’è la maestra i ragazzi si prendono più libertà, escono dalla classe per andare in bagno o per usare il cellulare senza troppo preoccuparsi della figura del docente.
Tutto questo diventa un “carico” di stress per le donne che stanno nella scuola: lo scorso anno uno studio dell’Università della California fatto su 20 mila professori ha messo in evidenza il fatto che le donne hanno più incombenze organizzative.
Squilibrio di genere
Un numero che accomuna l’Italia all’America è il fatto che in entrambi gli Stati la maggioranza dei docenti è femmina. Nel nostro Paese è da sempre così: i maschi sono solo il 17% del sistema d’istruzione. Nella scuola dell’infanzia neanche arrivano all’1% e alla primaria sono il 3,64% secondo gli ultimi dati disponibili. Uno squilibrio di genere che è una costante nei decenni così come è senz’altro in parte vero che gli studenti hanno atteggiamenti diversi a seconda del sesso dell’insegnante.
Quanto conta il carisma dell’insegnante?
In realtà non conta solo il genere ma anche l’età e soprattutto il carisma che il o la docente sanno esercitare. Il dato che ci arriva dagli Stati Uniti ci racconta solo un punto di vista. La questione è più complessa e va vista a seconda delle fasce d’età. Alla scuola primaria ad esempio, i bambini sanno che se hanno a che fare con un maestro maschio è meglio che vi sia una loro compagna a chiedere di “uscire in giardino all’intervallo”. Così come se vi è la maestra sarà un maschio a tentare qualche richiesta di favore.
Il clima cambia alla secondaria di primo grado dove i ragazzi diventano più spregiudicati e hanno altre esigenze. In quel caso effettivamente la personalità maschile (se capace di essere carismatica e di ottenere fiducia) spesso esercita maggiore timore, rispetto alla donna. I miei ex alunni mi confidano di “approfittarsi” molto più di una docente donna che di un maschio. Ma è altrettanto evidente che anche in questo caso non è il genere a fare tutto ma la personalità del prof.
È altrettanto vero che gli allievi maschi preferiscono confidarsi con i maestri e le allieve con le maestre. Quando una mia alunna è in crisi, piange, ha qualche problema, i tentativi da parte mia per riuscire ad entrare in confidenza ed aiutarla sono maggiori rispetto a quelli della collega che puntualmente in questi casi chiamo in soccorso.