Che cosa significa “Isis“?
“Isis” sta per “Stato Islamico in Iraq and Siria“. Questi combattenti però vengono identificati anche come “Is” (“Islamic State”, cioè “Stato Islamico“) o Isil (Stato Islamico dell’Iraq e del Levante). In ambiente diplomatico, invece, li chiamano con un acronimo arabo: Daesh, “Stato islamico dell’Iraq e della grande Siria che corrisponde al Levante”.
Che cosa vuole l’Isis?
L’obiettivo dei miliziani estremisti (i cui affiliati abbiamo imparato a conoscere da vicino anche dopo i fatti di Parigi) è uno solo: creare un grande Califfato, uno stato che vada dal Pakistan al Marocco. Vogliono inoltre che sia fondato su una applicazione estrema della legge islamica (sharia), la cui infrazione comporta uccisioni, esecuzioni pubbliche, crocifissioni e altri atti violenti. La vera forza di questi miliziani è che sono imbevuti (e si auto-alimentano) di ideologia jihadista: sono pronti cioè a una jihad, una guerra santa contro gli infedeli.
Come è nato l’Isis?
L’Isis nasce in Iraq, all’indomani dell’invasione americana del 2003. L’incapacità internazionale di gestire il dopo Saddam trascina quel paese in una profonda crisi fra gruppi etnici, principalmente fra sunniti e sciiti. Uno scontro civile e religioso che continua a infiammare tutto il Medio Oriente. Nella polveriera irachena, i miliziani con a capo Al Zarqawi proclamano la loro vicinanza ad Al Qaeda (Bin Laden) e l’intenzione di creare un Califfato: è l’embrione dell’Isis. La sigla “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante” compare nell’aprile del 2013.
Quando nasce ufficialmente l’Isis?
Altra data storica: 29 giugno 2014. Si proclama la creazione di un Califfato (uno stato islamico), che cancelli tutti gli attuali confini e riconosca come autorità auto-proclamata, Abu Bakr al-Baghdadi (attuale leader). Il gruppo annuncia anche il cambio del nome: “Is“, togliendo così ogni riferimento geografico a Iraq e Levante, per assumere una dimensione più mondiale.
Quali zone controlla?
Fra Siria e Iraq, la fetta di territorio controllato da Isis si colloca da Raqqa a Tikrit, Ramadi e Mosul. Sono affiliate a Isis le cellule di Khorasan, attive fra Pakistan e Afghanistan. L’Isis è molto presente anche in Africa: fra Mauritania, Mali, Algeria, Libia, Niger, opera una delle più importanti organizzazione collegate a Isis: Aquim. Quelle di Boko Haram, invece, controllano una porzione del nordest della Nigeria; quelle di Al Shabab sono presenti in Etiopia, Somalia e Kenya.
Che ruolo ha avuto in Siria?
Quando nel 2011 esplodono la rivolte, il presidente Bashar al Assad, che appartiene a una setta sciita, avvia una repressione a tappeto contro gli oppositori, che sono soprattutto sunniti. Lo scontro fra queste due fazioni porta a una cruenta guerra civile, ancora non risolta. Ed è proprio nelle pieghe di queste continue violenze che cresce il fondamentalismo islamico. L’Isis vi attecchisce raccogliendo consensi anche fra i sunniti della regione: proprio perché è un’altra forza anti-Assad.
Chi finanzia l’Isis?
Secondo quanto riportato dal Financial Times, lo Stato islamico guadagna ogni giorno 1,5 milioni di dollari dalla vendita del greggio estratto nei territori sotto il suo controllo. Altri proventi arrivano da riscatti per gli ostaggi stranieri; dalla vendita di beni archeologici trafugati. E in parte anche da una specie di tassa imposta nel mini stato che controlla, fra Iraq e Siria. Organismi internazionali stimano che l’Is tenga nelle sue casse circa 1 miliardo di dollari.