Almeno quattro volte alla settimana: tanti devono essere i rapporti intimi in casa Lopez-Affleck. Lo dice il contratto. Così come ne esistono per l’affitto delle case o il noleggio di un’auto, così anche nel futuro (secondo) matrimonio tra le due star ci dovrà una quantità “minima” di sesso.
Il sesso come un allenamento in palestra?
Se è vero che la fiamma della passione va alimentata con costanza, ecco che l’obiettivo della clausola della coppia vip pare essere proprio la volontà di non far spegnere la passione. Ma il rischio potrebbe essere anche quello di “uccidere” del tutto il desiderio l’una dell’altro (e viceversa), riducendo i rapporti a una mera performance, al pari di una sessione di allenamento o un appuntamento da smarcare. Ne è convinto Marco Inghilleri, psicoterapeuta, sessuologo e vicepresidente della Società italiana di sessuologia ed educazione sessuale (Sies).
Il sesso nel contratto (o da contratto) aiuta la passione?
Il sesso per JLo e Ben Affeck dovrà essere previsto 4 volte alla settimana, un po’ come gli allenamenti in palestra per le appassionate e gli appassionati di fitness o come la presenza di alcuni cibi in una dieta. La notizia ha fatto il giro del web, non senza incontrare qualche perplessità da parte degli esperti. Davvero fissare un certo numero di rapporti intimi può aiutare la coppia a mantenere viva la passione? «No, penso sia impossibile, perché l’Eros ha bisogno di atmosfere, non certo di contratti. Relegarlo sotto forma di accordo scritto non credo sia consigliabile né possibile, anche perché implicherebbe prendersi un impegno su qualcosa che non si può garantire. In amore non ci sono certezze» spiega Inghilleri. «C’è poi anche un altro aspetto: i rapporti intimi non sono performance da garantire» aggiunge l’esperto.
Il sesso non è una performance
«Pensare di poter stabilire nero su bianco quanto spazio e che frequenza dare alla sessualità rientra in una logica, come quella della società attuale, che tende a misurare tutto, anche ciò che non può essere “quantificato”. E l’Eros non è misurabile, non è una semplice performance fisica» spiega il sessuologo e psicoterapeuta. Ma esiste un numero minimo di rapporti che dovrebbero avere un uomo e una donna che fanno coppia? «No, non esiste affatto un numero minimo, anche perché nel corso degli anni si cambia, di modifica quello che è il cocktail fisiologico e ormonale. Ad esempio, gli uomini producono meno testosterone, quindi anche gli aspetti biologici non sono uniformi nel tempo, cambiano in base all’età. A questo si aggiungono anche modifiche nell’equilibrio della coppia» spiega lo psicoterapeuta e vicepresidente della Sises.
La differenza tra innamoramento e amore: il sesso non si può quantificare
Che la frequenza dei rapporti intimi sia maggiore quanto più si è giovani o all’inizio di una relazione è noto, ma il fatto che poi “diminuiscano” non equivale necessariamente a un desiderio minore o a un sentimento “di serie B” perché, secondo gli esperti, c’è un’evoluzione nel tipo di rapporto. In più ogni coppia è a sé: «Come non è possibile misurare l’amore, non si può misurare la felicità tout cour, ognuno la costruisce in base a sensibilità e criteri propri: è qualcosa di molto personale» spiega Inghilleri. «In generale è vero che si parte con una fase di innamoramento, nel quale domina l’Eros, ma poi il sentimento assume anche altre forme, che sono molte. Basti pensare che gli antichi greci avevano ben 8 termini per indicarne le sfumature. Mentre noi lo chiamiamo in un unico modo, Amore, loro avevano anche Agapé o Filia, solo per fare alcuni esempi, che indicano rispettivamente l’amore disinteressato e la vicinanza. Le componenti affettive, insomma, si modificano anche a seconda di reazioni alchemiche e, dopo Eros, l’amore più passionale, c’è solitamente una fase evolutiva. Poi subentrano anche componenti personali, perché ogni coppia dà un proprio significato allo stare insieme» spiega ancora l’esperto.
Come capire se una coppia è felice
Insomma, l’equivoco nel pretendere di avere un indicatore certo di felicità, come il numero di rapporti intimi settimanali, sarebbe doppio: ritenere che il sesso sia l’unico indicatore della felicità di coppia e che sia una mera prestazione fisica. Ma allora come capire se una coppia è “felice” o se “tiene”? «Io credo che sicuramente l’indicatore non sia la quantità di Eros, quanto piuttosto la qualità del legame affettivo. Col passare del tempo questo, proprio come il vino, o diventa aceto o migliora in qualità. Attenzione, però, a cosa si intende per amore e rapporto di coppia: spesso si sta con una persona più per il bisogno di sentirsi amati che non per amare l’altro: amare è un gesto gratuito, ma più faticoso perché implica un atteggiamento attivo, mentre sentirsi amati è passivo, non richiede sforzi. Se non si ha presente la differenza, si può andare incontro a equivoci e problemi».