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Cara Chiara, il vostro settimanale ha un titolo molto importante: Donna moderna. Osservando l’universo femminile come nonna, non riesco a capire che cosa possa risultare dall’emancipazione femminile attuale. Il dominio maschile prevale ancora, animalescamente violento, sulle donne, con epiloghi tragici quasi giornalieri. Vi domando: è perché l’uomo non riesce più a dominare il proprio istinto di sopraffazione? Oppure si sente spodestato del suo ruolo di comandante e dunque prova a schiavizzare la donna, a piegarla al suo volere rendendola sottomessa, remissiva? Il ribellarsi può forse generare questa forma di caduta dal piedistallo e rendere l’uomo carnefice nel tentativo di sentirsi più forte.
Maria Grazia
Mia cara Maria Grazia, affronti ovviamente una questione complessa a cui dai una lettura interessante…Ragioniamoci entrambe, tu da nonna e io da mamma, comunque Donne Moderne. Secondo te, dunque, ci sarebbe un aumento di violenze contro le donne e di femminicidi proprio perché alcuni uomini vedrebbero messo in pericolo il proprio ruolo di dominatori e proverebbero orribilmente a reagire. Può essere vero in alcuni casi: sicuramente l’autonomia e l’indipendenza femminile sono ancora inconcepibili (e dunque da punire o sopprimere) per qualcuno. Ma ho un sospetto. E cioè che non ci sia oggi più prevaricazione maschile di ieri. Che non ci sia più violenza o ristrettezza mentale. Semplicemente: oggi queste storie emergono. Circolano le notizie, escono dalla prigione delle vite private. E, finalmente, esistono modi per denunciarle. La prevaricazione e la violenza non sono (solo) reazioni alla modernità: credo siano soprattutto sopravvivenze infami di qualcosa di preistorico che c’è sempre stato e che un tempo veniva taciuto e accettato passivamente. Pensare che le violenze siano generate (solo) dall’emancipazione potrebbe addirittura spingere ad avere paura. Al contrario, senza paura bisogna andare avanti. Perché, nonostante sia preistorica, proprio perché è preistorica, la violenza si estingua.
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