La gentilezza non vuol dire solo buone maniere. Essere gentili, vivere e lavorare in modo gentile produce valore nelle relazioni, un valore che ha un certo peso sul benessere di un intero Paese e che può essere misurabile. Ma c’è di più. La gentilezza potrebbe diventare il 13esimo parametro per valutare il benessere dei cittadini, dopo indicatori come il PIL, dopo la salute, l’istruzione, l’ambiente, la qualità dei servizi, la parità di genere.
Gli effetti della gentilezza sulle società
Per convincere le istituzioni del valore della gentilezza e dell’impatto che esercita sulla società e sull’economia, sono nati i primi studi per calcolarne gli effetti reali e concreti sulle comunità – in particolare sul PIL – promossi dall’Osservatorio italiano della gentilezza e del comportamento. L’Osservatorio è un organismo indipendente che sviluppa progetti di ricerca multidisciplinari sul valore sociale, ambientale ed economico della gentilezza. È coordinato dal Movimento italiano per la gentilezza (MIG), ente no profit fondato nel 2001 e collegato al World Kindness Movement di Tokio, movimento riconosciuto dalle Nazioni Unite. Il MIG lavora su quattro linee guida – Sanità, Giustizia, Urbanità Sostenibile e Uguaglianza Globale – ispirate al Global Goal 11 di Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Quanto pesano sul PIL i maltrattamenti sui minori
Il primo studio, appena pubblicato, indaga i costi diretti e indiretti dei maltrattamenti sui minori, che generano una spesa pubblica di oltre 13 miliardi di euro e arrivano a pesare fino allo 0,84% sul PIL: questo è il “conto economico” dei maltrattamenti su bambine bambini, senza contare gli impatti sulla salute dei piccoli e sul loro futuro. Il dato emerge dall’analisi realizzata per l’Osservatorio dal CE.S.MA.L (Centro Studi sul Management e il Lavoro), onlus che si occupa di ricerca e attività divulgativa sui temi del lavoro e dell’impresa, fondata e presieduta da Antonio Votino.
La gentilezza è utile
«Un bambino maltrattato pesa in modo significativo sui bilanci dei Comuni, sui bilanci delle aziende sanitarie e dei centri di salute mentale, così come sui bilanci della giustizia» spiega il professor Votino, docente di Economia e diritto presso l’Università di Macerata. «E questo sia oggi, per la sua protezione e tutela, che nel futuro, perché il maltrattato ha un’alta probabilità di sviluppare in età adulta patologie sanitarie anche gravi (dipendenza, malattie mentali, disabilità, disturbi cardiovascolari, disturbi psicologici etc.), devianze e criminalità, disoccupazione e perdita di reddito, incidendo, dunque, sul bilancio dello Stato e sulla perdita di produttività e di PIL». Un bambino maltrattato oggi, diventerà un adulto fragile domani.
I costi diretti e indiretti dei maltrattamenti sui minori
L’analisi stima sia i costi diretti che quelli indiretti dei maltrattamenti sui minori. I costi diretti che in totale valgono quasi 340 milioni di euro comprendono l’ospedalizzazione (49 milioni di euro), la cura della salute mentale (21 milioni di euro), il welfare (214 milioni di euro), l’affido familiare, gli interventi di polizia e le spese della giustizia (53 milioni di euro). I costi indiretti che ammontano a circa 12 miliardi e 700mila euro e riguardano l’educazione speciale (209 milioni di euro), la cura della salute da adulti (326 milioni di euro) la criminalità adulta connessa ai maltrattamenti (oltre 5 miliardi di euro), la delinquenza giovanile (152 milioni di euro) e le perdite di produttività sociale ( 6 miliardi di euro).
Maltrattamenti e gentilezza
Lo studio si inserisce in un filone di ricerca che il Movimento italiano per la Gentilezza ha lanciato qualche mese fa e che ha il suo focus nell’analizzare gli effetti reali della gentilezza sulla società contemporanea, valutando in che modo un ecosistema “più gentile” possa influenzare la generazione di ricchezza. «Il concetto di gentilezza, infatti, è molto più ampio di quello a cui siamo abituati a pensare» commenta la presidente del Movimento, Natalia Re. «Va oltre l’empatia e l’educazione e comprende le basi del vivere comune, il rispetto dell’altro, delle differenze e delle leggi dello Stato. È lo strumento che ci aiuta a vivere e interagire con il prossimo in maniera virtuosa». Ovviamente la giustizia è al centro di questa indagine. «In questo primo studio ci siamo concentrati sui reati in cui è mancata l’impronta dell’empatia e della gentilezza fin dall’origine, ovvero l’educazione dei maltrattanti. Molti di questi reati non sarebbero avvenuti se si fosse riusciti a lavorare in modo preventivo sull’educazione».
Forma di coesione sociale e antidoto alla violenza
Torna quindi alla ribalta il tema dell’educazione affettiva: «Vogliamo fare pressione sul governo affinché sia inserita nei programmi fin dalle scuole elementari. Il nostro scopo è quello di supportare le istituzioni nella definizione delle loro politiche con dati e strumenti concreti. La nostra idea – spiega Natalia Re – è che si intervenga attraverso la gentilezza in maniera preventiva. In questo modo si ridurrebbero in misura percentuale i costi che invece andrebbero sostenuti per riparare i danni del fenomeno». La gentilezza insomma come valore utile e concreto. «Stiamo dialogando con i prefetti, perché anche l’ordine pubblico risentirebbe di un ecosistema più gentile e più sostenibile. Pensiamo per esempio ai reati d’odio e a quelli connessi alle discriminazioni» continua Natalia Re. «Come Movimento crediamo nell’effetto della gentilezza anche sui conti pubblici e sulla crescita economica: saper convivere con l’altro è un indicatore del benessere socio-economico di una comunità».
Alla ricerca dell’algoritmo della gentilezza
In attesa del 13 novembre, Giornata mondiale della gentilezza, l’Osservatorio monitora siti web e social network con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, alla ricerca dell’algoritmo della gentilezza. «Stiamo interrogando la rete inserendo due parole chiave al mese. Ogni mese, fino a dicembre, produciamo un report, cioè un quaderno di osservazione, che ci aiuterà a capire quanto la gentilezza pesa sul benessere del nostro Paese. Finora abbiamo indagato gentilezza e lavoro, gentilezza e turismo, gentilezza e social network, ed è emerso come la gentilezza sia in grado di agire anche sulle performance aziendali».
Le iniziative per promuoverla
La gentilezza deve uscire dal campo delle buone maniere ed entrare in quello delle buone pratiche, perché è tutto: è cura, welfare e sostenibilità e pervade tutti gli aspetti della nostra vita. Così negli anni abbiamo visto fiorire iniziativa più svariate, da quelle delle amministrazioni comunali alle idee creative di manager e gruppi spontanei di cittadini.
Gli assessorati e le reti nazionali
Più di 140 Comuni e tutte le Regioni d’Italia hanno un Assessore alla Gentilezza, una figura (generalmente scelta fra gli Assessori già in carica) che ha il compito di mettere a disposizione della comunità strumenti per generare un cambiamento sociale propositivo. Esistono perfino le capitali della gentilezza: dopo Novare nel 2023, la città più gentile del 2024 è San Severo (Foggia), capofila del Patto nazionale di gentilezza con comuni ed enti del foggiano. Queste iniziative fanno capo all’’Associazione Culturale Cor et Amor, nata nel 2014 e creatrice del progetto nazionale Costruiamo Gentilezza, i cui protagonisti sono i Costruttori di gentilezza,, figure che attraverso giochi, buone pratiche, iniziative locali e momenti condivisi, diffondono esempi di gentilezza. Queste figure sono collegate tra loro attraverso delle Reti: Rete Nazionale Assessori alla Gentilezza, Rete Nazionale Insegnanti per la Gentilezza, Rete Nazionale Allenatori per la Gentilezza, Rete Nazionale Medici Pediatri per la Gentilezza, Rete Nazionale Imprenditori della Gentilezza, che permettono loro di condividere idee ed opinioni sui giochi e sulle pratiche di gentilezza.
Il Club Uomini Gentili
L’idea viene a una donna, Alessandra Ottaviani, manager a capo del gruppo Fimelato, un brand sartoriale costituito da una rete di 30 laboratori italiani per abiti da uomo su misura. Una realtà di nicchia, dove l’eleganza e lil garbo delle linee vengono declinati anche in chiave sociale. Nel 2023 nasce infatti da una sua intuizione il Club Uomini Gentili, che ora raduna 18mila persone in tutta Italia, di cui il 40 per cento donne. «A molti piace parlare di comunanza, sostenibilità sociale, vicinanza, empatia. Io utilizzo un vecchio, ma ancora valido, vocabolo. Che è quello della gentilezza» spiega Alessandra Ottaviani. Inflazionato, certo, d’antan, forse, ma l’unico che potrà salvarci. E la bellezza? Non è una cosa bella ringraziare, salutare, aiutare chi ti è vicino? Non sono ancora belle le persone silenziose, discrete, capaci di empatia, lontane da arroganza e prepotenza, con l’animo raffinato?». E così una serie di uomini di successo in ambiti differenti, dal design all’editoria, dall’alta consulenza al legal, dal fractional management all’arte, si raduna nel Club Uomini Gentili e dà vita al Premio Gentilezza Italiana. Il premio intende celebrare personalità della società civile e aziende private che hanno dimostrato di incarnare gli ideali di gentilezza, rispetto e attenzione nei confronti del prossimo. Le categorie sono: Persona gentile, Impresa gentile, Associazione solidale, Innovazione Sociale(invio delle candidature entro il 30 aprile 2024.) Una Giuria di qualità, composta dagli Ambassador del Club, selezionerà i migliori progetti che saranno premiati in un evento di Gala a Milano il 13 novembre 2024, in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale della Gentilezza.
A Varese l’Angolo per allattare
Anche dare la possibilità alle mamme di allattare il proprio bimbo in un luogo riservato è un gesto di gentilezza. All’interno del centro commerciale Le Corti di Varese è nato l’Angolo della gentilezza, uno spazio sicuro e confortevole dedicato alle neo-mamme. L’idea è stata realizzata dal gruppo Varese in maglia, che realizza manufatti a maglia e all’uncinetto .