Da un paio di giorni la sua bacheca di Facebook è tutta un “Spacca!”, “Se non sai… copia!”, “Crepi crepi crepi”.
Sì, avete capito bene: Carmen è una maturanda.
A dirla tutta, la maturità se l’è conquistata sul campo, in 46 anni di vita, di cui 28 da madre. Ma adesso, assieme a migliaia di studenti italiani, sta lottando per conquistare quella di carta.
Istituto d’arte di Lecce, indirizzo arredamento e architettura: negli ultimi anni Carmen l’ha frequentato tutti i giorni dalle 15 alle 21, in compagnia di altri adulti e di suo figlio ventottenne Diego. Compagno di banco per 4 anni di scuola serale, come per 4 giorni di prove scritte.
Lui, per essere precisi, un diploma ce l’ha già. Ma quando sua mamma gli ha annunciato l’indirizzo di studi che aveva scelto, si è appassionato e ha deciso di seguirla in questa avventura.
E così, ogni mattina, entrambi hanno lavorato dalle 8 alle 14 nella falegnameria di famiglia a Martignano, duemila anime nel cuore del Salento. Il tempo di mangiare e via a scuola. Diego non ha avuto bisogno di studiare. Carmen invece sì. E sono stati molti i giorni in cui si è svegliata alle 4 del mattino per rubare alla giornata poche ore di silenzio da dedicare allo studio.
«Il dono più grande? La vita che una madre dà a un figlio». Carmen ha iniziato così il saggio breve dell’esame di maturità. E per quanto un dono non abbia bisogno di essere ricambiato, lei in cambio ha ricevuto molto: un figlio che, tutte le volte in cui stava per mollare, è rimasto lì accanto, a sostenerla, a farle cambiare idea.
Perché rimettersi sui libri a quarant’anni? Carmen non si aspetta niente. Non un riscatto sociale, non un lavoro migliore. In questo pezzo d’Italia che parla griko (antico dialetto neo-greco) e brama occupazione, lei un lavoro ce l’ha e non vuole cambiarlo.
La scuola, per Carmen, è stata la via d’uscita dal buio. Da quell’attimo in cui, all’improvviso, si era spenta la luce. La figlia, oggi 25enne era partita per l’università, e lei improvvisamente si era resa conto di non aver più molto da donare a due figli tanto amati quanto ormai grandi.
A riaccendere la luce, la scuola. Quella che a 13 anni non le andava di frequentare e che adesso, 30 anni dopo, le ha restituito fiducia, autostima. E la chiara percezione che in ogni momento possiamo prendere in mano la nostra vita e cambiarle il verso.
«Siamo padroni delle nostre azioni, ma non dei nostri sentimenti. Abbiamo colpa per quello che facciamo, ma non per quello che sentiamo» recitano i versi del poeta brasiliano Mario Quintana che Carmen ha postato qualche giorno fa sul suo profilo Facebook.
E voi cosa ne pensate? È successo anche a voi o a qualcuno che conoscete di dare una svolta alla vita, magari grazie allo studio?
NB Questo articolo è l’editoriale che apparirà sul numero 26 di Confidenze