Nel suo nuovo libro, Senza fine (Feltrinelli), Gabriele Romagnoli racconta la storia di Bruce Springsteen e Patti Scialfa: «Si conobbero giovanissimi. Lui la respinse a un provino, ma più tardi la accolse nella band. Mentre si esibivano insieme era evidente a tutti, da subito, la chimica che li univa. Eppure lui sposò un’altra. Impiegò 8 anni per disamorarsene e correre, finalmente, da Patti». Come la relazione continua lo sappiamo. La coppia è diventata inseparabile nella vita e sul palco, dove ancora si esibisce: il boss davanti e lei un po’ arretrata con la chitarra al collo. Si sono sposati nel 1991 e hanno 3 figli.
La loro esperienza, comune a tante altre coppie, ha qualcosa di speciale: fonde insieme il colpo di fulmine, l’incertezza del primo amore e la sicurezza dell’approdo finale. Quello che ci fa capire che lui o lei sono la persona giusta. Romagnoli parla della meraviglia dell’ultimo amore. Può essere una persona incontrata fuori tempo massimo o, al contrario, quella che ci è sempre stata al fianco e a un certo punto riscopriamo con occhi diversi. Ma anche qualcuno che abbiamo incontrato quando non eravamo pronti ma che poi si è dimostrato, tanti anni dopo, quello giusto.
Un approdo sentimentale
Ma cos’è questo rapporto definitivo che, in teoria, ci dovrebbe mettere in pace con noi stessi e farci smettere di cercare? «È lo stadio più “adulto” rispetto a quello dell’innamoramento, dove prevalgono l’infatuazione e l’idealizzazione. Il momento in cui i partner cominciano a esplorare ambiti più personali, di auto realizzazione, senza pensare di abbandonare o di essere abbandonati» spiega Mariavittoria Giusti, psicologa e psicoterapeuta. Qualcuno suggella questo rapporto con un matrimonio e la creazione di una famiglia. Ma quello che identifica veramente l’”amore approdo” è il fatto che lui o lei diventino una presenza interiore e costante. «Qualcosa che ci assomiglia nelle differenze. Quando, insomma, anche nei momenti di difficoltà o di crisi ci si risceglierebbe. Questo amore, assoluto e totalizzante, è quello in cui riesci anche a mostrare e vedere parti nascoste di te. Quasi come in uno specchio».
La ricerca di una vita
In amore bisogna provare e riprovare, dice lo psichiatra Paolo Crepet che ha appena scritto un libro dal titolo evocativo: Passione (Mondadori). «Perché questo sentimento è fatto di ricerca e ci possono essere molti abbandoni e molti “approdi transitori” prima di trovare quello definitivo». Tanto più oggi che viviamo in una società dove tutto è precario, sembra dire la sociologa Gabriella Turnaturi nel suo saggio Non resta che l’amore (Il Mulino): «Pressati dal mito dell’efficienza, da una precarietà ormai stabilizzata, da una flessibilità senza tregua non dovrebbe meravigliare che tutti noi cerchiamo nell’amore gratificazione e riconoscimento e che sempre più persone chiedano a una relazione romanticismo, certezza e stabilità». E aggiunge: «Questo sentimento non solo conserva il suo incanto ma sempre più appare come la terra promessa in cui finalmente si troverà la felicità».
Può arrivare a qualsiasi età
C’è chi “l’amore approdo” lo trova a 40 e chi anche a 70 anni. Tanto più oggi, ricorda Romagnoli, che l’età media si è allungata e a 60 anni facciamo le stesse esperienze che i nostri nonni e i nostri padri facevano a 30. La metafora più calzante è quella che usa proprio Gabriele Romagnoli nel suo libro: «Inevitabilmente la prima casa che sceglierai sarà sbagliata. Non conosci la città, non sai di cosa avrai necessità o desiderio, dove vorrai rientrare la sera e da dove uscire la mattina» scrive l’autore, e ammette anche che, per trovare quella giusta, lui ha impiegato più di un trasloco. Tutto dipende dalle proprie necessità e dai propri desideri. Prima si va a tentoni, in uno spazio “ristretto”: il quartiere, la scuola, il posto di lavoro, la città in cui abiti, il luogo di vacanza. «Comunque una magia, ma che si realizza in un perimetro ristretto. La seconda occasione tenderà ad allargare quel perimetro. L’ultima avverrà all’interno della massima estensione della vita». Ma in conclusione l’amore approdo ci fa battere lo stesso il cuore come il primo amore? Una cosa è certa secondo Crepet: «La donna o l’uomo giusto devono essere capaci di accendere il fuoco del partner. Di accenderlo di vita».