Grazie è una parola preziosa che mi hanno insegnato quando ero piccola. Non è stato facile impararla, non mi veniva spontanea, non ne comprendevo il valore.

Non riuscivo a capire perché ogni volta che mi regalavano una caramella, mi facevano un complimento, mi aiutavano… dovevo ringraziare. Lo facevo per non essere sgridata. Però quel “grazie” proprio non mi apparteneva.

Adesso che sono grande riconosco il valore di quell’antica, vecchia, polverosa parola. Era il seme della gratitudine.

Da bambina pensavo che tutto mi fosse dovuto, che se ricevevo qualcosa era perché ne avevo diritto. Beh non è così! Le persone scelgono e se fanno qualcosa per me, lo fanno perché lo decidono e me lo donano.

Questo ha influenzato la mia esistenza come il percorso di un fiume. Nella vita privata come in quella professionale. Ho raggiunto degli obbiettivi perché accanto a me qualcuno (che spesso neanche conoscevo) mi ha teso la mano.

Non sono stati tutti incontri facili. Spesso mi hanno messo a dura prova, ma grazie a loro sono cresciuta. E ogni volta che un ostacolo è finalmente superato, quando la vita ha ricominciato a scorrere è per me importante voltarmi e dire grazie.

Perché sarebbe un peccato arrivare al mare senza riconoscere chi mi ha aiutato a disegnare il mio percorso. Ci arriverei sola.

Forse è per questo che adesso che sono mamma insisto ancora fino allo sfinimento con mio figlio:

“si chiede per piacere e si dice grazie. Sempre”

Ora non capisce, ma da grande lo capirà. Gli servirà per tenere i piedi per terra. Per riconoscere quando riceve e capire che valore ha dare.

E voi avete delle persone speciali a cui vorreste di dirlo? O conoscete persone incapaci di farlo? E c’è stato un grazie che vi ha particolarmente sorpreso o commosso?