Pulire personalmente i bagni e l’ufficio aumenta il business. Una filosofia aziendale importata dal Giappone, nata dall’intuizione Hidesaburo Kagiyama, e fatta propria della SharkNet Company, impresa di Monterotondo (RM) che esporta zanzariere in 50 Paesi del mondo. «Abbiamo deciso di importare questo principio che permette di diminuire gli sprechi e porta alla luce i problemi da risolvere. È un management di tipo partecipativo, basato sulla pulizia», spiega Serena Marcantoni, responsabile organizzazione e processi dell’azienda.

Chi è Hidesaburo Kagiyama

Partendo da umile ambulante, Hidesaburo Kagiyama è diventato il leader indiscusso nel campo delle forniture di accessori per auto. «Non trovo nessun’altra ragione – è solito dire – perché una persona mediocre come me sia riuscita a continuare le attività di business fino ad oggi, al di fuori del fatto che attraverso la pulizia dei bagni (e non solo) ho perseverato, in un modo quasi impossibile a tutti, nel compiere ciò che chiunque può fare». Il risultato è incredibile: la sua azienda, la Yellow Hat, fondata nel lontano 1961, conta oggi 739 negozi, un capitale di 15 miliardi e 72 milioni di yen e un fatturato consolidato di 147 miliardi 157 milioni di sempre ovviamente di yen.

La pulizia come filosofia aziendale

La pulizia del resto non è solo una questione di igiene e ordine, ma una filosofia aziendale che può trasformare radicalmente il successo di un’impresa. «Per questo – spiega Serena Marcantoni – abbiamo deciso di importare questo principio, adattandolo alla nostra azienda, ai nostri usi e costumi. È semplicemente una questione culturale che dobbiamo, in qualche modo, fare nostra. Pensate che fin da piccoli i bambini in Giappone non hanno quelli che da noi sono gli operatori scolastici. Loro, infatti, tramite turni diligentemente organizzati, puliscono, cucinano e riordinano da soli la propria classe e la propria scuola. Perché, in qualche misura, non possiamo prendere alcuni aspetti di questo modus operandi?».

ragazza che pulisce con spruzzino

«La via della pulizia»

Non a caso nel libro «La via della Pulizia», Kagiyama parla di come la pulizia possa migliorarci come individui, come possa migliorare le imprese e di conseguenza la società di cui facciamo parte. L’idea è quella che le abitudini esteriori e i comportamenti, poco a poco, siano in grado di cambiare anche il nostro carattere e il nostro approccio al mondo. Un caposaldo del pensiero di Kagiyama, che si applica senz’altro anche alla gestione aziendale: per migliorare individui, imprese e società la strada è quella di iniziare dai piccoli cambiamenti quotidiani. Piccoli risultati con grandi sforzi. E se all’inizio non tutti capiscono, col tempo si arriva a migliorare le organizzazioni, e non solo noi stessi. «Molti miei dipendenti – ricorda Kagiyama – per il primo anno mi guardavano con stupore mentre io, che ero il loro capo, pulivo le toilette a mani nude. Alcuni mi disprezzavano, mi passavano sopra, orinavano accanto a me. Ma poi, piano piano, hanno iniziato a capire e, sempre col tempo, hanno iniziato a fare come me».

Dalla teoria alla pratica: il caso SharkNet Company

«Un’attenta pulizia – prosegue Marcantoni – permette di diminuire gli sprechi e di portare alla luce i problemi che andremo così a risolvere per non farli più accadere o, nella peggiore delle ipotesi, circoscriverli. Qualcuno potrebbe chiedersi perché è necessario organizzare turni di pulizia quando si può ingaggiare una ditta che lo fa per me? La risposta è semplice: gli sprechi, i problemi, si rilevano, vengono alla luce solo se sei tu a intervenire. Solo se sarai tu e la tua squadra a farlo anche mantenendo il contratto con la ditta delle pulizie».

E per quanto riguarda le procedure da seguire Marcantoni spiega: «La mia esperienza individua alcuni passaggi fondamentali. Regola numero uno, mappare le aree critiche che si vogliono ispezionare: fare una lista degli spazi e dei luoghi. Se l’attività risulta troppo difficile, partire da piccole aree e impiegare massimo 10/15 minuti. Definire poi le procedure di pulizia: quali prodotti e strumenti utilizziamo? Una volta utilizzati, dove devono essere riposti? Le pezze per pulire ormai sporche, che destinazione avranno? Occorre quindi assegnare le responsabilità: chi pulisce cosa? Più persone saranno e chiaramente meno sarà il tempo che impiegherò per la pulizia. Serve infine gestire un calendario con turni a rotazione: potreste scegliere oppure divertirvi ad estrarre a sorte il nome del fortunato per capire chi pulisce cosa e quando».

La teoria manageriale del management by cleaning

Il management by cleaning, nella sua disarmante schiettezza è, come detto, una teoria manageriale e una filosofia: non trascurare mai ciò che è facile o ciò che è semplice, nello sforzo continuo di recuperare e raccogliere le cose che gli altri gettano via, non è nient’altro che un modo di guardare alla vita e di scoprirne il valore: «La pulizia – conclude la manager – è insomma la via più semplice per iniziare a risolvere i grandi problemi, cominciando dai più piccoli».