L’emergenza coronavirus è costata 40mila posti di lavoro solo in Veneto tra fine febbraio e inizio aprile. Ma se la ricaduta economica sarà molto pesante, è anche vero che alcuni settori hanno registrato un boom, con aumenti nei guadagni e la richiesta di nuovi addetti ed esperti.
Le nuove figure nello smart working
Il primo effetto dell’emergenza sanitaria e del lockdown è stato l’aumento del ricorso allo smart working. Per manager e impiegati è diventata una modalità di lavoro diffusa, che secondo gli esperti rimarrà anche nella fase di riapertura: «Lo smart working si è sviluppato molto per due motivi: un po’ per necessità, un po’ perché si è visto che molti lavori possono essere svolti anche da casa. Resterà quindi sia alla ripresa delle attività che presumibilmente dopo l’estate. Ma servirà un cambio: non è sufficiente far lavorare da casa. Occorrono figure professionali specifiche che riorganizzino il lavoro» spiega Fabrizio Seghezzi, presidente della Fondazione ADAPT, fondata da Marco Biaggi nel 2000 e specializzata nel diritto del lavoro e delle relazioni industriali.
Per chi invece non potrà fare a meno di recarsi sul posto di lavoro, come nel caso di dipendenti del mondo industriale, informatico, del commercio e della sanità, quali sono le opportunità?
I nuovi esperti nelle industrie
«Molte aziende si sono già trasformate, altre si stanno adeguando approfittando nel periodo di fermo obbligato. Servono sempre di più figure che si occupino di ripensare il layout interno delle fabbriche, prevedendo, ad esempio, un distanziamento maggiore nelle postazioni fisse che prima erano molto ravvicinate. Lo possono fare i responsabili di produzione o gli esperti delle risorse umane, che in passato erano solo consulenti e oggi potrebbero essere internalizzati. Sarà molto richiesta anche la figura del medico del lavoro: è lui che verifica gli standard di sicurezza individuale dei lavoratori, sia dal un punto di vista sanitario che si privacy» dice l’esperto. Un aspetto, questo, che ha a che vedere con misure di controllo come le termocamere che molte aziende stanno installando per controllare la febbre dei dipendenti all’ingresso. Le competenze informatiche, poi, sono sempre più richieste, sia nel comparto industriale sia in quello digitale, per introdurre innovazioni e automazione che permettano – come già accade in alcune realtà – di organizzare e gestire l’attività da remoto, lasciando che le macchine lavorino in “autonomia”.
Le nuove figure nell’informatica
Sia lo smart working che il mondo industriale 4.0 necessitano dunque di tecnologia informatizzata e proprio il mondo informatico è quello che ha registrato la maggior richiesta di servizi durante la prima fase di emergenza. I sistemi di archiviazione e condivisione dati tramite cloud hanno visto una crescita in pochi giorni a tre cifre (Microsoft +775% in meno di un mese). «In questo caso è fondamentale occuparsi dell’aspetto sicurezza, come hanno dimostrato i problemi registrati da applicazioni come Zoom, che permette videochiamate di gruppo e ha visto aumentare i propri utenti di 10/15 volte. Mettere in rete dati e informazioni che fino a poche settimane erano cartacei può essere rischioso. Per questo saranno richiesti sviluppatori informatici che realizzino piattaforme aziendali di condivisione a distanza, adatte alle peculiarità del proprio modello di business» spiega Seghezzi.
Videogiochi e video in streaming
Dal 16 al 22 marzo, mentre uffici e imprese erano chiusi per la quasi totalità, Microsoft, Nintendo e Sony, i big del comparto gaming, hanno aumentato le vendite del 155% (+84% solo in Italia), con 4,3 milioni di videogames acquistati nei principali 50 mercati globali (+63% rispetto alla settimana precedente). Quando il 10 marzo Activision ha rilasciato gratuitamente Call of Duty Warzone, 6 milioni di giocatori in tutto il mondo non si sono lasciati sfuggire l’occasione, segno che il settore è in piena crescita, insieme a quello dell’intrattenimento in streaming (Netflix, YouTube, ecc.) con il traffico dati tramite internet che, secondo Milano Internet Exchange, è arrivato a mille miliardi di bit al secondo. Chi ha intuito il potenziale di guadagno è Disney, che se da un lato ha dovuto chiudere i propri parchi tematici, dall’altro ha totalizzato 50 milioni di utenti in 5 mesi con il suo nuovo servizio di video in streaming (Disney+). Da qui la necessità di nuove idee ed esperti nel settore.
Le consegne a domicilio
Pur con le difficoltà del contingentamento, l’alimentare è cresciuto (+ 18,5% per i supermercati, +6,7% per i discount), trainato da prodotti di prima necessità (farina + 186,5%, burro 79,7%, uova +53,7%, secondo i dati Nielsen) e a lunga conservazione (latte UHT, conserve, riso, pasta, caffè e surgelati) seguiti da affettati, birra, vino e camomilla. In crescita anche gli acquisti online (+142,3%, dal 16 al 22 marzo). «Come per lo smart working, il mondo delle vendite online (compreso Amazon) e delle consegne a domicilio hanno portato a un cambio di abitudini che forse segnerà una leggera flessione non appena si potrà tornare a uscire, ma che riprenderanno in seguito perché si è imparato ad apprezzarne la comodità e l’utilità» spiega l’esperto.
Il personale sanitario e gli esperti di telemedicina
Il mondo sanitario ha subito una rivoluzione e ha fatto emergere l’importanza delle risorse umane e tecnologiche. Dopo le prime assunzioni in emergenza di medici e infermieri, è prevedibile che siano immessi nel settore anche esperti nel campo della telemedicina: tecnici, ad esempio, che sappiano utilizzare dispositivi di monitoraggio da remoto dei pazienti a casa, tramite cerotti intelligenti, App e Intelligenza Artificiale. «Occorrerà sempre di più affidarsi a un’assistenza domiciliare a distanza di qualità, dunque si può prevedere la crescita di questo settore. Ma ci siamo anche accorti dell’importanza del personale sanitario, definito eroe, che va implementato» spiega il presidente di ADAPT.
Le imprese per la sanificazione
Infine, un comparto in crescita è quello della disinfezione e della produzione di articoli per l’igiene e cura, di cui è aumentato il consumo (+56,4% di gel disinfettanti, +87,6% per la candeggina, +73,8% per saponi e creme, +68,6% per salviette umidificate). A crescere è stata anche la richiesta di imprese di pulizia specializzate anche in sanificazione. Un trend che secondo gli esperti proseguirà nei mesi a venire, con conseguente necessità di operatori del comparto.