Qualcuno ha detto che l’approssimazione più vicina alla felicità è fare il lavoro che abbiamo sempre desiderato, che rispecchia i nostri talenti. Forse sei fortunate e puoi dire di svolgere un’attività che ti piace e ti appassiona, quella per la quale hai studiato e ti sei formata. Magari hai anche una discreta posizione e non ti puoi lamentare del tuo stipendio, ma nonostante tutto questo, senti che qualcosa non va. Forse stai maturando l’idea che questo non è il posto giusto per te ed è il momento di cambiare lavoro. Ma quali sono i segnali che ti rivelano che è il momento di voltare pagina? Ecco alcune domande che ogni tanto ti devi porre per capire se hai davvero bisogno di qualche stimolo in più.
La routine nel tuo lavoro ha preso il sopravvento?
Tutti giorni fai le stesse cose, gli scambi con i colleghi sono ripetitivi in una sorta di “Truman Show” in cui non ti riconosci più. Se senti che l’abitudine ha preso il posto della motivazione che era all’origine della tua scelta lavorativa, è il momento di farti qualche domanda. Il tuo lavoro ti soddisfa ancora oppure è diventato soltanto il modo per portare a casa lo stipendio?
Il tuo corpo ti lancia dei segnali?
Impara ad ascoltare con attenzione i segnali che il tuo corpo e la psiche ti mandano. Se avverti una stanchezza endemica, la mattina fai fatica ad alzarti e hai frequenti cali di attenzione, potrebbe non essere il classico male di stagione. Un senso di pesantezza generalizzato può essere sintomo di un lavoro non soddisfacente o addirittura stressante. Se si è troppo sotto pressione per scadenze da rispettare e carichi di lavoro eccessivi, si può arrivare alla tachicardia e alla sensazione di panico. Previeni tutto questo, rispetta te stessa e il tuo corpo.
La tua mansione non è adatta a te?
Chiediti se il posto che ricopri è effettivamente adeguato alle tue competenze ed esperienza. Magari sei stata assunta per fare una certa cosa e, per una serie di cambiamenti organizzativi, ti ritrovi a dover svolgere delle mansioni per cui tu non sei preparata oppure che sono lontanissime da quello che ti interessa o sei in grado di fare. Se oltretutto l’azienda non ti fornisce opportunità e strumenti per colmare le tue lacune, la tua percezione potrebbe essere di estrema precarietà e debolezza, ti sentirai attaccabile e impossibilitata a consolidare la tua posizione. Cambiare lavoro potrebbe essere il modo di rimetterti al centro della tua vita, ricordando a te stessa perché, tanti anni fa, hai scelto un determinato ambito di studi e iniziato a svolgere una certa attività a cui, per una serie di circostanze, hai dovuto rinunciare.
Non hai possibilità di crescere?
Che tu sia particolarmente motivata a fare carriera o meno, prova a fermarti e rifletti su quanto sei cresciuta nell’ultimo anno. Magari a qualche tuo collega è stato proposto un incarico di maggiore responsabilità, ma tu rimani a fare le stesse cose senza prospettive di miglioramento. Addirittura hanno assunto nuove persone, le hanno messe “sopra” di te nonostante tu abbia maggiore esperienza di loro. Se lavori in un contesto dove è praticamente impossibile fare dei passi in avanti in termini di posizione, dovresti avere delle altre ragioni davvero valide per non cambiare lavoro, altrimenti inizia a guardarti intorno.
Sul lavoro hai la percezione di essere invisibile?
Quando ci sono delle riunioni non vieni coinvolta o certe volte “dimenticano” di inserire il tuo indirizzo mail nelle comunicazioni di servizio? Non soltanto in tempi di smart working, ma anche lavorando in presenza, si può maturare la sensazione di essere invisibili. Sono segnali mortificanti, che possono rasentare il mobbing. Non far finta di nulla, se il disagio aumenta fallo presente in azienda a chi ti sembra disponibile ad ascoltare oppure rifletti se non è il caso di salutare un ambiente diventato per te tossico.
Le relazioni con i colleghi sono tossiche?
Una buona relazione con i colleghi è uno degli aspetti fondamentali che contribuisce alla soddisfazione sul lavoro. Se condividi la scrivania con persone scorbutiche o invidiose, non c’è mai lo spazio per una risata o un discorso interessante, rifletti se non è il caso di trovare ambienti più stimolanti anche dal punto di vista personale.
Il tuo stipendio non ti soddisfa?
Guadagni molto meno rispetto ai tuoi colleghi oppure sono anni che il tuo stipendio ha alcun ritocco vero l’alto nonostante il tuo carico di lavoro sia aumentato? Ricordati che il denaro è una forma di energia: se hai la sensazione di guadagnare troppo poco rispetto alla tua disponibilità e alla qualità del lavoro che svolgi chiediti se non è il caso di affrontare la questione con il tuo capo.
Il tuo capo non ci vuol sentire?
Capita in certi casi che sia il tuo capo diretto il problema principale del tuo disagio sul lavoro. Magari hai provato più volte a ragionare con lui, appianare incomprensioni, sciogliere le tensioni ma ogni tentativo non ha sortito alcun effetto, sei di fronte al classico “muro di gomma”, impermeabile a qualsiasi proposta costruttiva. Se le hai provate tutte ma avverti una chiusura pregiudiziale nei tuoi riguardi le strade sono due: fare le valigie oppure capire se esistono referenti interni all’azienda a cui poter far presente il problema per tentare una mediazione.
Considera la possibilità di cambiare lavoro
In ufficio ci possono essere tante cose che non vanno e se hai risposto affermativamente a qualcuna delle precedenti domande il tuo lavoro ti sta probabilmente stretto. Ma perché un cambiamento sia possibile è importante andare al di là della focalizzazione di ciò che non va e rimettere in moto la dimensione del sogno e del desiderio. Inizia a guardarti intorno, informati, cerca sul web spunti, idee – ed eventuali proposte di collaborazione – che ti attivino. Identifica un nuovo progetto sul quale vorresti concentrare le tue energie. La parola stessa, che deriva dal latino “pro” (avanti) e “jacere” (gettare), suona come un invito a guardare avanti, oltre all’abitudine, per orientarti verso nuovi obiettivi e cogliere nuove opportunità.