Le donne non vanno mai in vacanza o, meglio: ci vanno, ma non le fanno, le vacanze. Soprattutto se partono con figli e marito o compagno. Cucinare, pulire, lavare, pare sia una serie di occupazioni di cui proprio non riusciamo a fare a meno. Colpa nostra? Un po’ sì.

Anche in vacanza le donne lavorano per gli altri

È l’Ipsos che in maniera impietosa ci fotografa anche mentre, in costume e pareo, sbrighiamo le varie faccende nella casa affittata per il periodo di riposo, che riposo non è, per molte di noi. Durante la vacanza, infatti, ci dice uno studio della società di ricerca, le donne continuano a gestire in prima persona le attività domestiche quotidiane: il 65% prosegue nel fare la maggior parte delle pulizie e a occuparsi della cucina e della prole, rispetto al 31% degli uomini. Ecco perché, chi può, sceglie l’albergo.

Il non-lavoro fuori casa è lavoro in casa per le donne

Ma poché ormai le vacanze in hotel sono un lusso per pochi privilegiati, ci ritroviamo tutte quante a ramazzare, gestire i figli, cucinare, insomma passare del tempo a occuparci degli altri quando potremmo (anzi, dovremmo) occuparci di noi stesse. Cosa di cui, purtroppo, in genere non siamo capaci. «Non lo siamo perché culturalmente il tempo libero, quello della vacanza, il non-lavoro fuori casa, per le donne è tempo di cura. Che poi, come sappiamo, è un lavoro anche questo, ma non retribuito» dice la psicoterapeuta Annalisa Valsasina. «Il tempo per noi, per un sano ozio di letture, passeggiate, chiacchierate, facciamo fatica a prendercelo anche in vacanza, quando l’azienda ci paga per riposarci (cosa che non vale per tutte, per esempio per le libere professioniste o le tante donne che lavorano in nero). Ma noi comunque lavoriamo lo stesso, impegnate come siamo, appunto, nella cura: un’attività scambiata per amore e dedizione alla famiglia. Ma a questo punto chiediamoci: gli uomini, che alla cura dedicano molto meno tempo, forse amano meno i figli e la famiglia?».

Lavoro di cura non vuol dire più amore per la famiglia

Una provocazione giusta, perché, come ripetiamo spesso, noi donne impieghiamo tre ore in più al giorno degli uomini nella cura della casa e delle persone della famiglia. In pratica, dovremmo amare di più. Un grande equivoco, una bella trappola per il genere femminile. Il Gender equality index dell’istituto europeo per la parità di genere (Eige) nella sua ultima edizione ci racconta proprio che il 72% delle donne svolge lavoro domestico su base quotidiana contro il 34 % degli uomini. «Non è in ballo l’amore per la famiglia: noi donne siamo imprigionate nella retorica del sacrificio per cui il nostro tempo libero dal lavoro fuori casa, non è tempo libero per noi. Togliere del tempo alla cura degli altri, viene ancora considerato una forma di egoismo, un esercizio di libertà e autodeterminazione molto coraggioso e anticonformista. Gli uomini, invece, il loro tempo libero lo dedicano alle proprie passioni, come lo sport o gli amici. L’ozio delle donne insomma è cosa rara, molto rara, perché rappresenta ancora una sorta di rivolta allo stereotipo della vocazione alla cura».

L’ozio delle donne: neanche in vacanza

Quante di noi sanno praticare un sano ozio? In quante riusciamo a mollare l’aspirapolvere e sdraiarci a leggere un bel libro? Lo spauracchio dell’essere giudicate e considerate delle egoiste è ancora molto forte. E, anche lì, se deleghiamo parte del lavoro agli uomini, a loro riserviamo le occupazioni più leggere e piacevoli: andare a prendere i figli, accompagnarli a fare sport, giocare con loro. Noi, a pulire e sistemare. Perché non proviamo a ribaltare i compiti?

Impariamo a delegare e a non infantilizzare gli uomini

Perché una parte del problema siamo indubbiamente noi, che non riusciamo a delegare. «Lasciar fare agli altri, al compagno, ai figli, vuol dire rinunciare in fondo al nostro ruolo, a una fetta di potere, quello che ci serve poi per “lamentarci” dopo» prosegue la dottoressa Valsasina. «E in tutto ciò infantilizziamo gli uomini, giudicandoli incapaci di fare le cose che di solito facciamo noi. Dovremmo invece essere in grado di uscire di casa senza lasciare la cena pronta: chiudiamo la porta e prendiamoci il nostro tempo. E così anche in vacanza: approfittiamone per delegare e, se ancora non ci siamo riuscite, per provare a rinegoziare i carichi di lavoro nella coppia».

La vacanza è organizzata più spesso dalle donne

Carichi che sono sbilanciati anche nell’organizzazione della vacanza stessa. Secondo uno studio condotto dall’Institute for Social and Economic Research, è il 70% delle donne a occuparsi di organizzare la maggior parte delle ferie familiari, dalla prenotazione dei voli e degli alloggi alla pianificazione degli itinerari. Questo lavoro organizzativo, spesso invisibile e fonte di stress, non viene sperimentato in egual misura dagli uomini. «Anche questo fa parte del carico mentale delle donne, tutti gli impegni, le scadenze e l’organizzazione della famiglia che di solito spettano a noi, e che pesano anche in occasione della vacanza» dice l’esperta.

In vacanza poche ore di sonno per le donne

Una volta via dalla routine, poi, pare che noi donne non riusciamo neanche a riposarci di notte, sempre per via delle tante incombenze e pensieri. Un’indagine del 2023 della National Sleep Foundation rileva che anche in vacanza dormiamo meno degli uomini, con una media di 6,5 ore per notte contro le 7,5 ore dei partner maschili. Ecco forse perché dalle vacanze torniamo più stanche di quando siamo partite. Al prossimo giro, magari, una vacanza facciamola con le amiche. E con la famiglia partiamo solo dopo una sana redistribuzione dei compiti. Possiamo farcela?