Le chiamano “Sheng nu”: sono le donne che in Cina hanno superato i 27 anni e non sono ancora sposate. La maggior parte di loro vive in città e conduce una vita professionale gratificante, eppure sono ancora oggetto di stigma sociale e di aggressive campagne mediatiche da parte del governo di Pechino, che le considera un modello sbagliato, da correggere.
Il termine è stato coniato nel 2007 da un’organizzazione governativa responsabile della protezione e della promozione dei diritti e delle politiche delle donne. Nello stesso anno, il Ministero della Pubblica Istruzione ha aggiunto “Sheng nu” al lessico ufficiale. Il fenomeno è stato oggetto di numerosi libri e anche di un documentario, Leftover Women (letteralmente “donne scartate”), che segue tre donne cinesi di successo: Qiu Hua Mei, un avvocato di 34 anni; Xu Min, 28 anni, che lavora nella radio pubblica; e Gai Qi, 36 anni, un assistente professore universitario a Pechino.
Sono oggetto di derisione pubblica
Negli ultimi anni, il governo cinese ha condotto più di una campagna per invitare (o meglio costringere) le donne a sposarsi. Le donne single vengono spesso prese in giro nei programmi televisivi, negli editoriali dei giornali e sui social media. Questo tipo di campagne mediatiche è uno dei risultuati della ben nota “politica cinese del figlio unico”, per cuiche ha creato un grande squilibrio di genere nella popolazione.
La politica del figlio unico (一孩政策) è una delle politiche di controllo delle nascite attuata dal governo cinese nell’ambito della pianificazione familiare per contrastare il fortissimo incremento demografico del paese. Questa riforma, che ha causato non poche polemiche e controversie ed è stata spesso accusata di provocare abusi dei diritti umani, è stata introdotta per la prima volta nel 1979 ed è stata poi successivamente modificata (abolendo ad esempio le sanzioni pecunarie previste). Nel lungo periodo la politica, che è stata sospesa ufficialmente nel 2013, si è infatti dimostrata negativa a livello economico e sociale.
Le donne hanno iniziato a respingere lo stigma
Nel documentario Leftover Women, prodotto da Lens Feature e per ora disponibile solo in inglese, l’avvocato Qiu Hua Mei racconta di aver fatto tutto il possibile per soddisfare le aspettative sociali e trovare un partner, ma questa la ricerca a volte «sembra incompatibile con la vita che immagina per se stessa». Questo perché molti degli uomini che le capita di frequentare pensano ancora che il posto di una donna sia in casa e che le sue conquiste intellettuali e professionali siano irrilevanti. Per troppi cinesi, il metro di giudizio di una donna è ancora quello dei valori tradizionali e «così ogni anno che passa, il suo valore nel mercato del matrimonio diminuisce».
Come segnalava la Bbc, però, nel 2016 diventò virale uno spot realizzato dal marchio giapponese di cosmetici SK-II che raccontava la pressione sociale, prima dalle loro famiglie poi dal governo, cui queste donne sono continuamente sottoposte. Secondo Hong Fincher, autrice di Leftover Women: The Resurgence of Gender Inequality in China, le donne single cinesi sono oggi a «un vero punto di svolta»: sempre più donne, infatti, stanno iniziando ad abbracciare un stile di vita da single e a respingere lo stigma verso chi non è sposata. «La tortura subita dalle donne nel resistere a forti pressioni matrimoniali è ancora estremamente reale. Riflette la realtà di così tante giovani donne professionisti in Cina», ha concluso la studiosa.