Con la legge di Bilancio 2019 sono aumentati i fondi a disposizione del sostegno della disabilità, sia nel mondo della scuola e del lavoro, sia per i caregiver, coloro che si prendono cura di parenti non autosufficienti. Il Fondo per le Non Autosufficienze, infatti, passa a oltre 550 milioni, con un aumento complessivo di 100 milioni spalmato nel triennio 2019, 2020 e 2021. Si tratta di denaro che viene suddiviso in vari ambiti, come ad esempio il sostegno per le spese di mantenimento del cane-guida per i non vedenti, con un innalzamento delle detrazioni. O anche un supporto maggiore per la formazione e qualificazione professionale degli invalidi da lavoro (attività Irfa-Anmil) e per le attività della FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap. Al Fondo Dopo di Noi, riportato a 56,1 milioni di euro (quota originaria istituita nel 2016) si aggiunge il Fondo persone sorde e ipoacusiche e il Fondo per i caregiver familiari. Ecco le novità che riguardano proprio questo capitolo.
Fondo Caregiver familiari
Ammonta a 5 milioni di euro l’aumento per il fondo stanziato a sostegno dei familiari che si prendono cura di parenti e cari con disabilità e non autosufficienti. L’incremento deciso dalla legge di Bilancio si intende per ciascuno dei prossimi tre anni, con una spesa annuale stanziata in 25 milioni di euro per il 2019 e il 2020, e di 5 milioni per il 2021. Dopo l’approvazione della manovra, restano al momento da approvare le leggi relative a singoli interventi: i disegni di legge ci sono, ma non hanno ancora ottenuto il via libera delle Camere. Ad oggi l’obiettivo resta quello di assegnare parte dei fondi per il riconoscimento legale e politico della persona che si prende cura in modo non professionale dei disabili.
Restano ancora ferme al palo, dunque, alcune novità contenute in ben tre disegni di legge che erano stati presentati per introdurre alcuni cambiamenti, recepiti in vario modo nel Testo Unico, ma che non ha ricevuto alcun via libera dal Senato. Erano previste, ad esempio, agevolazioni per chi si prenda cura di un familiare di età pari o superiore agli 80 anni, come ad esempio un bonus da 1.900 euro, da ottenere sotto forma di detrazione fiscale per le spese sostenute per l’assistenza (pari a una riduzione del 19% dell’Irpef e fino a una massimo di 10 mila euro) oppure come assegno di importo pari a 1.900 euro, erogato dall’Inps su base annuale.
Altre misure sono rimaste per ora a livello di proposta. Si tratta dei contributi previdenziali figurativi per la pensione, della possibilità di Part time e telelavoro per il caregiver, del riconoscimento di caregiver familiare, della tutela per malattie (ossia la possibilità di godere delle tutele da malattie professionali dell’Inail), dei permessi mensili e delle ferie solidali. Negli ultimi due casi, però, esistono già interventi concreti. Nel primo, quello dei permessi mensili, si possono chiedere e ottenere 3 giorni di permesso retribuito mensile per chi assiste un familiare disabile, anche se la misura non è estesa a coloro che sono assunti come “co.co.co“.Nel secondo caso esiste già una possibilità di cedere le proprie ferie, anche se solo nell’ambito di accordi aziendali privati, senza essere previste da un contratto nazionale di categoria.
Caregiver in azienda
Nonostante non siano passate ad oggi le proposte di legge, ci sono comunque alcuni cambiamenti in atto. “Si tratta della cosiddetta long term care policy o terapie di lungo periodo, previste per malattie gravi. Consiste in una politica di detassazione che le aziende, specie medio grandi, offrono come misure di welfare ai dipendenti. Possono essere sotto forma di rimborso per le spese per la cura e assistenza di anziani o non autosufficienti, o nella concessione di permessi e modulazione degli orari di lavoro. Certo manca ancora una legge organica, ma le misure previste dei ddl allo studio sono molto valide” spiega Alessandro Rota Porta, consulente del lavoro.
“I vantaggi per i lavoratori non sarebbero di poco conto. La vera differenza rispetto all’attuale normativa è che si aumenterebbero i benefici per coloro che assistono persone disabili o non autosufficienti, mentre al momento i provvedimenti riguardano soprattutto i soggetti lavoratori direttamente interessati da forme di disabilità o con problematiche – spiega il consulente del lavoro. Con il ddl Bignami, ad esempio, potrebbero cambiare le condizioni di chi chiede il part time o il telelavoro, quindi la nuova legge rappresenterebbe un notevole passo avanti”.
Quanti sono i caregiver
Si calcola che in Italia i caregiver familiari siano 5 milioni. Per molti si tratta di una necessità. Con l’invecchiamento della popolazione, aumenta infatti il numero di persone anziane che hanno bisogno di assistenza e nella maggior parte dei casi a occuparsi delle cure domestiche sono i familiari, soprattutto per motivi economici.
Secondo un’indagine commissionata ad Swg dalla Federazione dei pensionati autonomi Confersercenti (Fipac), il 71% degli italiani sceglie l’assistenza familiare diretta, soprattutto perché quella affidata a persone terze risulta troppo onerosa (59% dei casi). Per il 32% del campione, invece, prevale la volontà di occuparsi direttamente del parente. Il 4% degli intervistati non ha fiducia nelle strutture pubbliche, mentre una parte minore lamenta la mancanza di queste.