Cara amica,
sì lo so: Natale è una delle feste più amate e temute da chiunque lotti con la bilancia. Figuriamoci da chi, come te, di chili in più, non ne abbia solo 3 o 4. In questi casi, superare indenni il periodo natalizio, è un’impresa titanica.
Sai, io mi ricordo che un anno la mia magnanima mamma mi regaló un vasetto di Nutella. E per una ragazza perennemente a dieta era un dono straordinario! Ma il giorno successivo, dopo averci affondato tre o quattro cucchiaiate, venne sequestrata.
Per il mio bene.
Peccato che il mio non bene uscì a comprarsene un vaso gigantesco e, di nascosto, se lo spazzoló tutto. Per dispetto a mia madre, ma soprattutto a me stessa e ad ogni imposizione che non colmasse il mio bisogno di amore.
Natale è opulenza, è la tavola colma di delizie, è il cappone, che tanto ti ricorda cosa tu sia, è colesterolo e lipidi a fiumi, è tutto quello che ti darà una gioia effimera e, subito dopo, le classiche lacrime di coccodrillo.
È dirsi: “oggi esagereró un poco, ma da domani dieta!” Peccato che quel domani, sovente, non arrivi. Perché molte volte lo sconforto, l’errata certezza che non cambierà mai nulla, che non ce la faremo mai, che i chili da perdere siano davvero troppi, contribuisce a rendere, anche i momenti di festa, come degli insopportabili calvari.
Perché, alle tavole imbandite, si sovrapporranno gli sguardi dei parenti, che mentalmente calcoleranno quanto su sia ingrassata dall’ultima festa, e te lo esporranno, sempre per il tuo bene, ad alta voce, fra le risatine dei presenti. Ci sarà chi ti racconterà di aver perso 3 chili con la dieta della locusta, e te la proporrà, per perdere i 20/30/50 chili che ti separano da un peso ragionevole. Ci sarà chi ti darà dosi minime di cibo, ma, di nuovo, solo per aiutarti! Ci sarà chi ti dirà: “Peccato, avrei voluto regalarti un maglione come il mio, ma la tua taglia non si trova!” e ti regalerà un paio di guanti, probabilmente pure riciclati.
E tu ti troverai a piangere in cucina, rubando cibo di nascosto, mentre sentirai i vestiti tirare e sognerai solo che, al prossimo Natale, gli farai vedere in che sventola di donna ti sarai trasformata.
Beh sai che c’è? Che davvero il prossimo anno potrai mostrargli una te stessa diversa, una te stessa più sana, una te stessa più serena; davvero questo potrebbe essere il tuo ultimo Natale pesante. Perché una soluzione c’è, e non è nascosta nel sacco di Santa Claus, ma dentro di te.
Questo è il dono che io vorrei lasciarti: vorrei che sentissi che esiste una seconda possibilità, o forse una terza o anche una quarta, di curarti. E, in potenziale, la puoi già trovare, perché ogni fibra di te è terribilmente stufa e la sta cercando.
Ti aspetto qui.
Natale prossimo.