Siamo arrivate all’ultima tappa di Libere e uguali: per una nuova idea di parità, la nostra Road Map con 25 proposte concrete. Il 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza di Genere, lo consegneremo al Governo. La Road Map è un documento realizzato con la collaborazione scientifica dell’Università Statale di Milano, la consulenza di D.i.Re – Donne in Rete Contro la Violenza e il generoso contributo di un team di esperti che hanno partecipato ai nostri tavoli di lavoro.
Libere e uguali: le nostre 25 proposte per il Governo in una Road Map
- Introdurre nel programma scolastico l’educazione all’affettività come materia curricolare.
- Formare all’interno del corpo docente figure competenti per monitorare segnali di comportamenti tossici o violenti, accogliere segnalazioni da parte delle alunne e degli alunni. E fare da “ponte” con le famiglie, lo psicologo scolastico, la dirigenza.
- Migliorare la sicurezza negli spazi pubblici, soprattutto di sera.
- Promuovere il Testo Unico, ovvero onnicomprensivo di tutte le norme di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, da adottare anche a livello europeo e da divulgare anche nelle scuole. Per aumentare la consapevolezza dei ragazzi e delle ragazze.
- Introdurre nell’art. 609 bis del Codice Penale una modifica normativa che preveda, oltre a violenza o minaccia, il riferimento esplicito al consenso.
- Ampliare i programmi scolastici ministeriali per dare una corretta rappresentazione delle voci femminili.
- Istituire corsi di formazione per gli insegnanti di ogni ordine e grado sui temi Diversity & Inclusion e sul linguaggio inclusivo.
- Rendere obbligatorie le buone pratiche di gender equality in azienda. Dai processi di recruiting non discriminatori, grazie a c.v. ciechi, alla garanzia di pari compenso e pari opportunità di carriera per uomini e donne; dalla formazione degli HR sulle leggi in materia di molestie sul lavoro all’introduzione di codici di condotta.
- Semplificare le procedure burocratiche per la costituzione di nidi aziendali o comuni a più aziende sul territorio.
- Contrastare dimissioni e demansionamenti post maternità, cercando soluzioni alternative per quante fanno fatica a conciliare figli e carriera.
- Scoraggiare il ricorso al part-time, quando non è ario ma dettato da necessità e mancanza di alternative.
- Abbattere il gender pay gap, recependo e applicando la direttiva Ue 2023/970 prima della scadenza del 7 giugno 2026. Garantisce la trasparenza retributiva sotto forma sia di diritto di informazione sia di tutela.
- Promuovere in tutte le aziende la Certificazione per la parità di genere, al momento non obbligatoria e per questo poco diffusa soprattutto nelle piccole e me- die imprese.
- Recepire e applicare prima della scadenza del 14 giugno 2027 i principi della direttiva Ue 2024/1385, che dispone la formazione di personale con funzioni di vigilanza e l’adozione di azioni preventive in caso di mo- lestie sul lavoro. In più, occorre promuovere l’adozione da parte delle imprese di policy sulle molestie di genere nei luoghi di lavoro e la violenza domestica sulle donne.
- Creare sportelli anti-violenza gestiti da enti terzi nelle università e nelle aziende.
- Prolungare il congedo obbligatorio per i neo papà, ora non superiore a 10 giorni, per garantire una equa condivisione dei compiti di cura tra i partner.
- Introdurre le lezioni di educazione finanziaria già dalle elementari o addirittura dalla materna.
- Istituire un corso giuridico-legale per tutti i futuri sposi, accanto al corso prematrimoniale obbligatorio per chi si sposa in chiesa.
- Offrire un supporto mirato agli orfani di femminicidio, rafforzando e rendendo più snello l’iter di applicazione della legge n. 4 del 2018, che fornisce loro supporto economico e medico-psicologico.
- Elaborare un protocollo d’intesa con media, scuole, istituzioni e case di moda per spostare l’attenzione da canoni estetici irraggiungibili al concetto di corpo sano e in forma.
- Rendere obbligatoria e capillare la formazione per magistrati, giudici, forze dell’ordine, operatori de- gli ospedali, al fine di trattare con la giusta sensibilità le vittime di abusi.
- Accelerare i tempi dei processi per violenza sessuale e domestica e usufruire dello strumento dell’incidente probatorio entro 6 mesi dal fatto per per- mettere alla vittima di testimoniare una volta sola, senza dover rivivere la violenza.
- Diffondere maggiori informazioni sui reati in Rete, perché sono nuovi e poco conosciuti.
- Condividere con tutti i professionisti dell’informazione un codice deontologico sull’uso corretto della lingua e delle immagini, che sia rispettoso delle vittime di violenza.
- Distribuire nelle scuole un dizionario sugli stereotipi associati alla violenza di genere e alla vittimizzazione secondaria.
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