Da quando, lo scorso 11 marzo, il premier Giuseppe Conte ha dichiarato l’Italia “zona protetta”, il nostro Paese vive uno dei momenti più surreali, e difficili, della sua storia. Le strade si sono svuotate, sia nei grandi centri metropolitani che in provincia, e gli italiani si sono ritrovati sui balconi, a suonare, cantare, intonare l’inno nazionale e battere le mani in segno di solidarietà verso il personale medico degli ospedali in prima linea.
Se un nuovo spirito sociale (e social) sta nascendo in questi giorni di isolamento forzato, tra dirette streaming e stories di Instagram, è vero che in molti, fra noi, stanno facendo esperienza di un nuovo tipo di solitudine. Può capitare a chi vive da solo ma anche a chi ha famiglia o coinquilini: abbiamo scelto perciò 5 libri che affrontano il tema dello stare da soli e che in questi lunghi giorni casalinghi possono offrire un po’ di conforto, qualche interrogativo, o trasportarci altrove.
Il mio anno di riposo e oblio, Ottessa Mosfegh
È stato uno dei casi letterari del 2019 e presto diventerà un film diretto da Yorgos Lanthimos, già regista di The Lobster e de La favorita. Il romanzo di Ottessa Moshfeg racconta l’auto isolamento di una giovane donna – bella, ricca, apparentemente molto fortunata – che ha perso entrambi i genitori e che decide, per un anno, di annullare i suoi contatti sociali e lavorativi, inabissandosi nella profondità della sua depressione. Il lettore la accompagna nella sua discesa e assieme a lei impara tutte le cose che vengono a galla quando si rimane soli con se stessi.
Città sola, Olivia Laing
Il libro della scrittrice e giornalista britannica è una raccolta di storie molto speciale, che riesce a inquadrare il “problema” della solitudine sotto una luce diversa. Perché ci vergogniamo così tanto di essere soli? Perché siamo portati a pensare che una vita senza nessuno sia una vita a metà? E cosa può insegnarci la solitudine? Laing prova a rispondere a queste domande prendendo spunto dalla sua esperienza personale – il suo periodo a New York – e raccontando le storie dei creativi che hanno attraversato quella città e hanno combatutto con la solitudine e l’isolamento sociale, come David Wojnarowicz, Valerie Solanas e Andy Warhol.
Eleanor Oliphant sta benissimo, Gayl Honeyman
Eleanor sta per compiere trent’anni, vive da sola e ha una pianta a cui tiene molto e che la tiene impegnata quando torna a casa dall’ufficio, lo stesso in cui lavora da nove anni. La sua unica preoccupazione è il mercoledì, il giorno in cui telefona alla madre in carcere. I suoi colleghi la guardano con sospetto e interesse, perché non riescono a decifrare né lei né le sue scelte di vita. Eppure Eleanor sta bene, anzi benissimo, e il fatto di essere sola non sembra turbarla più di tanto. Finché non succede qualcosa che sconvolge gli equilibri della sua vita e le fa scoprire un mondo che non conosceva prima di allora, quello degli altri.
Io e Mabel, Helen MacDonald
Dopo aver improvvisamente perso il padre, Helen MacDonald vive un momento estremamente difficile, tra la difficoltà di gestire il lutto e una depressione che la porterà a sabotare ogni tentativo di una vita “normale”. C’è un sogno ricorrente che fa spesso, e riguarda i falchi: così deciderà di prenderne uno – un astore, per la precisione, tra i più grossi e feroci rapaci che esistano, che si chiama Mabel – e provare ad addestrarlo. Per farlo si isolerà completamente dalla società. Il racconto dell’addestramento s’intreccia con la rilettura del libro The Goshawk di T. H. White e quindi con la rievocazione della biografia di questo scrittore, autore tra le altre cose di un libro su Artú poi ripreso dalla Disney in La spada nella roccia. Nell’osservare Mabel Helen ritroverà la parte più selvaggia di sé e anche quella più umana.
Le vergini suicide, Jeffrey Eugenides
Il film di Sofia Coppola con Kirsten Dunst, uscito nel 2000, ha immortalato la storia delle sorelle Lisbon nell’immaginario collettivo. Ma il libro di Jeffrey Eugenides – che è anche autore di Middlesex (2002) e La trama del matrimonio (2011) – è ancora più coinvolgente della versione cinematografica, con tocchi quasi da giallo. Le cinque ragazze prigioniere nella loro casa, sempre insieme ma allo stesso tempo separate nella lotta contro la propria solitudine, sono controllate ossessivamente dai loro genitori e spiate senza sosta da vicini e coetanei, che vorrebbero conoscerle, capirle, salvarle. Sperimenteranno così le prime gioie adolescenziali e poi l’isolamento forzato, fino al momento in cui ognuna di loro sceglierà la sua strada verso la libertà.