Il caso di Linda Evangelista tiene banco. La top model, che ha rivelato via social di essere “sfigurata” a causa di un intervento estetico, chiede 50 milioni di dollari di risarcimento. Si è infatti sottoposta a criolipolisi, un trattamento che serve a ridurre le adiposità localizzate e molto limitate: è una tecnica non chirurgica e non invasiva che serve a sciogliere il grasso attraverso il raffreddamento della parte interessata. Ma può avere delle controindicazioni, come la necrosi dei tessuti o l’aumento del grasso (in pratica l’effetto contrario a quello che si vorrebbe ottenere), proprio come è capitato a lei. In Italia non è molto praticata. Ecco come funziona, in che casi potrebbe essere indicata e quali possono essere i rischi.
Come funziona la criolipolisi
La criolipolisi (dal greco kryos, freddo, e lisi, che indica lo scioglimento) permette di “sciogliere” le cellule adipose, dunque di grasso, tramite il raffreddamento cutaneo di quella specifica parte del corpo interessata dall’inestetismo. Può sembrare un controsenso, ma non lo è: «Vengono applicate delle ventose nella zona da trattare, collegate a un macchinario che produce freddo. Questo, indotto sulla pelle tramite le ventose, è in grado di sciogliere le cellule adipose, che poi sono eliminate dall’organismo in modo fisiologico tramite il fegato e il sistema linfatico» spiega Daniele Fasano, specialista di chirurgia plastica a Bologna e presidente del Congresso della Sicpre, la Società italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica.
Le indicazioni: solo per piccoli cuscinetti
L’obiettivo è identico a quello di un’altra tecnica molto diffusa, cioè la liposuzione: eliminare i cuscinetti localizzati. A differenza della liposuzione, però, la criolipolisi non prevede interventi chirurgici e questo è uno dei motivi per i quali talvolta viene preferita: «È una procedura approvata anche negli Usa dalla Food and Drug Administration, che può avere una certa efficacia se limitata a zone molto circoscritte – chiarisce il chirurgo plastico – Per intenderci, può andar bene per i rotolini sulla pancia finché si limitano al classico cuoricino sottombelicale o alle piccole maniglie dell’amore nell’uomo. Non è indicata, invece, nel sotto ascelle perché la cute in questa zona in genere non ha sufficiente elasticità per retrarsi, quindi rischia di diventare lassa. Non va bene neppure per le rotondità più visibili sui fianchi».
Liposuzione e criolipolisi: differenze
Sia la liposuzione sia la criolipolisi sono nate per trattare zone poco estese e dunque inestetismi limitati. Col tempo, però, la liposuzione (che prevede l’inserimento di una piccola cannula sottopelle per aspirare le cellule adipose in eccesso) è stata impiegata anche per parti del corpo un po’ più ampie. «Una differenza più marcata è il fatto che la liposuzione in genere non necessita di essere ripetuta se, dopo, la persona mantiene il peso e non ingrassa. La criolipolisi, invece, può richiedere interventi successivi» spiega Fasano. Quanto ai tempi di recupero, in genere sono molto rapidi in entrambi i casi: «Con la criolipolisi, non intervenendo chirurgicamente, ci si limita al tempo necessario perché passino effetti lievi come formicolio, lividi, un po’ di dolore o senso di intorpidimento locale. Con la liposuzione, che è effettuata in day surgery, mediamente in un paio di giorni si torna alla vita normale, mentre se la zona trattata è un po’ più ampia possono occorrere 4/5 giorni o al massimo può servire un ricovero notturno» chiarisce l’esperto di chirurgia plastica.
I costi e gli specialisti a cui rivolgersi
I costi sono all’incirca simili: «Per entrambe e per piccoli interventi, si parte dai 2.000/3.000 euro per salire se il trattamento è più esteso. Nel caso della criolipolisi il prezzo è legato soprattutto ai macchinari necessari ad eseguirla. Per questo in genere viene proposta o da grandi società, che possono permettersi di sostenere la spesa di qualche decina di migliaia di euro nella strumentazione, o da persone che decidono di investire per ampliare la propria platea di potenziali clienti» spiega l’esperto. «In genere la liposuzione è eseguita da chirurghi plastici, mentre la criolipolisi può essere praticata da uno specialista estetico o da un medico chirurgo che ne abbia studiato il funzionamento. «In Italia non sono molti a praticarla: in occasione del congresso della Sicpre, quando volevamo dedicare spazio a questa metodologia, abbiamo faticano non poco a trovare un esperto che intervenisse» aggiunge Fasano.
I requisiti per fare la criolipolisi
«Come per la liposuzione, anche la criolipolisi fino a poco tempo fa era indicata soprattutto in persone giovani o di età media. Oggi, però, può essere estesa anche a chi ha qualche anno in più, purché con tessuti tonici, perché altrimenti la pelle rischia di non retrarsi in modo corretto e di rimanere lassa» spiega Fasano. Insomma, il risultato finale potrebbe non essere quello aspettato. Attenzione, però, anche alle possibili controindicazioni.
I rischi
Quanto può essere frequente avere un risultato non solo deludente, ma anche contrario alle aspettative, come capitato a Linda Evangelista? «La probabilità di insuccesso c’è ed è dovuta a diversi motivi: può capitare che il riassorbimento del grasso sia maggiore in una zona rispetto a un’altra, causando irregolarità, o perché la ventosa non è stata applicata correttamente, o perché le nostre cellule non reagiscono tutte allo stesso modo. Per questo la criolipolisi non dà le stesse garanzie di sicurezza della liposuzione. In qualche caso, poi, si sono verificate necrosi cutanee e a volte anche un aumento di tessuto adiposo, per motivi che non sono ancora ben chiari» spiega il presidente del Congresso della Sicpra. È proprio il caso della Evangelista, che avrebbe avuto una reazione detta di “Iperplasia adiposa paradossale”, cioè l’ispessimento del tessuto grasso, che per tornare regolare può richiedere una lipoaspirazione.