L’allarme, diffuso su scala internazionale, è partito dalla Spagna. Nella penisola Iberica una 90enne e un 72enne malato di cancro sono morti per colpa della listeriosi – un’infezione alimentare causata dal batterio Listeria monocytogenes – e 542 persone hanno manifestato i sintomi della malattia, costrette a sottoporsi a terapie e ad analisi di riscontro (in parte già arrivato, in parte no). Il focolaio è stato localizzato in Andalusia (con 186 positività accertate), regione ad altissima concentrazione di stranieri in vacanza, italiani e non solo. Altri casi sono stati segnalati in Aragona, in Estremadura e in Castiglia e Léon. E ci sono diagnosi ancora da confermare nella comunità di Castiglia-La Mancha, nelle Asturie (con una donna incinta sotto osservazione) e a Madrid.
Allerta sanitaria lanciata dalla Spagna
Il ministero della Salute spagnolo, viste le dimensioni del problema e i rischi cui possono essere esposti i turisti, ha lanciato un’allerta sanitaria internazionale e si è messo in contatto con le autorità europee gemelle e con l’Organizzazione mondiale della sanità. L’incubazione della Listeria è lunga (arriva fino a 70 giorni) ed è possibile che l’infezione colpisca (e abbia già colpito) villeggianti e viaggiatori. In più, stando ai mass media locali, le procedure di sicurezza sarebbero state attivate con qualche giorno di ritardo.
Un caso di listeriosi anche fuori dalla penisola iberica
Un primo caso di listeriosi registrato fuori dai confini della Spagna è emerso nelle scorse ore. Un cittadino britannico potrebbe essersi infettato durante la sua permanenza in Andalusia e poi si è spostato in Francia, dove gli è stata diagnosticata l’infezione. L’uomo ha passato diversi giorni in ospedale, riporta El Pais, e infine è rientrato in patria.
I prodotti sotto accusa
L’Agenzia spagnola per la sicurezza alimentare e la nutrizione – ecco ulteriori informazioni – ha diffuso la lista dei prodotti il cui consumo è stato messo in relazione ai casi di listeriosi. Si tratta di alcuni tipi di paté di carne di maiale cotta e refrigerata (crema de carne mechada, manteca colorá, pringá estilo casero, zurrapa de hígado, zurrapa lomo blanca e zurrapa lomo roja) e di alcune tipologie di arrosto di maiale pronto (chicharron andaluz, lomo al jerez, lomo al pimentón e lomo casero al pimentón), tutti con il marchio “La Mechá” e poi soggetti al richiamo e al ritiro dal mercato. Il livello di concentrazione di batteri di Listeria trovato in alcuni campioni contaminati – riferiscono i giornali italiani – ha superato di oltre 150 volte il limite consentito.
La Farnesina avvisa turisti e viaggiatori
Il nostro ministero degli Esteri (esteri.it) ha pubblicato un avviso nel sito istituzionale viaggiaresicuri.it, per dare notizia della situazione a chi si trova in Spagna (o è in procinto di andarci, per le ferie, per lavoro o per ragioni di studi) e fornire alcuni consigli, per minimizzare i rischi.
L’abc della malattia nei siti istituzionali
Informazioni dettagliate e suggerimenti arrivano anche dall’Istituto superiore di sanità (attraverso la pagina web a tema inserita in epicentro.iss.it) e dal portale del ministero della Salute (salute.gov.it). “Nonostante evidenze della malattia siano state descritte fin dalla fine dell’800 in diverse specie animali – ricapitolano gli esperti – il primo caso umano di listeriosi è stato riportato nel 1929 e il primo caso perinatale (cioè del periodo tra la 29esima settimana di gestazione e i primi giorni di vita del neonato) nel 1936”.
Che cos’è e dove si trova il batterio Listeria
Raccontano i referenti degli uffici ministeriali: “La Listeria monocytogenes, responsabile della listeriosi, è un batterio ubiquitario, che può essere presente nel suolo, nell’acqua e nella vegetazione e può contaminare diversi alimenti (latte, verdura, formaggi molli, carni poco cotte, insaccati poco stagionati…). La principale via di trasmissione per l’uomo è quella alimentare. La malattia varia sensibilmente in funzione della dose infettante e dello stato di salute dell’individuo colpito. Bambini e adulti sani possono essere occasionalmente infettati, ma raramente sviluppano una malattia grave”.
Quali sono i sintomi e come si manifestano
“La dose infettiva di Listeria – precisano sempre gli specialisti di Iss e ministero – non è certa: il rischio di sviluppare la malattia si ha anche con bassi livelli di carica batterica, anche se la maggior parte dei soggetti adulti in buona salute non presenta alcun sintomo dopo il consumo di alimenti contaminati o può presentare sintomi gastroenterici quando la contaminazione è molto elevata”.
Nella maggior parte delle persone la listeriosi si presenta in forma lieve, con disturbi simili a quelli dell’influenza, in genere risolvibili in pochi giorni senza necessità di cure particolari. In anziani e malati con il sistema di difesa dell’organismo indebolito (immunodepresse) a causa di malattie (ad esempio l’Hiv) oppure di cure (chemioterapia, terapia cortisonica…), invece, il batterio dall’intestino può diffondersi in altre parti del corpo e causare gravi complicazioni (listeriosi invasiva). I disturbi e le conseguenze più frequenti sono meningite, meningoencefalite, setticemia, infezioni localizzate (artrite, endocardite). Emicranie, confusione, irrigidimento del collo e perdita dell’equilibrio indicano il coinvolgimento del sistema nervoso.
Possibili conseguenze durante la gravidanza
“Le donne in gravidanza – proseguono gli esperti – di solito manifestano una sindrome simil-influenzale con febbre e altri sintomi non specifici, come fatica e dolori. Le infezioni contratte durante la gestazione possono comportare serie conseguenze sul feto (morte fetale, aborto, parto prematuro, o listeriosi congenita)”. La listeriosi, infatti, può essere trasmessa attraverso la placenta.
Prevenzione e trattamento della listeriosi
Il trattamento della listeriosi si basa su una terapia antibiotica (sia per gli adulti sia per i bambini). La cura somministrata precocemente a donne incinte può prevenire la trasmissione della malattia al feto. La miglior forma di difesa, come per molte altre patologie, resta la prevenzione. Niente di complicato. Basta poco per essere tranquilli, perlomeno a casa propria. La Listeria monocytogenes resiste molto bene alle basse temperature e all’essiccamento e in alimenti conservati a temperatura di refrigerazione. La conservazione in frigo o freezer riduce la carica batterica, però non uccide il batterio. Per inattivarlo serve la cottura dei cibi “sospetti” a temperature superiori a 65- 70 gradi e per almeno una decina di secondi. Gli accorgimenti di base da adottare sono quelli utili per evitare di contrarre tutte le tossinfezioni alimentari.
Raccomandazioni per il lavaggio e la manipolazione degli alimenti:
lavarsi sempre le mani, e accuratamente, dopo essere andati in bagno e prima e dopo la preparazione dei cibi;
lavare accuratamente sotto l’acqua corrente gli alimenti crudi (in particolare frutta e verdura), prima di mangiarli, tagliarli o cuocerli (anche se verranno sbucciati);
pulire meloni, cetrioli e simili con una spazzola pulita;
asciugare i prodotti con un panno pulito o un tovagliolo di carta usa e getta;
separare sempre le carni crude dalle verdure e dai cibi cotti e pronti al consumo.
Raccomandazioni per la cucina:
lavare le mani, i coltelli, i piani di lavoro, e i taglieri dopo manipolazione e la preparazione cibi crudi
mantenere la temperatura del frigorifero entro i 4 gradi centigradi e quella del congelatore sotto i 17:
mantenere il frigorifero pulito, soprattutto da avanzi di carni cruda;
pulire le pareti interne e ripiani del frigorifero con acqua calda e sapone liquido.
Raccomandazioni per la cottura della carne:
cuocere accuratamente e completamente il cibo derivato da animali.
Raccomandazioni per la conservazione degli alimenti:
consumare i prodotti precotti, o pronti per il consumo alimentare, appena possibile;
non conservare i prodotti refrigerati oltre la data di scadenza;
dividere gli avanzi di cibo in contenitori poco profondi così da farli raffreddare più velocemente, chiuderli e consumarli entro 3-4 giorni.
Raccomandazioni (sempre ministeriali) sui cibi da preferire/evitare:
non mangiare formaggi molli (o bere latte) se non si ha la certezza che siano prodotti con latte pastorizzato.
Per i soggetti a rischio, in primis le donne in gravidanza e le persone immunodepresse, l’Istituto superiore di sanità dà altre indicazioni, aggiuntive:
evitare di mangiare panini contenenti carni o altri prodotti elaborati da gastronomia senza che questi vengano nuovamente scaldati ad alte temperature;
evitare di contaminare i cibi in preparazione con cibi crudi e/o provenienti dai banconi dei supermercati e delle delicatessen;
non mangiare paté di carne freschi e non inscatolati;
non mangiare pesce affumicato, a meno che non sia inscatolato in forme che non deperiscono a breve scadenza.
In viaggio o al rientro da un vacanza in Spagna
Il ministero degli Esteri aggiunge un consiglio, mirato: “Se durante o a seguito di un viaggio in Spagna si manifestassero per più giorni i sintomi dell’infezione (diarrea, febbre, nausea, dolori muscolari), si raccomanda di rivolgersi ad una struttura medica e di richiedere la diagnosi di listeria attraverso le analisi del sangue” o del liquido spinale.