Con i maschi divisi tra chi ha gradito e chi no di vedersi paragonato a un tipo in bermuda che griglia la carne e fischia alle ragazze, l’opinione pubblica si sta molto occupando della pubblicità di Gillette.
Il nuovo spot non dice più che “il meglio di un uomo” è essere maschio e venire baciato sulla pelle appena rasata. Dice del meglio che un uomo può essere. Mi sono commossa. Perché, sì, qualcosa sta cambiando. Ma i cambiamenti non li fanno gli spot: questi servono a far vendere i rasoi.
Io me li immagino, quelli di Gillette, con la bambolina vodoo a forma di hipster in ufficio da trafiggere davanti ai diagrammi delle vendite in caduta (non ho visto un solo uomo perfettamente rasato negli ultimi 5 anni). Gillette doveva fare una campagna bomba. Ed ecco questo spot attualissimo, che cavalca l’onda del #MeToo, delle pari opportunità e del rispetto per le donne. Peccato che alla Casa Bianca ci sia un signore che incarna tutti gli stereotipi che Gillette condanna e che in Italia non siamo messi meglio.
Posso dirlo? Più che polemiche sugli spot, io vorrei un’opinione pubblica che s’indigni e si commuova per altro (oltre che assumere il creativo di Gillette!).