Quante volte, da un mese a questa parte, abbiamo sentito o letto la parola “ripartenza”? Tante, tantissime. La sfida, per l’Italia, non è semplice: gli effetti di pandemia e lockdown stanno mettendo a dura prova un’economia già fragile. Lo ha appena sottolineato l’Istat: il Pil scende dell’8,3%, i consumi crollano dell’8,7% e mezzo milione di persone non cerca neanche più un lavoro. Il governo ha finora cercato di tamponare con decreti e incentivi, mentre la settimana scorsa è stato presentato al premier Conte l’atteso piano Colao: la task force di esperti ha messo a punto un elenco di 102 proposte, dal taglio delle tasse all’introduzione di nuovi sussidi familiari, per favorire la ripresa.
Sul futuro del nostro Paese, e sul modo per uscire dalla crisi (pre e post Covid-19), riflette anche un saggio appena uscito e già bestseller: Il verde e il blu – Idee ingenue per migliorare la politica (Raffaello Cortina). L’autore è Luciano Floridi, professore di Filosofia ed etica dell’informazione all’università di Oxford, dove dirige anche il Digital Ethics Lab. Cinquantacinque anni, da oltre 20 spiega a governi, aziende e cittadini – in libri da primi posti in classifica e in conferenze sold out – la rivoluzione copernicana generata da Internet. E ora, da Platone moderno, scende nell’agorà della quotidianità per «cercare di capire il mondo per provare a migliorarlo […] in questo caso con un po’ di lavoro intellettuale», come scrive all’inizio del saggio, e per «offrire alcune idee per sviluppare una buona politica».
Cosa sono il verde e il blu del titolo?
«Le 2 forze oggi preponderanti. Il primo è l’ambiente, sia naturale sia urbano; il secondo è la tecnologia digitale. La loro unione non è una tra le tante dei giorni nostri, ma il matrimonio del terzo millennio necessario per far ripartire l’economia. Il verde è lo scenario della nostra esistenza, il blu il mezzo che la rende migliore. Purtroppo, abbiamo ancora una mentalità vecchia. Quando diciamo “green” pensiamo subito al pezzetto di campagna recintato dell’orticello dei nonni, invece la nostra agricoltura deve aprirsi al mondo attraverso l’ecommerce. Ambientalismo e digitale non sono 2 ciliegine sulla torta: sono la torta. Perché ormai la vita di tutti noi si svolge “onlife”».
“Onlife” è uno dei concetti fondamentali del suo pensiero. Cosa significa?
«Prima il signor Rossi trascorreva parte della sua quotidianità offline, sconnesso, per esempio quando lavorava nella sua pizzeria. Poi nel tempo libero andava online, magari pubblicando un post sui social. Io ho sempre sostenuto che con la rivoluzione digitale le 2 dimensioni fossero mescolate, e il lockdown lo ha dimostrato. Oggi siamo, appunto, “onlife”: il signor Rossi ha mandato e manderà avanti la pizzeria grazie agli ordini su Internet. Gli studenti dopo mesi di didattica a distanza torneranno in aula, ma magari impareranno anche con metodi nuovi che non prevedono la presenza. Ecco perché lo Stato deve mettere la fibra ottica in ogni Comune. E sottolineo Stato: rimaniamo sempre animali politici, come diceva Aristotele, e non possiamo fare a meno di vivere in comunità».
Alla fine del libro commenta quella che definisce la «crisi pandemica». Che paziente è la politica italiana di oggi?
«È malata di sovranismo e populismo, e tante persone se ne stanno allontanando. Ma iniziamo a essere consapevoli del problema e, quindi, possiamo cercare la cura. La prima medicina è uscire dalle logiche del passato concentrate sui partiti e coinvolgere le parti sociali non alla fine ma all’inizio del processo. Non significa far votare tutti su tutto, come i Cinque Stelle, ma ingaggiare esperti e tecnici per un nuovo “progetto umano”, ovvero idee concrete. Non so se servano decine di task force come quelle nate durante l’emergenza, ma mi piace l’idea di qualche tavolo di lavoro con il meglio dell’intelligenza del Paese che dà risposte ai problemi entro una scadenza definita, in modo che i cittadini possano monitorare. Le idee ingenue di cui parlo nel sottotitolo sono uno spunto per questo progetto umano: ingenue significa, filosoficamente, semplici ma efficaci, lontane da sofismi e retorica».
Lei ne presenta 100. E una è il capitalismo sostenibile: ce lo spiega?
«Non sono tra coloro che vogliono abbandonare il capitalismo: quando lo Stato fa l’imprenditore spesso provoca danni (il pensiero va alla gestione della crisi di Alitalia, ndr). Però bisogna cambiare la sua forma più aggressiva che uccide l’ambiente e causa ingiustizie sociali. Il sistema sostenibile punta su imprenditori privati in competizione tra loro, ma sempre con un’anima verde. Penso a Giovanni De Lisi, che ha inventato le traversine dei binari ferroviari fatte con pneumatici riciclati. O al riciclo dei rifiuti, un business talmente redditizio che la criminalità organizzata ci ha messo le mani sopra».
Lei parla anche di tasse: in che modo il digitale può aiutare a ridurle?
«Digitalizzando tutti i pagamenti, che quindi diventano tracciabili e trasparenti, si frena l’evasione e si crea un circolo virtuoso: meno nero significa imposte più basse. E semplifichiamo il fisco con aliquote basic: io cittadino devo sempre poter fare la dichiarazione da solo e pagare con un clic».
Propone anche il “capitale di cittadinanza”
«Attenzione: non è il reddito di cittadinanza. Si tratta di un piccolo prestito, da dare già a universitari o giovani lavoratori per iniziare la loro vita. Loro poi dovranno restituirlo se e come potranno. Bisogna investire nel capitale umano».
Nel saggio insiste sulla formazione, che deve essere permanente e sostenuta dallo Stato. Con il lavoro, invece, come la mettiamo?
«Puntiamo sui settori in cui l’Italia può essere all’avanguardia: agroalimentare, prodotti di alta qualità, sanità e benessere, turismo. In quest’ultimo campo siamo imbattibili, grazie alle nostre meraviglie naturali e culturali, quindi dobbiamo subito incentivare un turismo 4.0. Come? Migliorando sistema museale, professionalità e servizi».
Secondo lei siamo tra i numeri uno anche nelle energie rinnovabili, un’altra idea green
«Il primato va all’energia solare, grazie al nostro clima: già gli antichi narravano della Sicilia come “granaio di Roma” e negli ultimi anni abbiamo assistito a un boom. Allarghiamoci a tutte le rinnovabili, e “raccontiamole”. Invece di sottolineare quello che non va in Italia, come facciamo da troppo tempo, dobbiamo cambiare mentalità e iniziare a parlare dei nostri primati e successi».
In libreria
«L’Italia ha bisogno di buone idee per una strategia di governo che valorizzi e promuova le sue potenzialità». Inizia così Il verde e il blu – Idee ingenue per migliorare la politica di Luciano Floridi (Raffaello Cortina). Il filosofo parte da una tesi a lui cara: ambiente e digitale devono essere i motori della “macchina-Italia”. E la sostiene con ragionamenti che aiutano a capire il presente.
Un consiglio di lettura da parte dell’autore: «Il capitolo 19 dovrebbe essere il centro, come se fosse un pianeta. Gli altri sono come delle lune, che ruotano attorno a esso fornendo le idee necessarie per la sua realizzazione e comprensione».