Dal 2015 la scrittrice ha una rubrica su Donna Moderna dove si confronta con le lettrici sui problemi di coppia, sesso, relazioni affettive. Ogni settimana pubblichiamo le sue risposte, online e sulla carta
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Cara Chiara,
ti scrivo con una speranza: che tu mi ascolti senza compatirmi e che sappia darmi un consiglio con la freddezza e la lucidità che io non ho più. Mi limiterò a esporre i fatti, davvero banali, in verità. L’uomo con cui sono sposata da 28 anni ha un’amante più giovane. Di questo ho prove incontrovertibili. Potrei limitarmi a lasciarlo, ma ho sempre pensato che per arrendersi ci sia tempo e che una storia così lunga, che ci ha regalato tante gioie, meriti almeno un tentativo prima di alzare le mani. Perciò io ci sto provando: mi sto impegnando a recuperare la felicità che avevamo perso, la voglia di fare cose insieme come un tempo. Sto tentando di non trascurarmi più, di riapparire bella e gioiosa come quando eravamo felici, sto facendo di tutto. Inevitabilmente, però, a volte mi sento don Chisciotte contro i mulini a vento. Chiara, dimmi: tu credi che un amore morto possa essere recuperato? Pensi che l’amore e il valore degli anni trascorsi insieme possano competere contro le lusinghe di una nuova storia oppure devo arrendermi all’evidenza che nulla duri, nulla valga?
Tua, Paola
Mia cara Paola, io non ti compatirò. A un solo patto: che non sia tu la prima a compatirti e a umiliarti. Temo, da quanto tu mi dici, che ti sia messa in una posizione rischiosa: tu stai inseguendo. Non solo lui, ma anche l’altra. E stai inseguendo il ricordo di qualcosa che necessariamente è cambiato. Ma questa rischia di essere una corsa senza fine, e soprattutto c’è il pericolo che tu perda la cosa che più conta, sia per farti amare sia per affrontare un’eventuale separazione: te stessa. Tu non sei l’imitazione di un’amante più giovane né la replica della ragazza che eri. Fermati, perciò, e lascia che lui ti guardi: una donna magnifica in tutto il suo valore. Se lui (e non tu) capirà di non essere all’altezza, se lui (e non tu) deciderà di inseguire un fantasma, be’, sarà lui (e non tu) a essersi arreso.