Ogni settimana pubblichiamo le risposte di Chiara alle domande delle lettrici, sia online che sulla carta. Per scriverle, manda una mail a lapostadelcuore@mondadori.it
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Ciao Chiara, ti scrivo perché ho bisogno di un parere. Ho 18 anni, e sto con il mio ragazzo da 3 mesi e mezzo. Lui ha 20 anni e prima di mettersi con me ha sofferto tanto per cose che sono successe nella sua relazione precedente. Spesso mi dice di avere dei blocchi in determinati ambiti e che, solo ripescandoli e affrontandoli, riesce a superarli. Ieri, per esempio, una cosa veramente stupida gli ha fatto tornare in mente il dolore provato, e io mi sono sentita un po’ male per questa cosa perché avverto che tra noi c’è ancora di mezzo la sua ex. Lui dice che non ci pensa più, che sono la cosa più importante per lui, e che lo aiuto a “guarire”. Mi ha detto che l’episodio che l’ha riportato indietro non c’entra con me, ma non capisco come comportarmi di fronte a questi flash in cui la ex, o comunque ciò che la riguarda, ricompare. Mi sento di non dare abbastanza. Grazie per la disponibilità, un abbraccio.
Aurora
Mia cara Aurora, alla tua età un amore dovrebbe semplicemente essere felice. E uso questa parola incandescente proprio io che, a quell’età, sbagliavo tutto. Ma tu tieni a mente quello che io troppo spesso mi dimenticavo: siete molto giovani, tu e il tuo ragazzo. È giovanissima la vostra relazione. Quello che lui ha portato con sé dal rapporto precedente potrebbe essere una risorsa, aiutarvi a crescere insieme, rendervi forti, purché, però, non indebolisca te. Mi pare di capire che ne parliate apertamente, ed è già un bel segno di complicità. Però se, nonostante le sue rassicurazioni e le sue dichiarazioni, ti tormenti nel dubbio di non dare abbastanza, potrebbe voler dire che, a prescindere da questa storia d’amore, devi rinforzare l’idea che hai di te stessa. Non domandarti se è abbastanza quello che hai da dare, ma se hai l’energia per stare in una relazione che scricchiola per cose successe quando tu non c’eri. L’amore è esserci, è prendersi cura, ma è fondamentale che questa cura sia reciproca. Quando lui ti dice che lo aiuti a guarire, per esempio, ricordati (anche) di te: la sua guarigione non può essere la tua malattia.
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