A che malattie si è più esposti d’estate? Quali sono le insidie per la salute legate ad afa, solleone, viaggi? «In estate batteri, miceti e parassiti sono tra i maggiori responsabili delle infezioni che colpiscono grandi e piccoli» risponde Susanna Esposito, Professore Ordinario di Pediatria all’Università di Parma, Direttore della Clinica Pediatrica all’Ospedale Pietro Barilla dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma, Presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid). «Complici il caldo, il mare o le piscine e la vita all’aperto, il rischio di infezioni e malattie aumenta. Tra le più diffuse: colpi di sole e colpi di calore, infezioni cutanee, allergie da punture d’insetto, reazioni da contatto causate da meduse e tracine, gastroenteriti e intossicazioni alimentari».

Come si possono prevenire le malattie dell’estate?

Ecco i consigli e le raccomandazioni della dottoressa Esposito per affrontare le 10 malattie estive.

1. Colpi di sole e colpi di calore

Il colpo di sole è legato all’esposizione diretta ai raggi solari. Si manifesta con la febbre sopra i 38 gradi e in genere è causato da una scottatura.

ll colpo di calore, invece, può capitare quando la temperatura esterna è molto alta e il corpo non riesce a disperdere calore a sufficienza. A volte il colpo di calore si sovrappone a quello di sole. I più a rischio sono i bambini, tanto più se molto piccoli.

Per scongiurarli è importante evitare l’esposizione prolungata al sole, soprattutto nelle ore più calde e in assenza di un’adeguata protezione sul capo. Tra i sintomi: febbre, cefalea, nausea, irritabilità, confusione mentale, e, nei casi più gravi, perdita di coscienza e collasso cardio-circolatorio.

2. Infezioni della pelle

L’infezione batterica più comune in estate è l’impetigine. È molto contagiosa e più comunemente colpisce i bambini. Il rischio di prenderla si moltiplica se la sabbia o l’acqua del mare sono sporche, il caldo e l’umidità poi aumentano il rischio.

Questa infezione causa vescicole o bolle che spariscono nel giro di quattro-otto giorni. Nelle forme più lievi e superficiali sono sufficienti due “contromisure”: un trattamento locale con antisettici per ammorbidire e rimuovere le squame crostose e l’uso di antibiotici topici da applicare due-tre volte al giorno, per almeno una settimana dopo la scomparsa delle lesioni.

Antibiotici per via orale diventano necessari, invece, quando le lesioni sono più estese o profonde o se il bambino è immunodepresso: per la cura esistono farmaci specifici che devono essere sempre prescritti dal pediatra.

3. Le micosi da piscina

La micosi cutanea delle dita di piedi e mani è un’infezione piuttosto contagiosa ed è favorita dal contatto diretto e la frequentazione di luoghi pubblici affollati e dallo scarso rispetto di buone norme igieniche. Si riconosce per le chiazze eritemato-squamose, spesso pruriginose e molto fastidiose, localizzate soprattutto sotto la pianta dei piedi o sui palmi delle mani e tra le dita.

Il trattamento è locale e prevede l’utilizzo di creme a base di sostanze anti-micotiche da applicare due volte al giorno per almeno due settimane. I farmaci vanno presi quando la terapia locale è inefficace oppure le lesioni sono molto estese e riguardano anche i peli, perché il follicolo pilifero non è raggiungibile dai farmaci topici.

La prevenzione è fondamentale: ciabattine di plastica vanno calzate a bordo piscina, nella docce e negli spogliatoio e teli, asciugamani e spazzole devono essere rigorosamente personali.

4. Allergia da punture di insetto

Le punture di api e vespe causano reazioni diverse, da una semplice eruzione allo shock anafilattico che, sebbene raro, può mettere una persona in serio pericolo di vita.

Altre punture di insetto, ad esempio quelle delle zanzare, non vanno sottavalutate e si possono evitare con semplici norme di comportamento: non uscire nelle ore del tramonto, indossare indumenti che coprano braccia e gambe, proteggersi con zanzariere e repellenti.

Le reazioni dopo una puntura di insetto sono note: arrossamento, gonfiore nella zona della puntura, fastidio o dolore che si risolvono completamente in cinque-dieci giorni; può anche salire la febbre e subentrare un malessere generale, ma in genere scompaiono abbastanza rapidamente. Di solito è sufficiente una pomata a base di antistaminici e se, ci sono febbre e molto dolore, basta un normale antifebbrile, come paracetamolo o ibuprofene.

In alcuni casi la situazione può peggiorare. Succede quando si soffre di allergia, magari senza saperlo. Possono comparire problemi cardiovascolari come sincope, ipotensione e collasso, disturbi respiratori (fischi e sibili provenienti dal torace) e, più raramente, problemi gastroenterici (coliche addominali e diarrea). In questi casi è fondamentale rivolgersi subito al pronto soccorso, dove si provvede alla somministrazione di adrenalina, ossigeno e fluidi per via endovenosa e si effettuano esami di laboratorio per confermare la sensibilizzazione al veleno di un determinato insetto.

5. Punture di meduse e tracine

La medusa più diffusa nel Mediterraneo è la Pelagia nucticola, una medusa abbastanza velenosa. Le tracine sono pesci che si trovano sotto la sabbia, vicino alla riva.

Le punture da medusa provocano dolore bruciante e prurito intenso, mentre sulla pelle un eritema e a volte una bolla. Le punture da tracina causano un dolore intenso che può durare alcune ore e il punto di inoculazione del veleno si presenta arrossato e gonfio.

Dopo una puntura di medusa è necessario disinfettare con acqua di mare e poi con bicarbonato, medicando infine la parte colpita con un gel a base di cloruro d’alluminio.

Nel caso di puntura da tracina, mettere subito il piede sotto la sabbia calda o tamponare con acqua bollente, perché il calore lenisce il dolore provocato dalle tossine velenose.

Cosa non fare: dove si è stati punti non usare ammoniaca, limone, aceto, o alcol; non strofinare o grattare perché si corre il rischio di mandare in circolo le tossine rilasciate; non utilizzare pinzette per rimuovere eventuali frammenti di tentacoli perché la lacerazione di tessuti provocherebbe la fuoriuscita di tossine; non disinfettare con acqua dolce, troppo fredda o ghiaccio.

6. Gastroenterite

La gastroenterite che colpisce in estate è in genere di origine infettiva ed è dovuta a virus come Rotavirus, Norovirus, Adenovirus e a batteri come Escherichia coli, Salmonella, Shigella e Campylobacter. Può causare una grave disidratazione.

7. Diarrea

La diarrea del viaggiatore, problema tipico dei turisti e in particolare di quelli che vanno all’estero, può essere causata dall’Escherichia coli e anche da alcuni parassiti (come Giardia, Entamoeba histolytica, Cryptosporidium), diffusi soprattutto nelle mete esotiche, cioè la maggior parte dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina, l’America Centrale e il Medio Oriente. Vengono colpiti in ugual modo uomini e donne, sempre a causa dell’ingestione di acqua e cibi contaminati dalle feci.

8. Epatite A

L’epatite A si trasmette per via oro-fecale. Si può prendere per colpa di frutti di mare non adeguatamente cotti. Può essere senza sintomi oppure presentarsi con diarrea e nausea. Le persone colpite eliminano il virus con le feci soprattutto nelle prime due settimane, rendendo possibili i contagi ed eventuali piccole epidemie. Per proteggere i bambini in vacanza in Stati in cui è endemica, come i Paesi a basso sviluppo socio- economico, è utile la vaccinazione.

9. Salmonella

La salmonella è un batterio endemico in alcuni Paesi, soprattutto in Asia. Il veicolo principale di trasmissione è rappresentato da prodotti di origine animale (uova, pollame) e, occasionalmente, da altri cibi (frutta, verdura, cereali) oppure da acqua, contaminati da animali infetti. Chi soggiorna in queste aree e viene contaminato, può soffrire di disturbi gastrointestinali e febbre.

10. Stafilococco

Lo Staphyloccus aureus è responsabile di intossicazioni alimentari. Le crostate, la pasticceria ripiena di crema in genere, il latte, la carne lavorata e i pesci rappresentano un ottimo terreno di coltura di questo batterio e delle tossine prodotte. I sintomi, provocati da di cibi contaminati, sono diarrea, vomito e dolori addominali, mentre raramente è presente febbre.

Per combattere tutte queste malattie gastrointestinali, è importante compensare la perdita di liquidi bevendo molta acqua, rigorosamente in bottiglia. Vanno evitate le bibite ad alto contenuto di zucchero, a cominciare dai succhi di frutta confezionati, perché potrebbero aggravare la diarrea.

Non è consigliato smettere del tutto di mangiare. Meglio cibarsi in modo leggero, con pasti piccoli e frazionati. In generale, insiste l’esperta, quando si viaggia in zone con scarse condizioni igieniche è importante bere solo acqua in bottiglia, non consumare verdure crude e frutta sbucciata, evitare sempre il ghiaccio. Se non si è certi della provenienza della carne, cuocere bene le porzioni; evitare cibi contaminati potenzialmente a rischio come molluschi e mitili crudi; non condividere tovaglioli, bicchieri, posate e stoviglie; lavare sempre le mani con acqua e sapone o un disinfettante a base di clorexidina dopo essere stati alla toilette e prima di manipolare o ingerire alimenti.