Per capire cos’è davvero il delitto di Yara Gambirasio ho dovuto disegnare una mappa. La vedete in questa pagina.
Il dramma si è consumato in 700 metri: la distanza tra la casa di Yara e la palestra dove è stata vista per l’ultima volta. Lo spazio della vita ordinaria, prevedibile, senza scossoni di una famiglia normale. Un’esistenza normale, prevedibile, senza scossoni come la nostra.
Per capire meglio cliccate sui luoghi.
C’è la casa dove Yara viveva con i genitori e il fratello più piccolo.
Proprio nella via accanto, a 50 metri, c’era il centro estetico dove il presunto assassino della ragazza, Massimo Giuseppe Bossetti, 44 anni, andava a fare l’abbronzatura. Due volte la settimana, dice chi fa le indagini (ma lui nega): è lì che ha visto Yara (se davvero è lui il colpevole)?
Qui sotto trovate un’altra mappa: è interattiva, potete cliccarci sopra.
Fa vedere i luoghi principali di questa terribile storia.
La casa di Yara, la casa di Bossetti, il cantiere dove il muratore lavorava a fine 2010, al momento del rapimento della ragazza di Brembate. E il luogo in cui è stato ritrovato il corpo. Un fazzoletto di terra, pochi chilometri di distanza. E accanto scorre il fiume, testimone silenzioso di tanti misteri.
Sapremo mai la verità?
(Un grazie speciale alla collega Federica Esti, che ha elaborato e reso più belle le mappe di Google)