Se c’è un caso di cronaca che ha segnato profondamente la storia d’Italia, è l’omicidio di Marta Russo. Ricorderai sicuramente l’omicidio della studentessa di 22 anni, colpita da un colpo di pistola alla testa il 9 maggio del 1997 – morì dopo cinque giorni – all’interno del campus universitario de La Sapienza di Roma.

Ricorderai anche che se ne è parlato lungamente sui media, sia perché era un omicidio apparentemente inspiegabile, sia perché le prime indagini furono difficili: non venne infatti immediatamente individuato un movente, cosa che ha portato negli anni alla nascita delle più disparate teorie. Anche i processi che ne seguirono sono stati oggetto di discussione, a cominciare dalle condanne di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, all’epoca due ricercatori, condannati rispettivamente per omicidio colposo aggravato e favoreggiamento nel 2003. Entrambi si sono sempre dichiarati innocenti.

Ora il caso Marta Russo arriva in televisione, con la prima puntata del ciclo Crime Doc, dedicato proprio ai più importanti casi di cronaca italiani – in onda da giovedì 21 ottobre su Rai2 alle 21:15. E promette di portare nuova luce sul caso, avvalendosi anche di testimonianze inedite tra cui i diari della stessa Russo.

Un documentario da guardare…

“Marta”, così è intitolato l’episodio, ospiterà gli inquirenti che hanno lavorato al caso, il capo della squadra mobile Nicolò D’Angelo e il Pubblico Ministero Carlo Lasperanza, il giornalista Carlo Bonini, l’amica Francesca Velucci, un testimone, Ferdinando Pastore, gli avvocati Francesco Petrelli, Fabio Lattanzi e Cristina Micheletti.

Le condanne di Scattone e Ferraro hanno lasciato molte domande senza risposta: non solo il movente – tra chi lo riteneva “delitto perfetto”, chi un caso di terrorismo, chi sosteneva la teoria del tragico incidente o dello scambio di persona – ma anche tutta una serie di dettagli non di poco conto che le indagini non avevano chiarito, dall’aula da cui partì il colpo alla pistola stessa, mai ritrovata.

La trasmissione, inoltre, analizzerà, rendendoli per la prima volta pubblici, alcuni stralci tratti dai diari personali di Marta Russo, insieme a foto inedite, che permetteranno di conoscere meglio la vittima, spesso tralasciata dal dibattito intorno al caso. 

… e un podcast da ascoltare

Se sei interessata al caso e vuoi ripercorrerlo in tutta la sua complicata storia, ti consigliamo anche di ascoltare Polvere, il podcast redatto da Chiara Lalli e Cecilia Sala (lo trovi su tutte le piattaforme, da Apple a Spotify fino a Google Podcast). Otto puntante da un’ora circa l’una in cui le due giornaliste esaminano con dovizia di particolari il caso e ne ricostruiscono tutti i punti più oscuri: lanciato nel settembre del 2020, è già stato scaricato da più di 160000 persone.

Come hanno raccontato le due autrici all’Huffington Post, la morte di Marta Russo ha lasciato un segno indelebile nella mente degli italiani, per molti motivi: «L’omicidio di Marta Russo è pauroso e angosciante per le circostanze misteriose e per il luogo in cui è avvenuto. Chi è abbastanza vecchio da ricordare quel giorno, anche a tanti anni di distanza, ricorda benissimo la paura di andare all’università e l’assurdità di una morte senza una ragione – e l’ansia di non trovare delle risposte. Tante persone ci hanno scritto dicendoci di non aver mai dimenticato quel 9 maggio e i giorni seguenti».