Una di queste sere ero alla disperata ricerca di un ristorante di cui non ricordavo il nome. Ovviamente me l’aveva proposto qualche giorno prima l’algoritmo, ma confidando (forse troppo) sulla mia capacità mnemonica non avevo pensato di appuntarmelo da qualche parte. Dopo dieci minuti di ricerca matta e disperata online, come un moderno genio della lampada TikTok mi serve ciò che cercavo. Stupita da tanta efficienza, non posso fare a meno di pensare che non posso nascondere più niente, nemmeno i miei desideri più reconditi, quelli che non si ha il coraggio di dire ad alta voce. E se nella società contemporanea c’è ancora spazio per il segreto se lo chiede anche Massimo Cerulo – docente di Sociologia all’Università Federico II di Napoli e chercheur associé al CERLIS (CNRS) della Sorbona di Parigi – nel suo ultimo libro Segreto appunto, in libreria dall’11 aprile.
Perché il segreto è ancora importante oggi?
Partiamo dal presupposto che si ti è capitato di dire che fra te e un’altra persona non ci sono segreti, c’è qualcosa che non va. Perché avere delle informazioni da tenere per sé o da rivelare a pochissime persone è del tutto normale e anche sano. Un segreto, infatti, da una parte è un potente strumento di coesione all’interno di un gruppo di persone (un po’ di gossip fatto con buon senso non ha mai ucciso nessuno). Dall’altra è una sorta di schermo protettivo della nostra persona. Infatti, come scrive Massimo Cerulo in Segreto, non siamo fatti per essere totalmente trasparenti nella relazione con l’altro: sarebbe un grado di confidenza che non possiamo tollerare perché abbiamo bisogno di uno spazio intimo, solo nostro, con cui fare i conti.
«Oggi il segreto esiste eccome, basti pensare a quello che per deontologia alcune professioni sono obbligate a conservare. Però ha una natura molto frammentata: vive sui nostri smartphone che conservano le nostre password, i nostri dati biometrici e molte altre informazioni sensibili, ma anche nella vita reale. Perché non dobbiamo dimenticare che i segreti fanno relazione, creano interazione», spiega l’autore.
Segreto e privacy: una relazione complicata (soprattutto con i figli)
«La parola segreto sembrerebbe controtempo perché i social ci permettono di riprendere, fotografare, condividere anche quei momenti che prima restavano solo nostri. Per cui da un lato la nostra vita è molto meno privata di una volta. Ma allo stesso tempo oggi viviamo un paradosso: ci sembra che sia tutto comunicato, visibile e scoperto, quando invece il segreto scorre silenziosamente, come un fiume carsico. Perché il digitale svela molto, ma occulta altro», spiega Cerulo. E in tal senso è emblematico l’esempio dei genitori che si illudono di sapere tutto sui propri figli perché della loro vita scolastica sono informati dal registro elettronico, mentre le applicazioni con gps permettono loro di sapere sempre dove si trovano, ma in realtà è un dispositivo elettronico che stanno tracciando.
«Per evitare il controllo ossessivo della famiglia, un ragazzino mi ha raccontato di uno stratagemma che mette in pratica. In una determinata fascia oraria, con i telefoni degli amici nello zaino fa un giro in motorino in modo da far credere ai singoli genitori che il loro figlio sia effettivamente dove loro credono. Questo dimostra che l’eccessiva supervisione genera effetti indesiderati. Sarebbe il caso di tutelare quella che io definisco la porta chiusa della stanza dei figli: è importante affrontare con loro delle questioni difficili, dei dolori, ma allo stesso tempo bisogna rispettare e accettare i loro segreti e la loro crescita».
Il segreto sarà il lusso del futuro
Così, sebbene avessimo un po’ dimenticato il significato e il valore della parola segreto, proprio perché apparentemente nessuno ne ha più, la sua esistenza e sopravvivenza è più attuale che mai. Se da una parte siamo assetati dei segreti altrui, meglio ancora se si tratta di celebrità, siamo sempre meno in confidenza con i nostri, ma guardarli in faccia e capire quali sono da custodire è cruciale nella formazione della nostra individualità. Inoltre, proprio capire come mantenere le nostre informazioni più riservate sarà la sfida del futuro. «Questo interrogativo dovrà guidarci: nella società digitale, tra intelligenza artificiale e macchine, rischiamo di non poter più mantenere segreti. Sarebbe come vivere controllati da un grande fratello orwelliano. È importante capire come siamo arrivati a questo punto e soprattutto coltivare il dialogo e l’ascolto con le altre persone, continuare a raccontarci le nostre esperienze segrete», afferma Massimo Cerulo.
E narrarcele è meglio che condividerle online perché tutto ciò che affidiamo alla rete non è più privato, e di certo è più facile avere un controllo diretto sulle confidenze fatte a un amico che non a un algoritmo. È anche per questo che il segreto oggi ha sempre più a che fare con la nostra privacy, che rischia di diventare un vero lusso nella società della sorveglianza, se “non dirlo a nessuno” potremmo affermarlo sempre di meno.