I preti diminuiscono, diverse parrocchie non ne hanno uno titolare e devono sopperire con un religioso che fa la spola tra chiese diverse. Ma se per le Messe finora si è riusciti a coprire le esigenze, con orari differenti, più difficile risulta trovare chi possa celebrare matrimoni o battesimi, tanto che capita di dover attendere a lungo. Non è possibile aspettare, però, in caso di funerali. Ecco allora che il Vaticano ha deciso di aprire ai laici e alle parrocchie è stata accordata la possibilità di far officiare la celebrazione delle funzioni anche da chi non indossa una tunica, persino se non è battezzato.
Sì ai matrimoni celebrati da laici
Il via libera è stato scritto nero su bianco dall’Istruzione del Vaticano, che ha recepito quanto deciso dalla Congregazione per il Clero lo scorso 29 giugno. Anche i laici potranno celebrare le nozze, così come i battesimi e i funerali in via eccezionale. «Dove mancano sacerdoti e diaconi il Vescovo diocesano potrà affidare ufficialmente alcuni incarichi ai laici, alle persone consacrate e ai fedeli laici, sotto la guida e la responsabilità del parroco».
«Gli aspetti più
interessanti, contenuti nel paragrafo 9, riguardano la necessaria
ristrutturazione delle parrocchie, di fronte anche alla diminuzione dei sacerdoti,
e il fatto che la Chiesa intende affermare che è una realtà di tanti, dunque
anche diaconi e altre figure che possono avere ruolo di supplenza, in caso di
necessità» spiega Valentina Soncini, segretaria
del Consiglio Pastorale della Diocesi di Milano.
Le due condizioni perché ciò avvenga, però, sono che manchi il sacerdote o che la parrocchia sia troppo piccola. Resta, però, il limite che i laici non potranno «in alcun caso tenere l’omelia durante le celebrazioni dell’Eucarestia». «In realtà già la riforma del Diritto Canonico del 1983 prevedeva la possibilità che i laici celebrassero il battesimo, in condizioni di necessità e urgenza, come nel in cui una persona fosse in punto di morte, o che potessero assistere al matrimonio: in questo caso perché i ministri sono gli sposi, sono loro che si scambiano le promesse. Il sacerdote o il laico si limita a raccogliere, a nome della Chiesa, la loro promessa. Naturalmente nel caso di un laico non ci sarà la celebrazione dell’eucarestia» chiarisce Soncini.
Non c’è apertura ai non battezzati
Un equivoco che si è generato appena pubblicato il documento (La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa) riguardava la possibilità che i laici «autorizzati» potessero anche essere non battezzati: «In realtà questo non è previsto. L’unico riferimento ai non battezzati riguarda coloro che collaborano con la parrocchia, ad esempio chi imbianca la chiesa o chi si occupa del pulmino che porta bambini e ragazzi al catechismo o all’oratorio» spiega Valentina Soncini. La questione, comunque, resta dibattuta da tempo soprattutto in Germania, dove esiste una certa pressione a ulteriori concessioni ai laici. .
A Bolzano il primo corso per celebrare funerali
Qualche diocesi aveva già di fatto “derogato”, come accaduto per esempio in Alto Adige, dove già sei anni fa il vescovo di Bolzano-Bressanone, Ivo Muser, aveva previsto la possibilità che i laici potessero celebrare i funerali. Per questo a ottobre 2018 era stato organizzato un corso per laici ai quali poi affidare le funzioni (senza Eucarestia, però). In 17 (5 diaconi e 12 laici, questi ultimi suddivisi in 6 donne e 6 uomini) hanno seguito il percorso di formazione che in 7 mesi ha fornito competenze pastorali, bibliche, liturgiche, ma anche psicologiche e relazionali. Ad affiancare i laici anche i parroci, in modo da dare uniformità alle celebrazioni.
Uno dei partecipanti al corso, Hans Duffek, imprenditore nel settore elettrico, ma anche animatore delle Liturgie della Parola nella parrocchia del duomo di Bolzano, a gennaio del 2019 aveva anche celebrato la prima funzione funebre da laico.
Le donazioni per le funzioni devono essere libere
Da non trascurare neppure il richiamo del Vaticano che ha chiarito come le donazioni dei fedeli in occasione di cerimonie come nozze o battesimi siano da intendersi come “libere“. Nessun tariffario, dunque, può essere previsto per le celebrazioni.
Si attende l’apertura al sacerdozio per le donne
Se l’apertura ai laici è un dato di fatto, dunque, rimane in sospeso il nodo del sacerdozio femminile. Nella Chiesa cattolica rimane ancora un tabù, mentre in quella protestante sono già una realtà, anche in Italia dove si contano una cinquantina di «donne pastore» nelle comunità valdese, metodista, luterana, battista e anglicana. Eppure tra i fedeli la maggioranza è donna, così come all’interno degli ordini religiosi. La richiesta di autorizzare anche le religiose a dir Messa sta crescendo, tanto che lo scorso maggio è stato anche proclamato uno sciopero delle donne, organizzato dal movimento delle cattoliche tedesche e chiamato Maria 2.0 per chiedere la parità anche sull’altare. «Nel documento, però, non c’è alcun riferimento che faccia pensare ad altre aperture, anche perché non si fa riferimento alla questione uomo-donna, ma solo alla necessità e possibilità di avvalersi preferibilmente di diaconi (tra i quali non ci sono donne). L’unica preoccupazione è che sia una figura formata per questo ruolo» conclude Soncini.