Dopo la prova mista, si è svolta la seconda delle due simulazioni dello scritto di Italiano proposte dal MIUR. Poche le sorprese nelle analisi del testo: i ragazzi si sono trovati di fronte a due classici come Montale e Pirandello.
Nelle altre tracce una riflessione sugli esiti della prima guerra mondiale un secolo dopo la sua conclusione (accolto quindi l’invito di tanti intellettuali a non trascurare la Storia), l’attualità con testi rispettivamente sul valore del made in Italy e sulle applicazioni dell’intelligenza artificiale, seguita da due proposte più intimiste: lo storytelling del viaggio e la nostalgia come occasione dell’approfondimento di sé.
In tutte le proposte il Ministero invita ovviamente a rielaborare le materie affrontate nei cinque anni, ma lascia spazio anche al racconto di esperienze personali: può essere una exit strategy di lusso per chi dovesse trovarsi in difficoltà. Due però sono i problemi che ancora agitano gli studenti delle quinte e i commissari.
Con quali criteri verranno giudicate le due prove scritte?
Sono state fornite delle griglie di correzione che contengono degli indicatori generali. Le scuole in queste settimane si sono date da fare a declinare questi indicatori con votazioni specifiche la cui somma porti al voto massimo che è 20/20. Qualunque voce da valutare (ad esempio “ideazione, pianificazione e organizzazione del testo”) si può dettagliare con un certo margine di discrezionalità, ma l’ideale sarebbe arrivare a griglie condivise tra scuole: sperimentare queste griglie mentre si correggono le simulazioni dovrebbe condurre a votazioni eque che non imbriglino le prove in voti troppo penalizzanti o che tarpino le ali agli studenti eccellenti. La docimologia non è mai una faccenda semplice.
Cosa conterranno le temutissime tre buste dell’orale?
Il colloquio orale è impostato a grandi linee dall’ordinanza ministeriale emanata qualche settimana fa, ma di fatto è ancora da costruire. Si partirà con una relazione sintetica delle esperienze di Alternanza Scuola Lavoro (che ha cambiato nome e ora si chiama Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento: anche l’acronimo PCTO è nuovo di zecca). Si spera che le esperienze siano diversificate all’interno delle classi, pena la ripetizione dello stesso report ad ogni singolo orale.
Si proseguirà con la verifica delle competenze di “Cittadinanza e Costituzione”. Non trattandosi di una materia con relativo programma svolto (ma esistono ancora i programmi?), chi sarà titolato a interloquire direttamente col candidato? Il docente di storia per affinità disciplinare? Il docente di diritto, se questa materia è prevista? Nessuno in realtà: sarà lo studente stesso a raccontare quali esperienze curricolari (e non) hanno contribuito alla sua maturazione di cittadino, in quali occasioni del suo percorso scolastico ha esperito il senso della Costituzione Italiana, magari con qualche cenno agli articoli di cui sarà saggio dimostrare la conoscenza.
E infine le tre famigerate buste: cosa conterranno?
Testi, problemi, immagini, progetti che forniscano lo spunto per un colloquio multidisciplinare. I consigli di classe avranno individuato (e rese note ai ragazzi) macroaree tematiche che possano legare tra loro il maggior numero di discipline; poi le commissioni sceglieranno i testi da mettere nelle buste: saranno questi che, facendo riferimento a una delle macroaree, permetteranno al candidato di organizzare il proprio discorso. Meglio se sarà lui a condurlo autonomamente, se invece dovesse stentare verrà accompagnato dai commissari.
A titolo di esempio: se nella programmazione del consiglio di classe c’è un percorso trasversale sulla psicanalisi, dalla busta potrà uscire un passo della “Coscienza di Zeno” o l’immagine di un pittore surrealista e da lì lo studente potrà partire per parlare del periodo storico in cui lavorò Freud, potrà parlare di filosofia, di letterature straniere, di arti figurative, di scienze, di psicologia.
Qualcuno suggerisce di inserire molti spunti di matematica, fisica, biologia e chimica nelle buste, in modo che le materie scientifiche non siano quelle più penalizzate nella costruzione dei percorsi diversificati. Ma dato che più ancora delle conoscenze (già valutate in corso d’anno, viceversa come si sarebbe ammessi all’esame?) si darà peso alla capacità di muoversi all’interno di tutto ciò che si è studiato, saranno possibili anche colloqui che non coinvolgeranno proprio tutte le discipline. Del resto l’esame di maturità non deve diventare il palcoscenico per collegamenti capziosi e inutili.
In alcune scuole i docenti hanno chiesto ai ragazzi quali percorsi costruirebbero, quali connessioni interdisciplinari si aspettano. Una sorta di “flipped classroom” insomma: anche senza che abbiano completato il quadro della loro preparazione, gli studenti hanno in effetti idee interessanti da suggerire. E in fondo mancano meno di tre mesi all’appuntamento con le prove: il brain storming sull’esame rinnovato è diventato collettivo.