Dopo alcune settimane di attesa accompagnate da qualche mugugno collettivo, ecco la prima delle simulazioni nazionali degli scritti dell’esame di maturità.
È la prima volta che la simulazione consiste in una serie di tracce uguali per tutte le scuole italiane: fino allo scorso anno ogni istituto faceva, se lo riteneva opportuno, le sue “prove generali” in autonomia. Ma quest’anno le novità introdotte dalla riforma hanno suggerito al Miur un’anteprima in grande stile.
Oggi è toccato all’Italiano. Ore 8.30, tutti pronti come a giugno: penne e fogli sul banco, cellulari consegnati ai prof e, tempo a disposizione sei ore, si parte con una prima lettura delle tracce.
Le tipologie da quest’anno sono tre e non più quattro (saggio breve e articolo di giornale si accorpano nell’analisi e produzione di un testo argomentativo), sparisce la traccia di storia. Intatte l’analisi del testo letterario e il tema di ordine generale (che però si chiama, più pomposamente, “riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità”).
Per le scuole questa simulazione è consigliata ma non obbligatoria e le prove non avranno valore di verifica (i voti assegnati non faranno cioè media ai fini dell’ammissione all’esame).
Le tracce
Tipologia A: le analisi sono due, una di poesia e una di prosa, una relativa alla letteratura tardo ottocentesca, una a quella del Novecento. E fin dai primi minuti tutti si chiedono se i criteri con cui sono state selezionate sarà lo stesso anche all’esame “vero”.
Brivido ideologico per la prima: il testo scelto è “Patria” di Giovanni Pascoli. Il brivido però si stempera subito: chi sa che c’è anche un Pascoli nazionalista può fare un figurone, mentre tutti gli altri parleranno del poeta intimista, decadente, fanciullo e andrà bene lo stesso. Per tutti poi una riflessione a più ampio spettro sul senso dell’estraneità e dell’emarginazione.
La seconda analisi propone un brano de “La storia” di Elsa Morante e chiede di parlare del senso della storia nell’arte, nella letteratura e nel cinema: insomma un bel consuntivo sui contenuti e sul metodo di una disciplina studiata per anni. Chi non ha letto la Morante può quanto meno aggrapparsi a Manzoni (tutti, si spera, ne hanno almeno un ricordo), ma anche la filmografia contemporanea potrà fornire idee interessanti.
Tipologia B: le tracce sono tre. In una si parla ancora del valore della storia (il ministero fa ammenda per aver abolito il tema specifico?) e le riflessioni richieste non sono dissimili da quelle che accompagnano l’analisi della Morante. La seconda propone un passaggio del giurista Antonio Cassese sui diritti umani con annessa citazione di Nelson Mandela: i ragazzi dovrebbero scriverne facendo riferimento a fatti di cronaca in cui i diritti basilari della persona vengono violati e negati. La terza è lo stralcio di una prolusione accademica del fisico Carlo Rubbia che già vent’anni fa si chiedeva quanto la globalizzazione incida sulla cultura. La tesi di Rubbia porta in realtà più lontano: senza istruzione e senza cultura, parole come integrazione e sviluppo sono prive di significato. È chiaro che si si vanno a testare le competenze di cittadinanza e costituzione su cui l’esame riformato punta moltissimo: pronti insomma questi maturandi ad essere dei cittadini attivi e consapevoli?
Il tema generale richiede di parlare di felicità, partendo dallo “Zibaldone” di Leopardi: è attuale la tematica? Sono attuali le idee del poeta? Chi può farlo, si aggancerà alla letteratura che ha studiato, ma anche alla filosofia (Kierkegaard e Schopenhauer sono citazioni quasi obbligate), però anche una curvatura personale andrà benissimo. Purché non si esca dal seminato: questa tipologia è la più difficile, perché in assenza di un binario tracciato dalle domande, il discorso va costruito autonomamente. Il secondo tema generale prende infine le mosse da un intervento di Vittorino Andreoli sulla fragilità.
Il punto di vista del professore
La simulazione finisce per essere una prova anche per i docenti: se è chiaro che attraverso questo esame il Miur vuole verificare le condizioni di salute della lingua italiana presso i nostri studenti, le loro capacità critiche e l’acutezza del loro sguardo sul mondo, gli insegnanti cercano di capire quali autori e quali segmenti di storia letteraria verranno privilegiati, quali tematiche dell’orizzonte contemporaneo, e soprattutto come valutare.
Sono stati forniti alcuni parametri di giudizio “ufficiali”, ma le griglie per stabilire i livelli di sufficienza, insufficienza ed eccellenza devono elaborarle le scuole. Probabilmente da via Trastevere stanno aspettando di vedere come gli studenti risponderanno a questa prima prova e quali voti (per la prima volta in ventesimi) i professori attribuiranno agli elaborati: per questo ne verrà esaminato un campione significativo su tutto il territorio nazionale.
Primi commenti a caldo
Le tracce sono giudicate fattibili, in linea con le aspettative. Il “tema argomentativo” pare riscuotere successo in tutte le sue varianti, con un picco di preferenze per quello sui diritti umani; per qualcuno è addirittura un peccato che alcuni autori e alcuni argomenti siano stati “bruciati” adesso (o sono solo, come dicono i ragazzi, “spoilerati”?). A giugno insomma sarebbero stati perfetti.
I prossimi appuntamenti
Simulazione della seconda prova il 28 febbraio. Con entrambe si replicherà poi il 26 marzo e il 2 aprile. Il ministro Bussetti nel frattempo ipotizza si possa predisporre anche una simulazione di colloquio orale: anche lì le novità saranno molte.