Un rapporto pubblicato negli Stati Uniti dall’American Society of Plastic Surgeons ha evidenziato l’incremento dell’interesse verso la medicina estetica da parte delle ragazze molto giovani, in particolare per trattamenti come botox e filler. Una tendenza facilmente collegabile all’influenza dei social media che esaltano immagini idealizzate di perfezione estetica, anche grazie all’immancabile fotoritocco.
Interventi di estetica, i dati del mercato statunitense
Nel 2023, negli Stati Uniti, si è registrato un incremento degli interventi di chirurgia estetica del 5% rispetto all’anno precedente. In particolare, si è riscontrato un aumento delle procedure minimamente invasive, in gran parte guidato dalla Generazione Z (nata tra il 1997 e il 2012). Nello specifico, nel corso del 2023 sono state eseguite negli Usa 25.442.640 procedure cosmetiche minimamente invasive, ossia che non richiedono incisioni sulla pelle, oltre a 1.575.244 di interventi di chirurgia estetica: 4,7 milioni di queste procedure hanno riguardato il botox, altri 3,4 milioni i filler dermici.
“Gen Z interessata alle procedure minimamente invasive”
Mentre circa la metà di queste procedure “ringiovanenti” è stata eseguita su persone di età compresa tra 40 e 54 anni, gli esperti hanno segnalato un crescente spostamento verso una fascia demografica più giovane. “La generazione Z è più incline a sottoporsi a chirurgia estetica rispetto alle altre generazioni perché accetta maggiormente le procedure estetiche”, ha detto a Newsweek Scot Bradley Glasberg, presidente della divisione di ricerca dell’American Society of Plastic Surgeons (ASPS), la Plastic Surgery Foundation. “La generazione Z è interessata soprattutto alle procedure minimamente invasive, come le iniezioni di neuromodulatori (comunemente note come Botox) e i filler.”
La domanda di interventi di estetica per fasce “anziane”
Nella fascia anagrafica più giovane, si è tuttavia registrato un aumento di alcune procedure che tendevano a essere associate a “fasce demografiche più anziane”. Nel 2023, la Gen Z ha infatti registrato un aumento del 45 percento rispetto all’anno precedente nei lifting della fronte. Un’altra tendenza sorprendente è stata un aumento del 9 percento anno su anno delle labioplastiche in questa generazione, ovvero una riduzione delle dimensioni dei lembi di pelle su entrambi i lati della vagina. Ciò potrebbe riflettere un aumento dell’insicurezza nell’aspetto dei genitali, che gli esperti sospettano sia stato in parte causato dalla pornografia e da una mancanza di comprensione della variazione nella lunghezza delle labbra da persona a persona. La Gen Z ha anche mostrato un crescente interesse per i “boob jobs”, interventi di chirurgia estetica per l’aumento del seno, con un aumento dell’8 percento della domanda anno su anno. Anche le riduzioni del seno in questa fascia d’età sono cresciute del 10 percento.
Una decisione da prendere con ponderazione
Trattandosi di ragazze molto giovani, è fondamentale valutare i benefici e i rischi prima di sottoporsi a qualsiasi intervento di chirurgia estetica. “È importante che i pazienti vedano sempre un chirurgo estetico certificato che sia un esperto nel campo”, ha affermato Glasberg. A parte complicazioni di tipo medico, va considerata la possibile insoddisfazione per i risultati di un’eventuale intervento sull’autostima della persone se il risultato non corrisponde alle attese. Interventi sul proprio corpo, anche come il botox o i filler dovrebbero seguire una decisione ponderata, non essere la risposta impulsiva a tendenze passeggere legate ai social o ad aspettative estetiche dettate dalla moda del momento.