Il melanoma non dà sintomi: scrive solo il suo messaggio sulla pelle che dev’essere riconosciuto. Se lo scopri nelle fasi iniziali del suo sviluppo, la percentuale di guarigione è altissima. Ma come si fa? Innanzitutto tre-quattro volte all’anno occorre fare un autoesame, cioè controllare i nei che abbiamo sul corpo.
Inizia con l’autoesame
Prima di cominciare disegna su un foglio la tua sagoma, frontale e posteriore. Ti serve per segnare i punti corrispondenti alle zone in cui hai trovato delle macchie sospette. Per intenderci, quelle che per forma, colore, dimensione, ti sembrano diversi dagli altri nei. Ma non basta. Una volta l’anno prenota una visita dermatologica: quando vai dal medico porta con te l’illustrazione che hai fatto durante l’autoesame.
Come si fa l’autoesame
Mettiti davanti a un grande specchio, sotto una luce intensa e con a portata di mano un altro specchio. Guarda la parte interna ed esterna delle braccia e la parte frontale del corpo, dal volto fino alle caviglie, comprese le mani e gli spazi tra le dita. Verifica con cura anche il lato sinistro e quello destro del corpo. Con l’aiuto dell’altro specchio osserva la parte posteriore del corpo dalle spalle fino alle caviglie. E non dimenticare di guardare anche la cute sotto i capelli: se li hai lunghi, aprili aiutandoti con il getto d’aria del phon. Infine siediti su una sedia e osserva la zona dei genitali, il lato interno delle gambe e i piedi, compreso lo spazio tra le dita e la pianta.
Il controllo del dermatologo
L’esame che serve per individuare il melanoma si chiama dermatoscopia. Il dermatologo utilizza una speciale lente di ingrandimento che viene appoggiata sul neo. In questo modo è in grado di vedere la distribuzione della melanina in profondità e di valutarne le caratteristiche. Prima di effettuare l’esame, la chiazza viene bagnata con una goccia di olio di cedro che rende più nitida la visione degli strati profondi della pelle, compresi i vasi sanguigni e i capillari.
Un esame più sofisticato
«La versione più tecnologica di questo apparecchio è la videodermatoscopia digitale» spiega Franco Castelli, responsabile del Servizio di Dermatologia Oncologica e di Prevenzione dei Tumori cutanei presso l’Ospedale Koelliker di Torino e responsabile servizio di dermatologia J Medical. «Il vantaggio è una risoluzione delle immagini molto più elevata dell’apparecchiatura tradizionale. Inoltre il videodermatoscopio è collegato a un computer che memorizza le immagini e crea una cartella clinica per ogni paziente. In questo modo è possibile a ogni controllo confrontare anche lo stato di salute dei nei più a rischio. Tutto ciò fa sì che sia particolarmente indicato quando ci sono zone del corpo particolarmente dense di nei. Perché altrimenti sarebbe più complicato cogliere quelli a rischio di melanoma».