Non ho più voglia di fare l’amore. Provo dolore. Ho prurito e bruciori. Trattengo con difficoltà la pipì. Sono solo alcune delle confidenze sussurrate tra amiche, spesso con imbarazzo. Una over 50 su due soffre della cosiddetta sindrome genito-urinaria ma il problema è ancora tabù. «Con la cessazione dell’attività ovarica e il calo degli ormoni, inevitabili con l’arrivo della menopausa, i tessuti delle parti intime gradualmente si assottigliano» racconta Filippo Murina, responsabile del servizio di patologia del tratto genitale inferiore e Centro menopausa presso l’Ospedale Buzzi – Università degli Studi di Milano. «Iniziano così i disturbi e un aumento del rischio di infezioni. Ma le donne non devono spaventarsi o imbarazzarsi. Oggi abbiamo diverse terapie a disposizione».
E non c’è motivo per negarsi il piacere e la gioia di fare l’amore. Il primo passo da fare è convincersi che far finta di niente non risolverà le cose: questi non sono disturbi transitori. Non se ne andranno da soli. Il secondo è parlarne con il proprio ginecologo: chi se non lui? Se non vi dà fiducia e non vi fa sentire a vostro agio forse è il caso di cambiare specialista. Terzo consiglio: seguire bene le cure. «Lo fa solo una donna su dieci» dice l’esperto. «Le altre la abbandonano prima del tempo, perché temono che abbia effetti dannosi. Ma non è così».
Che cos’hanno di particolare le terapie più all’avanguardia?
«Abbiamo a disposizione un’ampia gamma di cure per agire in modo mirato a livello della vagina, della vulva e del tratto urinario, cioè di tutta la zona coinvolta dalla sindrome. E questo a tutto vantaggio di un miglioramento dei sintomi e della qualità di vita della donna». Quali sono queste nuove cure? «Il primo esempio che le faccio è una pillola, che non è definibile un ormone. Il principio attivo è l’ospemifene, sostanza in grado di agire selettivamente sui recettori per gli estrogeni in sede vulvo-vaginale. Ha anche il vantaggio di non stimolare altri tessuti come quello della mammella, per cui è utilizzabile anche da chi ha avuto un tumore al seno. Un nostro studio ha dimostrato che il farmaco agisce anche a livello dell’ingresso della vagina, il vestibolo vaginale, area fortemente sensibile e spesso responsabile del dolore durante i rapporti sessuali».
Quindi non è vero che c’è solo la terapia ormonale sostitutiva?
«Assolutamente no, la TOS, questa è la sigla, viene prescritta solo quando ci sono disturbi molto intensi, come vampate così importanti da non dare tregua. Ma nei casi di sindrome genito-urinaria le cure sono altre. Per quanto riguarda gli ormoni, il più utilizzato è l’estriolo. È sotto forma di gel, ovuli, creme, da scegliere in base alla praticità. Ha un’azione diretta soprattutto a livello vulvo-vaginale con un trascurabile assorbimento a livello generale. Un altro ormone è il DHEA: è un precursore degli estrogeni che però agisce anche direttamente sulla lubrificazione e sul nutrimento vulvo-vaginale. Queste due terapie le stiamo utilizzando in associazione, per un effetto più potente».
Si sente parlare spesso di laser per le donne in menopausa: funziona?
«Il grande problema di questo trattamento è che ha avuto una diffusione in parte errata, perché è stato spesso proposto come cura cosmetica. Invece ha un effetto terapeutico reale, ormai provato da parecchi studi, ma solo se eseguito da mani esperte. I lavori scientifici hanno dimostrato che rigenera il tessuto vaginale e ne stimola un aumento dello spessore. Noi abbiamo dimostrato che associare il laser ad altre terapie consente di amplificarne gli effetti positivi».
Per quanto tempo vanno seguite le cure?
«Questo è un altro grande problema: molte donne dopo la prescrizione dello specialista iniziano le terapie e poi le abbandonano prima del tempo perché sono demotivate. Purtroppo, questo dipende anche da una scarsa informazione. E qui voglio dare un messaggio forte e chiaro a tutte le donne che ci leggono: le terapie funzionano, ma ci vuole una bella costanza perché al di là della soluzione prescelta, per vedere dei risultati stabili bisogna saper aspettare qualche mese. Per questo, noi consigliamo sempre di utilizzare in questa fase un lubrificante che migliora temporaneamente la lubrificazione vaginale e facilita i rapporti sessuali».
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Le cinque regole per l’igiene sicura
→ 1 Utilizza un prodotto specifico per l’igiene intima quotidiana, con un buon potere detergente e un pH che rispetti quello dei tessuti dei genitali esterni che è intorno a 5. E senza profumi: potrebbero causare allergie.
→ 2 Tranne in situazioni particolari, non superare mai i due, tre lavaggi al giorno, per non aggredire troppo la pelle.
→ 3 Usa acqua tiepida per eliminare ogni residuo di detergente e asciuga delicatamente in modo da non irritare la pelle.
→ 4 Evita le lavande vaginali. Sono permesse solo quando è il ginecologo a prescriverle.
→ 5 Non utilizzare deodoranti intimi, perché possono alterare la mucosa e aumentare il rischio di irritazioni.