L’edizione 2020 dell’Ispo di Monaco di Baviera, la più grande fiera mondiale dedicata allo sport, ha dato il suo responso: una delle grandi tendenze di quest’anno del mondo fitness è il mental training, allenamenti che abbinano pratiche di meditazione e respirazione a vere e proprie gym, con esercizi di tonificazione, mobilitazione e stabilità. Il tutto per riequilibrare mente e corpo.

Il lavoro mentale abbinato a quello fisico

Forse anche per questo ad amarlo sono soprattutto le donne, l’80% di chi lo pratica. «Dietro al successo di queste nuove discipline, nate tra Germania e Nord Europa, c’è una maggiore consapevolezza: sempre più persone si rendono conto che per sentirsi belle e in forma non basta allenare i muscoli con un’accurata preparazione tecnica, ma è indispensabile anche un lavoro mentale per acquisire una grande capacità di controllo e un buon equilibrio emotivo» spiega Monica Bianchi, personal trainer e istruttrice di Pilates Zenga, una pratica di mental training che che unisce Pilates, yoga e arti marziali.

Il respiro abbinato al movimento

«Sono workout “dolci” con movimenti controllati e lenti che coinvolgono la muscolatura profonda, quella che circonda il bacino, quindi addominali, lombari e glutei, ma anche quella di spalle e petto. Di solito si lavora a corpo libero, senza sovraccarichi, facendo attenzione alla posizione, alla respirazione, all’origine del gesto e alla sua conclusione» commenta l’esperta. Anche se sembrano workout semplici, non lo sono affatto perché ti obbligano a dedicare la massima attenzione a ogni dettaglio. «Devi respirare in modo “tridimensionale”. Inspirando dalle narici, allargando bene il torace per fare spazio ai polmoni che si riempiono, portando quindi l’aria in profondità, sino all’addome, e poi espirando lentamente, dalla bocca, con un soffio continuo e leggero come volessi spegnere una candela» spiega Bianchi. Al tempo stesso devi eseguire sequenze di movimenti che impegnano la muscolatura profonda, quella che dà stabilità e resistenza al corpo. «Bisogna lavorare con precisione su muscoli specifici. Per questo spesso vengono proposti movimenti che paiono banali ma che, se fatti in modo corretto, diventano impegnativi anche per chi è allenata» aggiunge la coach. Qualche esempio? Le torsioni del busto, evitando la rotazione del bacino. O le flessioni laterali rimanendo perfettamente allineati, senza sbilanciarsi avanti o indietro. Tutto sempre in sequenza, in modo fluido, dinamico, come fosse una danza elegante e sinuosa. Così riesci a sciogliere i muscoli in tutta la loro lunghezza e ad ampliare l’apertura delle articolazioni. «Il coinvolgimento è così totale che non hai modo di pensare ad altro» aggiunge l’istruttrice. «Ed è fantastico: perché finalmente siamo obbligati a concentrarci su un solo obiettivo, ascoltarci e cercare di migliorarci. E questo ci aiuta a fare spazio nella mente, a non farci sommergere dalle preoccupazioni e dalle incombenze quotidiane, a prenderci consapevolmente cura di noi».

I workout più amati

I mental training si stanno moltiplicando ma alcuni sono già affermati. Come lo Zenga, con i suoi movimenti lenti e leggeri che richiamano le arti marziali. «Il suo obiettivo principale è sciogliere la miofascia, il tessuto connettivo che abbiamo sotto pelle e che avvolge tutti i muscoli. Spesso si contrae per lo stress e le tensioni emotive, causando dolori muscolari o articolari» commenta Monica Bianchi. Ma vanno forte, soprattutto tra le celeb come Gwyneth Paltrow, anche l’Anusara Yoga e il Bowspring. «Anusara in sanscrito significa “fluire con grazia”: durante questa pratica si assumono posizioni dinamiche che aiutano a entrare in connessione profonda con se stessi, come fosse una meditazione in movimento, con una respirazione controllata, molto profonda» spiega Maria Lupinc, personal trainer e istruttrice di yoga. «Il Bowspring invece è un workout che agisce sulle aree del corpo emotivamente sensibili, come il pavimento pelvico, la pancia, il torace e la gola, che tendono a bloccarsi in situazioni di forte stress. E lo fa andando a lavorare sulle curve naturali della colonna vertebrale. Tutto questo si traduce in una leggerezza “molleggiata” e in una forza fluida, simili a quella degli animali più aggraziati».