Giuditta Di Matteo, una maestra di 49 anni di Cagliari, soffriva di un tumore al sistema linfatico ed è morta. Aveva rifiutato le cure tradizionali per seguire il metodo Gerson. Ovvero: no alla chemioterapia, sì a frullati, frutta, integratori e clisteri di caffè. Ma chi è Max Gerson? E come fa a curare il cancro?
Chi era Max Gerson?
Max Gerson era un medico tedesco, nato nel 1881 da famiglia ebrea, parte della quale fu sterminata dall’Olocausto. Sposato e padre di tre figlie, l’ultima, Charlotte, è quella che sta portando avanti le idee del padre. Il suo metodo di cura delle malattie parte da una esperienza personale: soffriva di emicranie ed è studiando se stesso che cominciò a mettere a punto un proprio protocollo terapeutico che utilizzava alimenti naturali, cibi crudi e vegetali, per ‘ripulire’ il proprio corpo dalle tossine. Il metodo venne utilizzato, per coincidenza, anche per la tubercolosi, con successo.
L’idea è che alla base delle malattie ‘fisiche’ ci siano in circolo, nel corpo, eccessive tossine. Poiché la salute dipende dall’alimentazione, liberando questi elementi dannosi per l’uomo, il corpo sarebbe in grado di curare se stesso, di ripararsi. Ed è così che si è passati alla cura anche del cancro.
Max Gerson è costretto a fuggire negli Usa nel 1936, a causa della persecuzione nazista. Qui il suo metodo venne dileggiato e ostracizzato in particolare dall’Associazione Medica Americana. Fino alla morte, nel 1959, proseguì gli studi visitando pazienti (e prescrivendo la sua terapia) nel suo appartamento di New York. Un anno prima aveva raccolto la sua esperienza in un libro: “A Cancer Therapy: Results of Fifty Cases” (terapia anticancro: 50 casi).
In che cosa consiste la terapia proposta da Max Gerson?
L’idea generale è che il cancro si possa trattare con dieta specifica e mangiando particolari nutrienti, soprattutto frullati e centrifughe di verdure e verdure crude.
I principali elementi della sua terapia sono: dieta vegetariana con cibi organici, integratori biologici e nutrizionali, enzimi pancreatici e clisteri di caffè o di altre sostanze. Totalmente bandita la carne, perché – come ha riferito la figlia Charlotte – provocherebbe «un ambiente acido dentro il corpo umano, che però per funzionare necessita di un ambiente alcalino».
Questo regime alimentare si fonda sul principio che il corpo umano si possa ‘disintossicare’ e contemporaneamente si possa indurre una rafforzamento del sistema immunitario e un aumento dei livelli di potassio nelle cellule. Il metodo Gerson è stato costruito, secondo le conoscenze della biologia cellulare dell’epoca (quella degli anni Trenta – Cinquanta del secolo scorso), ma nessun risultato di laboratorio, né alcuna sperimentazione scientifica hanno mai dimostrato la sua efficacia in uno studio clinico-sperimentale.
E oggi?
Oggi il metodo è portato avanti dalla figlia Charlotte Gerson, a suon di libri divulgativi, dvd, filmati, conferenze, testimonianze, libri di ricette con beveroni vari di frutta e verdure. I suoi sostenitori ritengono che tutta l’ostilità della comunità scientifica sia soltanto ascrivibile alle logiche di mercato: sarebbe, il metodo Gerson, un modo naturale e non brevettato della medicina. Non porterebbe guadagni alle case produttrici di farmaci, insomma: troppo fuori dalle logiche del business. In realtà, il metodo è diventato un business soprattutto per la famiglia Gerson, non solo per le ricette e le conferenze mondiali.
Nel 1978, Charlotte ha creato il primo ‘Gerson Institute’, a Tijuana in Messico: una clinica dove si applicano i principi del medico tedesco per la cura di alcune patologie. Il costo? Stando al sito ufficiale, 5.500 dollari la settimana, con un soggiorno minimo di 2 settimane.