Sono bastate poche ore e una manciata di giorni perché l’iniziativa del Sindaco di Bari, Antonio Decaro, sollevasse un vespaio di polemiche: il primo cittadino, nonché presidente dell’ANCI (l’associazione dei sindaci italiani) ha lanciato l’offerta di abbonamento a tutti i mezzi pubblici a soli 20 euro all’anno, ossia pressoché gratis.

L’obiettivo è incentivare l’uso di metro, bus e tram per ridurre l’inquinamento atmosferico, ma anche andare incontro alle esigenze di mobilità dei cittadini, alle prese con i rincari dei carburanti, dopo la fine del bonus benzina.

Ma l’iniziativa, applaudita dai baresi e accolta con la speranza che sia estesa ad altre città dagli abitanti di altre metropoli, non è piaciuta al Sindaco di Milano, Beppe Sala, che parla di demagogia.

Perché offrire i mezzi pubblici (quasi) gratis

«L’idea alla base di questa misura sperimentale è di diffondere la cultura del trasporto pubblico e incentivare i cittadini ad utilizzare l’autobus per spostarsi in città, lasciando l’automobile privata a casa», ci ha confermato il Sindaco di Bari, Antonio Decaro, aggiungendo: «Si tratta di un incentivo alla mobilità sostenibile che può certamente far bene anche all’ambiente».

Di sicuro altri Comuni hanno iniziato a valutare la scelta, per proporla anche al proprio territorio, come sperano anche molti cittadini, specie nelle grandi aree metropolitane: «Non posso essere certo io a decidere sulle politiche che ciascun ente legittimamente adotta – premette Decaro – Per Bari questa misura parte da lontano con una serie di iniziative che abbiamo intrapreso negli anni, sia per potenziare l’offerta che per sostenere la domanda di mobilità in unico quadro strategico in materia di mobilità».

Eppure proprio dalle grandi città è arrivato una bocciatura.

Perché Milano dice no ai mezzi pubblici gratis?

L’iniziativa barese, promosso dal presidente dei Sindaci italiani, non piace però al collega di Milano, Beppe Sala, che parla di «un errore grandissimo»: «Grande rispetto per Bari – ha commentato Sala – ma questo significherebbe fare un passo indietro nello sviluppo del trasporto pubblico e portare al tracollo tanti Comuni. Ma perché dobbiamo essere così demagogici? ».

Nel capoluogo lombardo, in realtà, si va in direzione opposta: mentre a Bari l’abbonamento annuale per i mezzi di trasporto pubblici è tagliato da 250 euro a 20 euro, a Milano dal 9 gennaio 2023 il biglietto per la corsa singola è aumentato di 20 centesimi, passando a 2 euro e 20, così come è stato ritoccato il prezzo dei carnet. A rimanere indenni dal rincaro, per ora, sono solo gli abbonamenti.

Secondo Sala, infatti, si tratta di un problema economico.

Chi paga per lo sconto su tram, bus e metro?

Anche in questo caso Decaro risponde: «Noi abbiamo messo a punto questo intervento soltanto potendo contare su una dotazione di fondi europei che prima non avevamo e perché non si tratta di un unicum, ma è un pezzo di una strategia che perseguiamo da anni. Questa misura ha senso se è possibile monitorarne gli effetti e noi nel tempo ci siamo dotati di strumenti che ne permettono l’attuazione. Certamente i bilanci comunali o quelli delle aziende che gestiscono il servizio di trasporto pubblico non potrebbero sostenere questi investimenti per tanti motivi tutti diversi e legati alle specificità di ogni realtà territoriale», ammette il presidente dell’ANCI, che poi chiarisce: «Questo incentivo si basa sui fondi del PON metro di cui sono destinatari le città capoluogo della città metropolitane. Le casse comunali non possono sostenere politiche di questo tipo, né i bilanci delle aziende di trasporto, che stanno facendo evidentemente fatica a star dietro al rincaro dei costi dell’energia e del carburante, compresa la città di Bari e l’azienda che gestisce il servizio di trasporto pubblico».

La domanda di mezzi pubblici deve salire

D’altra parte il periodo COVID ha creato una contrazione della domanda che invece va sostenuta spingendo gli utenti a trasformarsi da viaggiatori saltuari (biglietti singoli) a viaggiatori fedeli (abbonamenti). Questi ultimi sono quelli che ci interessano perché sono quelli che abbandonano il mezzo privato a casa e non inquinano le nostre città. Sarà interessante in questa sperimentazione capire quanto le politiche di prezzo potranno influenzare la domanda. Fermo restando che tutto questo ha senso perché in parallelo sempre grazie ai finanziamenti europei abbiamo fatto numerosi investimenti per migliorare l’offerta grazie al PON METRO e al PNRR».

Sta di fatto che all’estero iniziative analoghe esistono già.

Mezzi pubblici all’estero: dove costano poco o nulla

Uno degli esempi arriva dalla Germania, dove già da qualche tempo è stato offerto un abbonamento da 9 euro al mese per il trasporto pubblico locale e regionale, con un provvedimento che non è limitato ai soli residenti, ma esteso anche ai turisti. Non solo: la durata del biglietto mensile è stata allungata a tre mesi con l’effetto che dal 2019 l’uso dei treni è aumentato del 40%.

Anche in Spagna sono stati previsti sconti: il governo Sanchez ha anche deciso per un rimborso totale degli abbonamenti dei treni a breve e media percorrenza con i convogli pubblici. Misure analoghe sono scattate in Lussemburgo, dove chi usa i mezzi pubblici spende pressoché nulla.