tempi in cui bastavano termini come “flirtare”, “essere impegnati” o “mollare” per definire buona parte della casistica dei rapporti sentimentali, sono lontani. Oggi si hanno textrelationship a distanza, si pratica il microcheating senza toccarsi e quando ci si inizia a frequentare bisogna capire se lui sta facendo benching e quindi è meglio tagliare la corda o siamo in una fase di tuning e quindi la relazione promette bene. «In una società dove tutto è all’insegna della velocità e della fugacità, anche le relazioni diventano più flessibili e variegate» dice Giovannella Greco, docente ordinario di Sociologia della Comunicazione all’Università della Calabria. Una tendenza in cui social e app giocano un ruolo fondamentale. «Il web ha modificato il nostro modo di percepire il tempo e lo spazio: ma se la possibilità di incontrare nuovi partner ora è a portata di clic, questa si accompagna a una crescente incapacità a entrare davvero in relazione».

Un atteggiamento che si riflette nella cosiddetta “Hooking up culture”, fenomeno partito dagli Usa e sempre più diffuso tra i millennials dove il concetto è: non isolarsi ma senza impegnarsi. La prova? La percentuale di giovani tra i 20 e i 24 anni senza un partner stabile dopo i 18 anni è raddoppiata passando dal 6% di vent’anni fa al 15%. Eppure, oggi si fa molto meno sesso che in passato: secondo il rapporto del centro studi Coop negli ultimi 15 anni la frequenza dei rapporti sessuali in Italia è diminuita del 10%. La fase più critica è quella dei 35-40 anni: solo tre coppie su dieci continuano a fare l’amore più di una volta alla settimana. E le cose non vanno meglio tra i giovani: il tempo medio speso per un rapporto, fra gli under 25, è di meno di 2 minuti.

«Il nuovo concetto di vita privata e intimità promosso dai social network fa sì che il proprio valore si misuri sempre più a peso di like e che quindi anche i rapporti si trasformino in uno spazio dove misurare il proprio gradiente di appetibilità» spiega l’esperta. Il risultato? Il moltiplicarsi di pratiche e approcci di dating finora sconosciuti, tanto da richiedere termini nuovi di zecca. Ecco i più gettonati, per capire cosa sono, cosa nascondono e come usarli nel modo giusto.

Benching

Hai presente quando lui trova sempre un motivo per non uscire insieme ma poi torna a cercarti sui social e al telefono? Ecco, ti sta tenendo in panchina, mentre sonda altre opportunità. «Succede quando si frequentano più persone senza troppa convinzione ma si desidera che restino nella propria cerchia, per non correre il rischio di restare “a piedi”» spiega la psicologa Umberta Telefner, autrice del libro appena uscito Letti Sfatti (Giunti). «A praticarlo sono soprattutto persone che hanno bisogno di conferme e rassicurazioni e che hanno paura di rimanere da soli, mentre chi lo accetta mostra spesso troppa adattabilità e una scarsa stima di sé».

Stashing

Significa rinchiudere la relazione in una bolla di isolamento e tenere il partner “segreto”, lontano da amici, parenti e social network. Alcuni segnali? Quando lui non ti presenta in giro o non posta mai nulla che ti riguardi sui social. «Spesso alla base c’è la paura di impegnarsi, ma anche l’insicurezza. Il timore di essere giudicati o di essere da meno degli altri spinge a evitare il confronto» spiega l’esperta. «Il rischio è di scambiare questo comportamento per interesse e rinunciare così alla dimensione sociale della coppia che, insieme alla sessualità e alla progettualità, è tra gli ingredienti fondamentali di una relazione equilibrata e appagante».

Microcheating

Sono i “piccoli tradimenti”. Tutti quei comportamenti, senza contatto fisico e apparentemente di poca importanza, che però mirano ad alimentare l’attrazione con qualcuno che non è il partner: dalle occhiate agli squillini, dai like sui social allo scambio di messaggini coi cuoricini. «È un modo meraviglioso per lanciare l’amo, tenere aperte più opzioni e sentirsi apprezzati» spiega l’esperta. «Questi comportamenti spesso sono frutto di egocentrismo e vanità e consentono di tenersi sempre a distanza da una relazione seria. È molto più facile mettersi in vetrina senza comunicare davvero che impegnarsi in un rapporto, no?».

Breadcrumbing

È il gergo internazionale e più gettonato per definire gli “amori-briciola”, dove si prende il poco che viene, accontentandosi, appunto, delle briciole. «È comune tra uomini e donne di successo, che affascinano per charme e determinazione, ma che si rivelano fallimentari dal punto di vista emotivo» spiega la psicologa. «Concedono all’altro poco di se stessi, quel minimo che serve per tenere in vita la relazione e non si legano mai fino in fondo: se ci si avvicina, le briciole spariscono! Offrono poco e pretendono poco: se si incontrano la coppia può funzionare, se uno dei due desidera di più, ci sarà sofferenza».

Textlationship

Ci sono rapporti dove non si oltrepassa la fase “chat” e non ci si incontra mai dal vivo: tutto resta confinato dietro lo schermo di uno smartphone o di un pc. Sono le relazioni-via-messaggio. «Possono essere assidue e durature, e comprendere anche il sesso a distanza, ma restano rigorosamente virtuali» spiega l’esperta. «Offrono svago, emozioni e conferme e allo stesso tempo permettono di farsi la propria vita, di occuparsi del lavoro e magari anche della famiglia. Sono allettanti perché non intaccano la libertà personale e non richiedono un impegno costante. Attenzione, però, a non scambiarle per relazioni vere».

Love bombing

Il tuo partner ti ricopre di attenzioni, ti manda la buonanotte, il buongiorno, fiori e regali? È un vero bombardamento d’amore. Occhio però: fa tanto rumore ma rischia di lasciare attorno solo cenere. «Questo corteggiamento serratissimo e plateale, spesso non ha solo lo scopo di conquistare l’altro ma è un vero gioco di potere. Raggiunto l’obiettivo, il corteggiatore spesso sparisce. L’identikit del love bomber? Una persona insicura e incostante che fa tanto in poco tempo, ma poi va con la testa (e il cuore) altrove».

Tuning

È il termine che si usa nella prima fase di un rapporto, quando due persone sono vaghe ed evasive nel definire il proprio legame. «Sta per: “ci stiamo sintonizzando”» spiega l’esperta. «È una tappa necessaria nella relazione tra due persone che non si fidanzano subito per il solo fatto di aver fatto sesso. Una fase piacevole e utile per vedere se la relazione è quella “giusta”, a patto però che rappresenti un primo step di un percorso fatto di tappe. Se invece diventa l’unica fase, segnala una paura ad avere rapporti seri e duraturi».

Il libro da leggere

Perché oggi è tanto faticoso essere soddisfatta della propria vita sessuale e amorosa? Come mai l’intimità è sempre più difficile da raggiungere? Com’è cambiata la coppia? Sono alcune delle domande a cui risponde Letti sfatti. Una guida per tornare a fare l’amore (Giunti). Attraverso una rassegna dei comportamenti più visti, dalle relazioni in rete ai pluri amori, l’autrice Umberta Telfener, psicologa clinica, mette a punto un vero e proprio dizionario amoroso contemporaneo. E c’è anche un eserciziario, con esempi di casi reali e istruzioni per riscoprire lo “straordinario” dell’amore.