Secondo il nuovo report Istat Le molestie e i ricatti sessuali sul lavoro, che si riferisce agli anni 2015-1016, sono 8 milioni 816mila le donne (43,6%) fra i 14 e i 65 anni che nel corso della loro vita hanno subito qualche forma di molestia sessuale, mentre si stima siano 3 milioni 118mila le donne (15,4%) che le hanno subite negli ultimi tre anni. Per la prima volta nella storia di questa tipologia di studio, sono state rilevate anche le molestie a sfondo sessuale ai danni degli uomini: si stima che 3 milioni 754mila uomini le abbiano subite nel corso della loro vita (18,8%), 1 milione 274mila negli ultimi tre anni.
Se nel loro insieme le molestie sessuali sulle donne sono in diminuizione rispetto dal 1997-98 a oggi, rispetto all’ultimo biennio di rilevazioni (quello del 2008-2009) rimangono stabili i ricatti sessuali sul lavoro. A calare sono le vittime di esibizionismo, di telefonate oscene, di molestie fisiche e, in misura minore, le vittime di pedinamenti e di molestie verbali. Aumentano, com’era logico aspettarsi, le molestie che avvengono per mezzo della rete.
Uomini e donne vittime di molestie verbali e fisiche
L’indagine rileva che le forme di molestia più frequentemente subite dalle donne nel corso della vita sono quelle verbali: il 24% delle donne ha riferito di essere stata importunata verbalmente, infastidita o spaventata dalle proposte indecenti o commenti pesanti sul proprio corpo (la percentuale degli uomini è di 8,2%). Seguono quindi gli episodi di pedinamento (20,3%) e le molestie dove è avvenuto un contatto fisico (palpeggiamenti, abbracci o baci contro la volontà della diretta interessata) che rappresentano il 15,9% (3,6% degli uomini), il 15,3% ha poi subito atti di esibizionismo mentre il 10,5% delle donne è stata coinvolta in offese, telefonate o messaggi osceni a sfondo sessuale.
In aumento le molestie via social
Tenendo conto dei dati degli ultimi 3 anni e degli ultimi 12 mesi, i ricercatori dell’Istat sottolineano l’aumento della diffusione delle molestie che avvengono per mezzo della rete, logica conseguenza del maggiore uso dei social network negli anni più recenti. Il 6,8% delle donne ha infatti subito proposte inappropriate o commenti osceni/maligni sul proprio corpo attraverso i social, al 3,2% sono state mostrate immagini a sfondo sessuale che l’hanno offesa o le è stato mostrato materiale pornografico contro la propria volontà. L’1,5% delle intervistate, infine, denuncia il furto d’identità sul web. In questo caso il dato degli uomini non è particolarmente diverso (rispettivamente 2,2% e 1,9%).
Chi sono gli autori delle molestie: perlopiù estranei
Nella maggior parte dei casi, il 60%, questo tipo di molestie sono perpetrate da estranei o da persone che si conoscono solo di vista (15,8%). Considerando l’intero corso della propria vita, avvengono più frequentemente sui mezzi di trasporto pubblici per le donne (27,9% dei casi) mentre per gli uomini nei locali come pub, discoteche, bar (29,2%). La percezione della gravità delle molestie fisiche subite è molto diversa tra i generi: il 76,4% delle donne le considera molto o abbastanza gravi contro il 47,2% degli uomini.
Violenze sessuali subite da bambini e ragazzi: se ne parla poco e solo ai familiari, non si ci si rivolge a professionisti e forze dell’ordine
Sono oltre 2 milioni (il 5% della popolazione dai 14 ai 65 anni) le persone che dichiarano di aver subito prima dei 18 anni atti sessuali come essere toccati nelle parti intime, i genitali o il seno, o essere costretti a toccare qualcuno nelle sue parti intime. Si tratta di fatti che hanno coinvolto 1 milione 567mila donne (7,8%) e 435mila uomini (2,2%). Nella maggioranza dei casi questi fatti si sono verificati una sola volta, ma per circa un quarto delle vittime si sono ripetuti da 2 a 5 volte mentre una quota non trascurabile dichiara di non ricordare quante volte sia successo.
Gli autori di queste violenze sessuali sono, sia per i maschi sia per le femmine, in prevalenza sconosciuti (36,4%) o conoscenti (22,7%), ma i familiari stretti e gli altri parenti, considerati nel loro insieme, sono i responsabili di questi atti per il 14,8% delle donne e per il 7,4% degli uomini.
Il 62,1% degli uomini e il 42,7% delle donne non ha parlato con nessuno di questi fatti al tempo in cui si sono verificati. Quando ne hanno parlato, i confidenti preferiti dalle vittime sono stati i familiari (per il 28,4% delle donne e il 14,3% degli uomini) o gli amici (per il 19,3% delle donne e il 16,6% degli uomini). Basso, invece, il ricorso a figure specializzate e deputate all’assistenza psicologica e legale come medici, psicologi, avvocati, forze dell’ordine, magistrati o centri antiviolenza. Complessivamente solo lo 0,2% degli uomini e l’1,3% delle donne si è rivolto a loro.
Stabile il dato sulle molestie sul lavoro: chi sono le lavoratrici più colpite
Sono 1 milione 404 mila le donne tra 15 e 65 anni che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche sul luogo di lavoro, o da parte di un collega o di un datore di lavoro, o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Rappresentano l’8,9% delle lavoratrici attuali o passate, incluse le donne in cerca di occupazione . Restringendo il periodo di osservazione ai tre anni precedenti l’indagine (2013- 2016), queste molestie hanno riguardato oltre 425mila donne (il 2,7%). Un dato sostanzialmente stabile se confrontato rispetto a quanto rilevato nel 2008-2009 (periodo della precedente edizione dell’indagine), in cui le vittime erano l’8,5% nel corso della vita e il 2,4% negli ultimi tre anni.
Sono 167mila le donne che hanno subito queste forme di ricatto negli ultimi tre anni (l’1,1%); al momento dell’assunzione ne sono state colpite più frequentemente le donne impiegate (37,6%) o le lavoratrici nel settore del commercio e dei servizi (30,4%). La quota maggiore delle vittime, inoltre, lavorava o cercava lavoro nel settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche (20%) e in quello del lavoro domestico (18,2%).
Nel loro insieme le molestie sessuali sulle donne risultano in costante diminuzione dal 1997-98 a oggi. Diminuiscono le vittime di esibizionismo, di telefonate oscene, di molestie fisiche e, anche se in misura minore, le vittime di pedinamenti e di molestie verbali. Rispetto al 2008-2009, risultano invece stabili i ricatti sessuali sul lavoro subiti nei tre anni precedenti alla rilevazione.