Bravissimi a guardarci, molto meno a sentirci. È così che siamo diventati, è così che l’avvento dello smartphone e dei selfie hanno trasformato la fotografia: dall’arte di rappresentare la realtà, all’esercizio di compiacere noi stessi, in un caleidoscopico gioco di specchi e rimandi che ci ha fatto dimenticare chi siamo.
Per questo, Monica Silva, fotografa italo brasiliana di fama internazionale, ha creato My hidden ego, un progetto fotografico per riconnetterci alla nostra essenza più autentica.
My Hidden ego: la fotografia per Monica Silva
Fino al 23 giugno, l’Atelier Cisterne, presso la Fabbrica del Vapore di Milano, ospita My Hidden ego un progetto fotografico ideato da Monica Silva, fotografa specializzata nella tecnica del ritratto. Tra i personaggi che ha scattato ci sono anche il regista Paolo Sorrentino e l’attore Toni Servillo.
Il ritratto è al centro di un progetto a metà tra arte, psicologia e introspezione. Su prenotazione è possibile partecipare a diverse sessioni fotografiche, che corrispondono a tre vere e proprie esperienze differenti, ma con lo stesso obiettivo: tirare fuori il proprio io più autentico.
Fotografia al femminile
L’idea di un evento sul ritratto nasce in primo luogo per le donne. Per loro, sempre in cerca di amore e autostima, Monica Silva ha pensato Women Thru The Lens, Donne attraverso la lente: una sessione fotografica di circa un’ora e venti a cui è possibile iscriversi allegando un proprio selfie e un video in cui si raccontano le proprie aspettative dall’incontro con la fotografa.
Quando chiedo a Monica Silva cosa le raccontano le donne che partecipano mi risponde che molte affermano di non amare essere fotografate, però sono curiose di vedersi attraverso i suoi occhi e magari riuscire a sentirsi di nuovo se stesse:
«Quando vanno via sono raggianti, si piacciono con un capello o un vestito che magari non avrebbero mai messo e dicono “ma allora posso essere anche così?”. È come fossero entrate nella cabina di Superman».
Prima di scattare infatti, la fotografa procede con trucco e styling per tirare fuori una nuova versione di ogni donna, affinché al termine dell’esperienza si senta più forte e consapevole.
Fotografia per le coppie
My hidden ego per Monica Silva è anche “un contenitore di lettura psicologica di due persone che camminano insieme”. Per le coppie senza distinzione di genere, la fotografa ha pensato Changing Partner Without Change Partner, cambiare partner senza cambiarlo:
«Una persona si cambia, quindi viene sottoposta a styling, mentre l’altra no. Questa esperienza è un’indagine su quanto si è disposti ad accettare il cambiamento nel partner».
Lo sguardo sconosciuto
Il più delle volte siamo noi i nostri giudici più severi, eppure quando ci sottoponiamo allo sguardo altrui non possiamo fare a meno di chiederci cosa penserà di noi, se gli piacciamo oppure no. 15 Minutes To Be Real, 15 minuti per essere reale, è forse la sessione fotografica più intensa per Monica Silva:
«Questa esperienza è un esperimento per capire come ci si pone allo sguardo di uno sconosciuto. Il soggetto dopo quindici minuti nella camera oscura, dove può sentire la mia voce e della musica per aprire i canali energetici, arriva davanti a me. Non parliamo. Io osservo senza giudicare le mani, le spalle, i vestiti. Allora molto spesso la persona che ho davanti si nasconde o cambia attitudine, perché teme il mio giudizio. Spesso non accettiamo lo sguardo degli altri, perché è il nostro che temiamo».
È la prima volta che la fotografa fa questo esperimento, ma si sta già rivelando molto interessante. Molte persone ignare di quello che accadrà, al termine della sessione si emozionano, piangono, si sentono liberate. Dopo l’esperimento raccontano le loro sensazioni in un’intervista e il materiale video e fotografico servirà a realizzare una mostra: una vera e propria indagine psicologica e antropologica che Monica Silva vorrebbe portare in giro per l’Italia e non solo.
Un foto per (ri)conoscersi
“Come mi vedono gli altri?” è un interrogativo costante e a proposito Monica Silva afferma che con My Hidden ego vorrebbe far capire che l’opinione altrui non può farci crollare, che dobbiamo conoscerci per capire chi siamo e allora saremo più forti. Le sessioni fotografiche sono emotivamente impegnative perchè l’artista cerca di tirare fuori il lato più autentico e luminoso di ogni soggetto: lo scopo è raccontare qualcosa di più della persona fotografata, tirarne fuori l’anima.
La fotografia quindi può essere un efficace mezzo di introspezione, ma questo non ha niente a che vedere con l’utilizzo che ne facciamo sui social, su questo Monica Silva ha le idee ben chiare:
«Sui social il meccanismo prevalente è quello dell’emulazione, quando postiamo spesso mandiamo messaggi fuorvianti su chi siamo: il risultato è una perdita di autenticità. Invece quando scatto, l’esperienza del soggetto si unisce alla mia. Nelle mie foto riverso il mio bagaglio di vita, quindi è come se in una foto convivessero due vite ed è per questo che dieci fotografi diversi potrebbero scattare la stessa cosa, ma le loro foto sarebbero comunque tutte diverse.»