Una terapia innovativa con cellule staminali, un mix di sostanze contro la malnutrizione, la prima guida per chi vuole un figlio. Sono le novità per la malattia di Crohn, una patologia cronica che colpisce l’intestino con sintomi invalidanti come diarrea, costanti dolori addominali, malessere generale, perdita di peso. Ne soffrono oltre 100 mila persone e i numeri sono in aumento, soprattutto nella fascia d’età tra i 20 e i 30 anni.
«Le cause sono ancora sconosciute e per questo non c’è ancora una cura risolutiva» spiega Alessandro Armuzzi, responsabile del Centro malattie infiammatorie croniche intestinali del Policlinico Gemelli di Roma. «Oggi, però, si sa che alla base c’è un alterato funzionamento di alcune cellule del sistema immunitario che provocano uno stato di infiammazione cronica, responsabile dei danni all’intestino. E proprio le maggiori conoscenze sul ruolo dell’infiammazione ci stanno permettendo di mettere a punto nuove cure per tenere la malattia sotto controllo».
La terapia con le cellule staminali
Un paziente su tre soffre di fistole perianali, cioè di ulcere tra la porzione finale dell’intestino e l’ano, che non sempre si riescono a curare. In questi casi, oggi c’è la terapia con cellule staminali prelevate dal tessuto adiposo di donatori.«Il prodotto viene iniettato lungo il tessuto del tratto fistoloso, sotto anestesia»spiega il professor Armuzzi. «Così le cellule staminali si attivano e stimolano il processo di cicatrizzazione. Un primo studio ha provato che, a distanza di un anno dal trattamento, la metà dei pazienti aveva ancora la fistola chiusa. Per confermare questi dati ora ne è in corso un altro che coinvolge 11 centri in Italia».
L’alimento speciale
La malnutrizione è la grande spada di Damocle per i malati di Crohn perché, a causa dei sintomi, e in particolare delle crisi di diarrea, è più facile avere carenze nutrizionali. Per questo, i ricercatori del Policlinico Gemelli hanno messo a punto un prodotto mirato che agisce su più fronti. «Contiene vitamine, minerali, proteine del siero del latte, Omega 3, antocianine e polifenoli, per citare solo alcune delle sostanze presenti» sottolinea Armuzzi. «Il mix ha la capacità di abbattere lo stato di infiammazione a livello intestinale e di stimolare la ripopolazione del microbiota con i batteri buoni. Le ricerche ci hanno dimostrato che in questo modo c’è una risposta migliore alle cure farmacologiche». Il prodotto è in bustine e si scioglie in acqua. Rientra nella categoria degli alimenti a fini medici speciali e ci vuole la prescrizione medica.
La guida per chi desidera un figlio
Un pool di specialisti ha realizzato la prima guida sulla gravidanza per le donne con la malattia di Crohn. «Il desiderio di maternità emerge spesso durante gli incontri con le pazienti» racconta Salvatore Leone, direttore generale di Amici onlus, l’associazione dei pazienti con malattie infiammatorie intestinali. «Oggi, anche grazie al numero consistente di studi, sappiamo che è possibile senza rischi per entrambi. Certo, è importante rivolgersi a un Centro multidisciplinare dove ci sia anche il ginecologo, perché la donna deve essere seguita a 360 gradi. E questo cominciando prima del concepimento, perché la gravidanza va programmata quando la malattia è in fase di remissione. Nessun problema neppure con i farmaci: quelli a rischio si possono sostituire con altri sicuri per il feto». Il progetto si chiama Resilient mothers e si può scaricare dal sito dell’associazione: www.amiciitalia.eu.
I farmaci in fase di studio
La ricerca si sta concentrando su farmaci già utilizzati per altre malattie autoimmuni. I dati più promettenti riguardano quelli che bloccano l’interleuchina 23, una proteina coinvolta nella psoriasi, e gli anti-JAK che modulano le citochine, sostanze con un ruolo nell’artrite reumatoide. Entrambi spengono l’infiammazione cronica del Crohn e migliorano i sintomi.