Con l’entrata in vigore del Dpcm del 6 novembre, sono scattate anche le prime multe per chi non rispetta i divieti previsti nelle zone rossa, arancione e gialla, imposti per l’emergenza Covid. Per esempio, in caso di assembramenti, mancanza dell’uso della mascherina, circolazione con sintomi come febbre oltre i 37.5°C sono previste sanzioni da 400 euro a 1.000 euro, che scendono a 280 se pagate entro 5 giorni, ma possono salire a 560 in caso di recidiva. Ben più gravi le conseguenze (anche penali) se non si rispetta la quarantena o si esce di casa da positivi. Ecco cosa si rischia in caso di violazioni delle norme.
Multe da 400 a 1.000 euro
In tutte le zone sono previste sanzioni da 400 euro (se pagate entro 60 giorni o 280 entro 5 giorni) fino a 1.000 euro, in tutti i casi nei quali non si rispettano le norme di prevenzione, in particolare per:
- il mancato uso della mascherina nei luoghi pubblici, aperti o chiusi;
- il mancato rispetto del distanziamento sociale minimo di 1 metro;
- assembramenti;
- non rispetto del coprifuoco dalle 22 alle 5;
- violazione della quarantena e isolamento precauzionale prevista in caso di contatto a rischio con un positivo o in attesa di tampone (se si esce in auto, però, le sanzioni aumentano di un terzo);
- circolazione con febbre oltre 37,5°C;
- violazione delle norme di accesso a parchi, ville e giardini pubblici (cioè senza mascherina o non rispettando le distanze);
- non rispetto delle regole relative all’attività ricreativa e ludica all’aperto (come sopra);
- violazione delle norme sull’attività motoria e sportiva all’aperto (per esempio, non rispetto dell’obbligo di praticare sport in modo individuale o non rispetto dei 2 metri di distanziamento);
- mancato rispetto del distanziamento nelle riunioni (per esempio, quelle condominiali, dove consentite);
- inottemperanza del divieto di consumare pasti o bevande da asporto sul posto
«Le multe dovrebbero essere calibrate, arrivando anche a 1.000 nei casi più gravi, per esempio se si viene trovati senza mascherina e ci si ostini a non indossarla nonostante ripetuti appelli. Normalmente, però, in questi casi di applica il cosiddetto minimo dittale, ossia i 400 euro» spiega l’avvocatessa Marisa Marraffino.
Nelle zone rosse e arancioni si aggiunge il divieto di spostamento fra regioni o comuni, se non nei casi di “comprovate esigenze” previsti dal Dpcm (motivi di lavoro, sanitari, ecc.). In caso si utilizzi l’auto le multe aumentano di un terzo.
Nelle aree rosse sono anche vietati gli spostamenti in entrata e in uscita dai territori e all’interno di questi. L’attività sportiva è limitata e può essere svolta solo in prossimità della propria abitazione. I trasgressori sono puniti con le stesse sanzioni (dal 280 a 400 euro).
In caso di recidiva, la sanzione sale a 560 euro.
Reati penali: ammende da 500 a 5.000
Più pesanti sono le pene che scattano in caso di violazione della quarantena se si è positivi, sempre in tutte le fasce previste: «L’articolo 7 del decreto legge 19/2020 prevede una reclusione da 3 a 18 mesi, oltre a un’ammenda da 500 a 5.000 euro. Lo stesso accade se si esce di casa con febbre oltre 37.5°C e sindromi respiratorie, perché si intende come inottemperanza dell’obbligo di stare a casa con sintomi compatibili con il Covid, come previsto dal Dpcm del 13 ottobre 2020» conferma l’esperta. Se poi si dichiara il falso, adducendo un motivo infondato, si incappa nel reato di falsa attestazione a un pubblico ufficiale (art.495 C.P.) che porta la reclusione da 1 a 6 anni.
«Esiste anche il reato di epidemia colposa, anche se è più difficile da dimostrare il nesso di causalità. È previsto dall’articolo 452 del Codice Penale nei casi in cui chi è positivo esca di casa provocando altri contagi con i suoi comportamenti a rischio, per esempio senza mascherina o violando l’obbligo di distanziamento. È punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni» spiega Maraffino. «Diciamo che è più grave rispetto al reato precedente ed è più facile che si verifichi in una Rsa o in una clinica dove non siano state rispettate le norme di prevenzione. Ma ci sono già le prime imputazioni di questo genere nei Tribunali».
Multe per ristoranti, bar e negozianti
Sono previste sanzioni da 400 € (con possibilità di riduzione a 280€) anche per gli esercizi commerciali che dovessero aprire nelle zone rosse, dove è prevista la chiusura totale, o negli orari non consentiti in zona arancione (dopo le 18 e fino alle 5 del mattino). Lo stesso tipo di conseguenza scatta nel caso in cui sia aperte attività commerciali non consentite (palestre, sale giochi, teatri, cinema, locali, ecc.).
«In tutti questi casi è prevista una multa di tipo amministrativo, da 400 a 1.000 euro, ma possono scattare anche sanzioni accessorie come la chiusura per 5 giorni per impedire la prosecuzione della violazione, in base alla legge 74 del 2020» spiega l’avvocatessa.
I ricorsi
In caso di sanzioni è possibile presentare ricorso entro 30 giorni, contestando la multa davanti al Giudice di Pace. Occorre allegare documentazione a sostegno della propria difesa ed è possibile avvalersi di una testimonianza. Ben più complicato l’iter in caso di denuncia penale, per la quale è consigliabile avvalersi del supporto di un legale.
Le multe “speciali” per giovani e anziani
Esistono poi casi specifici di Comuni nei quali sono previste ulteriori multe, a seconda delle fasce d’età. È il caso, ad esempio, di Pomigliano D’Arco in Campania, dove il Sindaco, Gianluca De Mastro, ha emanato un’ordinanza che vieta ai ragazzi minori di 16 anni di uscire di casa dopo le 18, se non accompagnati da una adulto. L’obiettivo del primo cittadino è quello di ridurre la circolazione in strada e soprattutto evitare assembramenti. Ma per De Mastro ha avviato anche una campagna di sensibilizzazione nei confronti degli anziani, considerata un’altra fascia «su cui abbiamo capito che dovevamo intervenire con più severità». Per questo sono previste multe di 100 euro sia per i minori che dovessero trasgredire il coprifuoco, sia per gli anziani che per esempio dovessero riunirsi per giocare a carte senza mascherina o distanze di sicurezza nei circoli cittadini.