Quanto sappiamo della Rete? Sappiamo navigare sicuri? E quali sono le paure di noi genitori di fronte a Internet? Le fotografa un sondaggio appena realizzato da Telefono Azzurro in collaborazione con Doxa Kids. Il 21% dei genitori ha paura che i ragazzi incontrino contenuti che esaltino l’anoressia, l’autolesionismo, il suicidio, il 18% che siano esposti a contenuti pornografici o immagini drammatiche o violente. Eppure, diamo l’accesso alla Rete presto, troppo presto ai nostri figli, anche prima dei 13 anni. Nel 48% dei casi, i genitori intervistati ritengono che i ragazzi siano in grado di utilizzare in maniera consapevole i social dai 16 anni: la soglia dei 13 anni è riconosciuta dal 26% dei genitori, mentre un importante 16% dichiara che la consapevolezza sia acquisibile una volta raggiunta la maggiore età.
Insomma, anche se noi adulti siamo eternamente connessi, il 30% dichiara di sentire di non avere adeguate competenze sulle tematiche dell’online. Tra i temi sui quali sentono di avere più bisogno di informazione/formazione, troviamo: il cyberbullismo (24%), il bullismo (24%), il suicidio e l’autolesionismo (19%), l’hate speech (19%), il sextortion (19%) e il sexting (6%), la privacy nell’online (17%).
Di sicuro la complessità è sempre più elevata, difficile orientarsi, capire come navigare sicuri e anche trovare il dialogo con i ragazzi, che non riescono a staccarsi da smartphone e social network, connessi più volte al giorno e persino affltti da vamping: stanno svegli durante la notte per controllare i messaggi arrivati sul proprio cellulare. Quasi tutti chattano continuamente su WhatsApp.
Insomma, mamme e papà spesso non sanno che atteggiamento prendere nei confronti dei figli. Loro per primi spesso non sanno come navigare sicuri e come comportarsi sul web, ma devono insegnarlo ai ragazzi. Come? Le regole e i trucchi ci sono, come ci hanno spiegato Teo Benedetti e Davide Morosinotto esperti di giovani e nuove tecnologie (hanno gestito le passate edizionidi DigiLab, l’evento digitale del Salone dedicato ai giovani e alle nuove tecnologie) e autori di Cyberbulli al tappeto (editoriale Scienza) un libro a uso e consumo dei ragazzi con le regole e i consigli da seguire per usare al meglio i social network.
Li abbiamo intervistati ed ecco le loro risposte.
1. Per un ragazzo quali sono i vantaggi di navigare sul web?
Quasi infiniti, senza dubbio: il web è un posto dove si possono apprendere tantissime cose, promuovere la propria creatività nonché rapportarsi e parlare con il mondo intero.
2. Quali le cose che deve sapere?
Internet è un posto bellissimo ma può essere anche pericoloso, ed è una buona idea sapere almeno a grandi linee come funziona (cos’è un router e un server, ad esempio).
Ma le cose più importanti da sapere sono due: 1) che su Internet quasi niente è segreto, le informazioni girano con grande facilità e ogni messaggio può essere letto e sentito da altri; 2) che Internet spesso è eterno, e le informazioni possono essere conservate molto a lungo… anche quelle più spiacevoli.
3. Quali sono gli errori più comuni che fanno i ragazzi?
Pensare di essere una semplice goccia in un oceano vastissimo, a cui nessuno darà mai importanza. Per questo tendono a non guardare se la loro attività online e la loro trasmissione di dati anche personali è privata (cioè ristretta ad una determinata cerchia) oppure pubblica e quindi visibile da chiunque ovvero il mondo web intero.
4. Quali sono i veri pericoli?
I pericoli più gravi sono legati agli adulti. Un malintenzionato può usare le informazioni che condividiamo sui social (ad esempio la geolocalizzazione) per sapere che siamo in vacanza e che quindi a casa nostra non c’è nessuno, o può imparare i tragitti e gli orari che abbiamo ogni giorno per i suoi scopi.
Quando siamo nella piazza della nostra città non sventoliamo i soldi che abbiamo nel portafogli, e non gridiamo a gran voce il nostro indirizzo. Ecco, è una buona idea fare così anche quando siamo su internet… che è una piazza molto, molto grande.
5. Dove i genitori non devono mettere il naso?
I genitori metteranno sempre il naso ovunque ed è normale perchè si preoccupano.
Essere interessati all’attività dei propri figli online – che app usano, che social frequentano, da che messaggistica istantanea arriva quel costante e fastidioso blimp! – non è pero “impicciarsi” ma capire, conoscere e sapere quando e come intervenire.
E un intervento non è leggere chat di nascosto sugli smartphone ovviamente ma dialogare.
6. Quali sono le parole più comuni da ricordare?
“Privacy”. “Geolocalizzazione”. “Cookies” (che non sono i biscotti, ma le informazioni che i siti internet memorizzano su di noi). “Social”. Ma soprattutto, “prudenza”.
7. Qualche regola per WhatsApp?
Mai formare gruppi di comunicazione dove si mettono a contatto persone che non si conoscono nella realtà: in ogni gruppo, il numero di smartphone dell’utente è visibile e può essere trascritto e usato. Allo stesso modo, non accettare comunicazioni che provengono da numeri che “spuntano fuori dal nulla”.
8. L’etiquette per le mail coi professori?
Quando si scrive ai professori, valgono le stesse regole di quando gli si parla a voce.
Salutare con educazione (in una mail meglio dire “buongiorno”), usare il “lei”, essere corretti ed educati.
Bisogna ricordarsi che la email è una traccia scritta, quindi potrebbe essere conservata per molto tempo, e che potrebbe essere letta anche da altre persone (ad esempio, i genitori). Quindi meglio comportarsi di conseguenza.
Una cosa da evitare assolutamente è usare un indirizzo “falso” per mandare a un prof. una mail di scherzi. Scoprire chi siete è più facile di quello che crediate…
9. Qualche trucco per fare bella figura coi coetanei?
Scegliete una bella foto per i vostri profili. Parlate delle cose che vi piacciono. Non prendete in giro gli altri, e invece non abbiate paura di scherzare su voi stessi: vi dimostrerete forti e sicuri di voi. Prima di iniziare a usare un nuovo social network, perdete un po’ di tempo per imparare come funziona: ognuno ha le sue regole da rispettare, e conoscerle vi eviterà brutte figure. Se uno dei vostri amici invece sta usando il social in modo sbagliato, diteglielo con gentilezza. Sarà colpito da quanto siete in gamba.
10. Usare Instagram: sì, no, e come?
Instagram è un potente mezzo per la comunicazione a mezzo media (foto e video).
È diventato una sorta di diario quotidiano e un archivio del nostro modo di vedere le cose.
Per questo motivo è bene ricordarsi di usarlo sempre in modalità privata e condividerlo con una cerchia di conoscenze reali. E, come detto, sopra, il raccontare quotidiano non deve diventare trasmissione di dati che potrebbero nuocerci.
11. YouTube lo possono usare tutti?
Sì, a patto di avere più di 13 anni anche se molti account spesso riportano una data di nascita falsa per accedere al servizio. Ma un profilo fake non tutela l’utente perchè, presto o tardi, viene scoperto dagli admin e chiuso.
12. Scaricare la musica, per esempio con iTube è davvero illegale?
Scaricare musica o video può infrangere la legge sul copyright.
Il fatto però è che, forse, dovremmo chiederci quanto siano ancora valide le leggi sul copyright, dato che sono state scritte molto tempo fa, prima di Internet. Forse è necessaria una provocazione, come potrebbe essere, ad esempio, la proposta di abolire il copyright per tutti i minori di 18 anni. Potrebbe essere un buon inizio.
13. Per avere più follower, per esempio su Instagram, i ragazzi seguono dei trucchetti, sono legali?
Ci sono trucchetti a pagamento – come comprarsi i followers…cosa sconsigliatissima – e trucchi di buonsenso. Alla fine, ogni social network è una comunità che segue le proprie regole e si muove secondo dei trend. Sapere indovinare il modo di parlare a questa comunità e accontentarla è il “trucco” creativo migliore per aumentare i propri followers anche investendo su qualcosa di nuovo e mai visto.
È bene ricordarsi però, che avere un grosso seguito comporta responsabilità e richiede molta attenzione al pari di un account con pochi followers.
14. Come si fa a diventare dei “fighi” sul web e avere tanto seguito. Ma soprattutto ne vale la pena?
Per diventare fighi sul Web ci sono due strade. La prima è sforzarsi di dire cose intelligenti, nuove, creative, belle. E’ una strada molto difficile e che può richiedere un sacco di tempo ed esercizio.
La seconda via è di essere molto… stupidi. Riempire Internet di qualsiasi sciocchezza per fare tanto rumore e cercare l’approvazione di altri sciocchi (di cui il mondo, e la Rete, sono pieni). In questo caso, essere fighi non è una buona idea… e quando gli scherzi prendono di mira qualcun altro, si è sulla ottima strada per diventare “cyberbulli”.