Negozi chiusi nelle sei principali festività nazionali (escluso il 25 aprile): Capodanno, Pasqua, Primo Maggio, Ferragosto, Natale e Santo Stefano. Arriva da FdI la proposta di legge a prima firma Silvio Giovine che punta a modificare la legge che disciplina i giorni di chiusura obbligatoria degli esercizi commerciali. Faranno eccezione le attività considerate funzionali per garantire i servizi a cittadini e turisti.

Negozi chiusi, eccezioni e multe

Nel testo del provvedimento presentato alla Camera sono previste una serie di eccezioni. «Vogliamo salvaguardare tutte quelle attività che risultano essere funzionali per garantire i servizi ai cittadini e ai turisti in tutte le città – spiega Giovine -. Sono dunque esentati dal campo di applicazioni bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie nonché gli esercizi all’interno delle stazioni marittime, aeroportuali e nelle aree di servizio piuttosto che gli stabilimenti balneari». Per chi trasgredisce è prevista una multa da 2 a 12 mila euro e con la recidiva arriva la chiusura dell’esercizio commerciale da uno a dieci giorni.

«Garantire alle famiglie il diritto di stare insieme»

Si tratta di «una proposta di legge di buon senso – afferma Silvio Giovine -. È un provvedimento che ha una duplice ambizione, da un lato garantire a milioni di lavoratori, in un settore strategico per la nostra economia come quello del commercio, di poter trascorrere queste festività nella totale serenità con i propri parenti e quindi in famiglia, ma che pone anche molta attenzione a un altro tema, cioè il sostegno concreto agli esercizi di vicinato, negozi di prossimità che sappiamo non solo svolgere una funzione commerciale ma che rivestono un importante ruolo sociale in tutte le nostre città con una sorta di sentinelle ai centri storici dei quartieri. Sono forse le realtà che più hanno patito le liberalizzazioni del governo Monti subendo la concorrenza di strutture più attrezzate per le aperture festive».

Negozi in un centro commerciale

Federdistribuzione pronta a collaborare

Apre alla proposta il presidente nazionale di Federdistribuzione, Carlo Buttarelli: «Il tema della proposta di legge è senz’altro importante per il nostro settore, siamo pronti ad offrire il nostro punto di vista con alcune considerazioni che non vogliono essere di natura ideologica ma che consideriamo necessariamente da valutare nel percorso normativo. Occorre tenere conto di come è cambiato il mondo del lavoro e quello dei consumi, e di come le imprese italiane si confrontano con piattaforme internazionali del commercio on-line che non hanno invece alcun limite di orario e di regolamentazioni sulle promozioni».

Confimprese: «Chiudere i negozi? Proposta anacronistica»

Di parere opposto Mario Resca, presidente di Confimprese, l’associazione delle grandi catene di negozi: «È una proposta totalmente anacronistica, invece di andare avanti facciamo dei passi indietro. Il ritorno alle chiusure festive dei negozi sarebbe un danno enorme». E continua: «Rischiamo di perdere fatturati e posti di lavoro, con ricadute sull’intera filiera, e di non tutelare i consumatori, negando loro un servizio. Il lavoro nei giorni festivi non contrasta con il diritto dei lavoratori al riposo che si tutela garantendo turni, giorni di riposo e incrementi retributivi per il lavoro nei festivi».