Ammettiamolo. Se all’inizio del primo lockdown eravamo felici di stare finalmente un po’ di più col nostro partner, il decantato “due cuori e una capanna” si è presto trasformato in una clausura dove il sesso non è contemplato. Lo rivela un’indagine condotta tra le iscritte al sito di incontri extraconiugali Gleeden (vedi sondaggio sotto): il lavoro da casa rientrerebbe tra le principali cause di difficoltà a coltivare la libido, assieme allo stress da quarantena e alla paura del contagio.
A stupirci è lo stupore di chi si stupisce. Davvero si credeva che mentre eravamo occupate a difenderci da un virus letale, in un clima di incertezza economica, private della vita sociale e con il lavoro portato dentro le mura domestiche – dunque potenzialmente ininterrotto – avremmo avvertito l’urgenza di sedurre il nostro partner? Quelle son cose che succedono solo nei film catastrofici, quando un attacco alieno o un’esplosione nucleare diventano il pretesto per fare sesso sfrenato prima che il mondo finisca. Noi, che abbiamo ragazzini da sostenere, genitori da assistere e colleghi con cui coordinarci da remoto, viviamo una quotidianità più stancante che spaventosa. E questo per la libido è anche peggio, ché lo spavento porta quel senso di ineluttabilità che spinge le persone ad ansimare contro una parete, mentre la stanchezza le porta ad appisolarsi sul divano.
Perché smart working e intimità non vanno d’accordo
«L’idea che lo smart working favorisca l’intimità è un falso pregiudizio» conferma Cristina Colantuono, la sessuologa, psicoterapeuta ed esperta in psicologia giudiziaria. «Innanzitutto, la scenografia delle nostre case ci priva della necessità di metterci al meglio, vestite e truccate, per affrontare il mondo là fuori. Poi, ci sono elementi che impattano sulla libido femminile in maniera diversa rispetto a quella maschile: l’attenzione alle incombenze domestiche, ad esempio, che in ufficio accantoniamo, mentre adesso le abbiamo costantemente sotto gli occhi, con il carico mentale che ne consegue. Non dimentichiamo gli ormoni: la produzione degli spermatozoi è costantemente attiva e di conseguenza il desiderio sessuale nell’uomo, che si esprime anche attraverso erezioni meccaniche come quelle mattutine; lo scarico ormonale femminile, invece, ha dei picchi durante il periodo fertile e nel resto del mese richiede tranquillità e una certa predisposizione mentale. Infine ci sono motivazioni antropologiche: negli uomini prevale la parte ludica, nelle donne quella legata al senso del dovere, alla responsabilità, alla genitorialità».
Un panorama sconfortante, a cui però si possono contrapporre 3 piccoli rimedi. Usando razionalità e buonsenso.
Smettere di essere multitasking
Un detto popolare afferma che “il (termine che indica l’organo genitale maschile) non vuole pensieri”. Ma nemmeno l’utero! La prima cosa che possiamo fare è non cedere alla lusinga del multitasking. Il multitasking non è una qualità, ma l’invenzione di gente pronta ad affibbiarci incombenze di cui non si vuole far carico. Non caschiamoci: al compagno che tenta di appellarsi alla favoletta del multitasking, si risponda svogliatamente: «Caro, ho smesso».
Limitare l’intimità familiare
Magari siete una di quelle coppie che si ritrova al bagno assieme, uno sul water e l’altro a lavarsi i denti, per le quali “nulla di ciò che è umano è estraneo”. Ebbene, anche meno. Come ricorda la sessuologa Colantuono, «vedere il compagno in pigiama e calzini rotti può essere un deterrente all’attrazione sessuale; quella trasandatezza che parla di intimità familiare, calata in un contesto dove casa e ufficio coincidono diventa un potente anticlimax». Gli antenati hanno provato a dircelo in tutti i modi: in amore vince chi fugge, il desiderio si alimenta nell’assenza, la lontananza sai è come il vento…
E adesso immaginate di svegliarvi tutti i giorni con la stessa pancia accanto, di mangiare sempre con la stessa persona, di trovarvela costantemente in mezzo ai piedi, e traete le vostre conclusioni. «Ho sempre fatto tanto sesso, specialmente al mattino, ma con lo smart working non posso più» confessa un’amica che preferisce rimanere anonima. Non costringetemi a spiegare.
Cogliere l’attimo
Avete presente la classica scena in cui una coppia è impegnata a fare sesso sotto le lenzuola quando il figlio irrompe nella camera? In tempo di lockdown e quarantene sparse si può scoprire che non è un’invenzione cinematografica. «Ma questo è un bene, perché il desiderio inappagato e la capacità di approfittare di un momento altrimenti inopportuno fanno ritrovare quel certo “friccicore al core” che si credeva perduto» rassicura Fabiana Taddei, ginecologa.
«Ma si parla di sesso coniugale o sesso in generale?» chiosa la scrittrice Valentina Santandrea, esperta in relazioni tribolate. «Smart working o meno, a chi non convive o non vive nello stesso Comune il sesso è stato di fatto negato. Vedendo i miei amici single posso dire che in questo periodo le app di incontri stanno andando alla grande e non appena le misure si allenteranno sarà caccia al congiunto». Tipico pragmatismo da Millennials quello di affidare alla tecnologia lo sforzo della scrematura. Resta quindi una buona notizia: il solo sesso che si è smesso – momentaneamente – di fare è quello analogico.
Sesso, donne e smart working: il sondaggio
Sette donne su 10 che lavorano da casa non hanno più voglia di fare sesso, secondo il sondaggio lanciato dal sito di incontri extraconiugali Gleeden su 1.982 italiane. Le ragioni più frequenti? Per l’82% c’è l’impossibilità di staccare con la testa dal lavoro. Per il 69% pesa la stanchezza per il fatto che si lavora più di prima. Il 62% ammette che non ci si cura come quando si va in ufficio.