Tra le canzoni che mi piace ascoltare e riascoltare ce n’è una di Noa di qualche anno fa. Si intitola Blue touches blue, qui il video, ed è da pelle d’oca. La frase indica il luogo dove il cielo e il mare si incontrano, un posto dell’anima. E la musica è di una dolcezza struggente.
Noa, il vero nome è Achinoam Nini, è una cantante israeliana che lotta per la pace. Canta in inglese perché è cresciuta negli Usa e da noi è diventata famosa con il brano Beautiful that way nel film La vita è bella di Roberto Benigni.
Noa è arrivata da Tel Aviv in Italia per una serie di concerti (l’ultima data è il 30 ottobre a Trieste www.noasmusic.com) e per presentare il suo nuovo Love Medicine, un album molto bello che parla, appunto, di amore e pace. «Perché mai come ora il mondo ha bisogno di una medicina di amore».
Anche Noa è molto bella: alta, affusolata, occhi scuri, capelli ricci lunghi, lineamenti orientali. Un viso intenso. Quando parla della sua Terra, a un passo dall’ennesima guerra, percepisci il suo dolore, l’urgenza che l’odio e la violenza cessino. Da entrambe le parti: israeliani e palestinesi.
Le parole che pronuncia sono severe: «Credo nella generosità di spirito e la musica di questo tratta» ha detto pochi giorni fa in un’intervista a la Repubblica. «Sono una persona politica, parlo chiaro, vengo criticata nel mio Paese per le posizioni che prendo, sono combattiva. Ma con la musica non è così».
Se la sua denuncia è dura, la musica infatti è poesia. Perché lei crede nei suoni come mezzo per riavvicinare i popoli. Per questo canta brani pieni di speranza che vengono dal cuore, capaci di proiettarti in un mondo lontano, che sa di cielo e di mare. Un grido contro la guerra, per dare un futuro migliore ai nostri figli.
E io non smetterò mai di ascoltarla.