Ogni settimana pubblichiamo le risposte di Chiara Gamberale alle domande delle lettrici, sia online che sulla carta. Per scriverle, manda una mail a lapostadelcuore@mondadori.it
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Cara Chiara,
ti scrivo per la mia “zona cieca”: quando ho letto il tuo libro che si intitola così, mi sono ritrovata. Amo con tutta me stessa da tantissimo tempo un uomo che riesce a essere particolarmente spiacevole solo con le persone che lo amano, mentre per chiunque sia alla giusta distanza è brillante e molto buono. E il problema è che lo è davvero: brillante, molto buono, pieno di talenti, grande amante… Ma è anche tutto il resto. Tutto quello che gli altri non vedono. Mi ama, dice. E so che è vero mentre lo dice, so che è vero per lui, ma mi fa male. Complice la sua depressione, mi prende e mi lascia quando vuole, io non mi stacco mai del tutto e non mi sento mai del tutto al sicuro. La sua difficoltà è un bel ricatto psicologico che usa per non farsi abbandonare, mentre io mi sento infinitamente sola e infinitamente messa da parte: non posso stare con lui e non posso nemmeno andarmene da lui. Quanto è giusto resistere? Quando è giusto dire basta? E dove e come si trova la forza, per ognuna delle due ipotesi, quando siamo completamente svuotate?
V.
Mia cara V.
penso sia proprio lì che la tua “zona cieca” faccia leva, nel tuo non sapere quanto sia giusto resistere, quando sia giusto dire basta. Prova ad allontanarti da quel terreno fertile su cui realmente si nutre la vostra storia: la tua incertezza. Prendi la forza con cui ti chiedi quanto male debba ancora farti quest’uomo che non sa esserci, ma nemmeno non esserci: e incanala, quella forza, per capire che cos’è che, anche se non lo riguarda, ti fa stare più o meno bene. Camminare senza una destinazione? Il burrito che fanno solo in quel ristorante? Comincia da queste che sembrano piccole cose e trasformale nei sassolini di Pollicino per tornare a casa, per tornare a te…Perché, V., per quanto ci sembri naturale sopportare e (illudersi di) supportare le “zone cieche” di chi amiamo, lo dovrebbe essere altrettanto pretendere un po’ di luce per noi, una specie di pace quando stiamo per addormentarci. Coraggio.
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Disegno di Elisa Macellari