I test in corso sono giudicati incoraggianti dagli esperti: i due farmaci ad azione anti-concezionale per l’uomo sembrerebbero “sicuri ed efficaci”. A dirlo sono gli esperti endocrinologi statunitensi, riuniti in occasione del congresso annuale ENDO in Georgia (USA), che hanno esaminato i dati degli studi su due pillole contraccettive maschili: DMAU e 11β-MNTDC. La maggior parte dei volontari che hanno partecipato alla fase 1 dei trials si è detta favorevole a proseguire la sperimentazione e consiglierebbe la pillola anticoncezionale ad amici e parenti. Ma come funziona?

Cosa sono e come funzionano i nuovi anticoncezionali per lui

Non è la prima volta che si parla di anticoncezionale maschile, ma in questo caso il funzionamento è molto diverso. «Sono prodotti differenti rispetto a quelli che avevamo preso in considerazione qualche mese fa. Nel caso del precedente prodotto si agiva a livello genetico, inibendo la formazione del liquido seminale e dello sviluppo embrionale. Di fatto si creava una situazione di sterilità temporanea «sopprimendo l’attività del gene RAR. In pratica, si blocca la serratura che permette alla chiave – in questo caso la vitamina A o un suo derivato – di stimolare il processo di formazione e maturazione degli spermatozoi» spiegava l’andrologo e urologo Andrea Militello. Oggi l’esperto chiarisce: «Questi due “pilloli” sono essenzialmente steroidi anabolizzanti, che hanno un’azione del tutto simile a quelli assunti da chi pratica molto sport, specie i culturisti, ai quali viene associato un progestinico. Sono i classici anabolizzanti che agiscono a livello dell’ipofisi, cioè laddove si stimola la produzione di testosterone. In questo caso con i due prodotti si inibisce questa attività e quindi anche la produzione di spermatozoi».

I pro della pillola anticoncezionale maschile

Secondo i ricercatori, con i nuovi prodotti si superano le tecniche anticoncezionali esistenti finora e pensate per gli uomini: «Finora le opzioni per la contraccezione maschile consistevano sostanzialmente nella vasectomia e nell’uso del profilattico, ed erano quindi molto limitate rispetto a quelle per la contraccezione femminile. Lo sviluppo di un contraccettivo maschile orale efficace e reversibile amplierà le opzioni riproduttive per gli uomini e per le donne, avrà un grande impatto sulla salute pubblica, riducendo il numero di gravidanze indesiderate e permettendo agli uomini di avere un ruolo attivo nella pianificazione familiare», ha spiegato Tanar Jacobsohn, ricercatore capo al Contraceptive Development Program dell’Eunice Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development, cioè l’istituto che ha condotto i trials.

Proprio come avviene per i contraccettivi orali femminili, anche “il pillolo” maschile contiene anche un androgeno e un progestinico, per riequilibrare il testosterone e limitare gli effetti collaterali indesiderati.

I contro della pillola anticoncezionale maschile

Questo tipo di azione ormonale, infatti, non è del tutto priva di conseguenze, come spiega Militello: «Inibendo il testosterone, infatti, si hanno fisiologicamente alcuni effetti come l’aumento di peso, la riduzione del colesterolo buono, il calo del desiderio, ma anche l’aumento dell’ematocrito nel sangue, dovuti al fatto che viene a mancare la produzione di estrogeni, legati al testosterone. Per ovviare a questo inconveniente – spiega Militello – l’idea è quella di bloccare l’azione del testicolo e del testosterone con le due pillole maschili, ma nello stesso tempo prevedere a rimpiazzare una quantità minima di testosterone, introducendo nel farmaco stesso dei progestinici. Si tratta di un processo molto articolato e che per certi versi potrebbe incontrare anche qualche ostacolo, prima dell’approvazione finale. Nella letteratura scientifica, infatti, non mancano studi che ritengono controindicato introdurre testosterone dall’esterno, proprio per possibili altri effetti collaterali. Qualcuno la ritiene un’azione chimica non priva di rischi».

La tempistica: quando arrivano i nuovi anticoncezionali maschili?

«È difficile immaginare quando queste pillole maschili possano entrare in commercio – osserva l’andrologo – Il trial sugli ultimi due ritrovati è in fase 1, poi seguiranno i passaggi successivi fino alla fase 4. Io penso che per la distribuzione sul mercato americano potrebbero volerci 5 anni, mentre in Europa potrebbero arrivare anche un paio di anni dopo. Quanto al “pillolo” ad azione genetica, secondo i ricercatori che hanno condotto gli studi, si dovrebbe procedere con la sperimentazione sull’uomo entro la fine del 2022.