Effetto zoom. Lo hanno battezzato così il contraccolpo che abbiamo subìto più o meno tutte osservandoci nelle tante videoriunioni di questo periodo. E nel mirino non sono finite solo le occhiaie. Ma anche il nostro sorriso che non è apparso splendente quanto avremmo voluto. Alzi la mano chi non ha pensato di ricorrere al volo a qualche soluzione casalinga. Ecco, allora lo diciamo subito in maniera forte e chiara: non funzionano.
No al bicarbonato sui denti e alle soluzioni casalinghe fai da te
Anzi, in qualche caso peggiorano addirittura le cose. Un esempio lampante, il bicarbonato. Non solo non sbianca i denti, ma rovina lo smalto e lo riga, aumentando il rischio che nelle microfessure si formino macchie. Bisogna chiedere al dentista. E partire da una certezza. «Se i nostri denti non stanno bene, se il sorriso non è sano, non sarà mai bello» esordisce Clotilde Austoni, odontoiatra specialista in chirurgia odontostomatologica all’Istituto Galeazzi – Università degli Studi di Milano. «I migliori investimenti beauty sono una visita di controllo semestrale o annuale e una oral care routine giornaliera». E oltre a questo cosa possiamo fare per prenderci cura del nostro sorriso?
Lo sbiancamento si prepara dal dentista e si prosegue a casa
Sì, proprio così, il trattamento domiciliare è il più efficace. «È la modalità che funziona meglio» conferma la dottoressa Austoni. «Si parte con la realizzazione di mascherine trasparenti fatte su misura da parte del dentista. Una volta a casa poi, il paziente applica all’interno di queste mascherine il gel sbiancante a base di perossido di idrogeno che gli è stato consegnato dallo specialista. E le indossa qualche ora al giorno per almeno due settimane».
Come funziona lo sbiancamento ai denti
L’effetto-bianco che si ottiene dura più a lungo rispetto al trattamento fatto dal dentista che in genere viene eseguito in un’unica seduta. È vero infatti che a casa si utilizza un gel più delicato, ma è altrettanto vero che gli si dà tutto il tempo per sbiancare il dente gradualmente e più in profondità rispetto alla tecnica one shot. Il funzionamento è semplice: il gel a contatto dei denti libera ossigeno che penetra all’interno ed elimina tutte le molecole pigmentanti che hanno ingiallito il sorriso. Ma allora perché non basta usare uno dei tanti prodotti da banco che contengono proprio perossido di idrogeno? «Perché non sono efficaci» risponde l’esperta. «Per legge, non possono contenere più dello 0,1% di principio attivo, una percentuale che è insufficiente»
Come funzionano le faccette
Le faccette sono sottili gusci di ceramica che vengono applicati per sempre sulla superficie esterna del dente. Una soluzione ad hoc quando lo smalto è così scarso da rendere impossibile un buon risultato con la tecnica di sbiancamento. Per capire se è il tuo caso fai un primo test allo specchio. «Se ci accorgiamo che i denti anteriori sono tutti della stessa lunghezza, significa che sono consumati e hanno man mano perso la loro forma fisiologica e il volume» spiega la dottoressa Austoni. L’usura dei denti non ha solo un impatto estetico, ma crea problemi di occlusione e di masticazione. Se a consumarli è il bruxismo si realizza anche un bite su misura che protegge le faccette dal nostro digrignare i denti ed evita che si stacchino.
Con le faccette si può fare la simulazione del risultato
Le faccette sono perfette anche per risolvere problemi estetici particolari come la necessità di chiudere spazi irregolari, o il “lifting” a un dente devitalizzato che con il tempo è diventato scuro e che non si riesce più a schiarire. Vuoi vedere in anteprima il tuo nuovo sorriso? Niente di più facile: «È possibile pre-visualizzare il risultato» spiega l’esperta. «In pratica, dopo aver preso le impronte, si esegue una simulazione con faccette provvisorie da rimuovere a fine seduta, giusto il tempo di guardarsi allo specchio».
Con l’apparecchio invisibile
salvi (anche) la schiena
Lo sapevi? Un sorriso irregolare non è solo meno bello da vedere ma può provocare o peggiorare dolori alla schiena e alla cervicale. Qui non parliamo semplicemente di smalto che si è ingiallito ma di una malocclusione dentale: succede quando le due arcate non si sovrappongono come dovrebbero. Oggi grazie ai cosiddetti allineatori invisibili, un apparecchio trasparente, anche gli adulti possono “raddrizzare” il sorriso. La novità? Dallo studio del dentista si torna a casa con tre coppie di apparecchi, ciascuna per l’arcata inferiore e superiore, da sostituire da sé ogni dieci giorni. Ogni coppia svolge un lavoro diverso e interviene in un punto preciso della dentatura, allineandola. «Le mascherine, così le chiamiamo, vengono progettate su misura» spiega l’esperta. «In pratica, sulla base dell’impronta dentale simuliamo a computer le varie fasi di riallineamento e l’esatta dimensione degli allineatori». Rispetto all’apparecchio tradizionale, questo si può togliere sia a pranzo e cena sia per lavare i denti, con una riduzione del rischio di carie. «A fine trattamento è fondamentale l’ultima fase, la cosiddetta contenzione, per mantenere i denti in posizione, perché altrimenti fisiologicamente nel tempo si risposterebbero» aggiunge la dottoressa. «Le opzioni sono due, un filo metallico incollato dietro ai denti oppure la mascherina trasparente da usare la notte e che io consiglio anche per ragioni igieniche». Intanto durante il giorno ti godi già il tuo nuovo sorriso
Le otturazioni in amalgama non sono tossiche
Fino a poco tempo fa sembrava che le otturazioni in amalgama potessero essere dannose per la salute. Il dubbio era che la composizione del materiale utilizzato potesse rilasciare sostanze pericolose. Ma non è così. «Gli studi scientifici hanno dimostrato che non sono tossiche» spiega la dottoressa Austoni. «La quantità di mercurio contenuta, infatti, non provoca una concentrazione nel sangue dannosa per l’organismo. Vanno invece sostituite in caso di carie, oppure per ragioni estetiche o, ancora, se non sono più uniformi con il resto del dente».
L’igiene orale perfetta
Ecco le dritte per usare al meglio i 4 alleati della tua perfetta igiene dentale
Il dentifricio
Deve contenere fluoro, l’unico minerale che previene la carie. Verifica l’etichetta: sotto i 6 anni, 1000 ppm. Da quell’età in poi, adulti compresi, la concentrazione consigliata è 1450 ppm. La dose? Un chicco di riso fra i 3 e i 6 anni, e un pisello medio dopo i 6. Prima dei 3 anni, basta “sporcare” lo spazzolino.
Il chewing gum
Il chewing gum è la soluzione a pranzo, quando non è possibile lavarsi i denti. A patto che sia senza zucchero e a base di xilitolo, l’unica sostanza che non è metabolizzata dai batteri della carie. Masticare un chewing gum aumenta la produzione di saliva che riequilibra il pH nella bocca, acido dopo i pasti, e di conseguenza riduce il rischio di carie. A dimostrare questo effetto c’è più di uno studio tra cui quello che ha seguito per un anno un gruppo di consumatori di chewing gum con basso dosaggio di xilitolo (2,5 g al giorno) e ha notato un chiaro effetto di prevenzione delle lesioni da carie, rispetto al gruppo che consumava chewing gum con un altro dolcificante.
Il filo interdentale e lo scovolino
Filo interdentale e scovolino vanno usati obbligatoriamente alla sera. Il filo negli spazi stretti tra i denti, lo scovolino in quelli più ampi. Solo così si elimina ogni residuo di cibo.